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L'ascensore

Part III sent by picoghost and uploaded on data 15/February/2003 21:43:00


Emilia, che cosa significa questo nome? Che senso ha dare un nome così breve e piccolo a qualcosa di così grande? Che presunzione può mai colmare la differenza tra due creature così diverse? Io, un insieme di puntini e linee sottili, LEI, la sontuosa flessuosità di prospettive che si stagliano verso l’alto, l’ebbrezza di confini visuali che si perdono oltre l’immaginazione…che sogno….che delirio,lo stomaco si contrae come se avesse compreso per primo il potere immenso di fronte a cui mi trovo; lo stomaco si contrae, come se volesse ridurre ancora le mie dimensioni, per poter scomparire definitivamente alla vista della DEA,lo stomaco si contrae per l’effluvio che emanano i residui abbondanti dei piedi della mia imperatrice…..“Si signora, io farò quanto posso, ma so anche che potrei stare male, io…la supplico solo di essere più clemente con me, in fondo io non ho mai fatto nulla di male né a lei né a Clelia, io…”—“Chi ti ha detto di parlare durante il lavoro? Non pensare di rigirare la situazione a tuo vantaggio perché non ho nessuna intenzione di essere ‘clemente’ con te! Comunque, microbo insignificante, sappi che tu per noi non sei che un divertimento inatteso, qualcosa che inconsciamente noi desideravamo, ma senza credere che fosse possibile! Ora al lavoro!” Io chino la testa e rivolgo lo sguardo a ciò che mi attende….in pochi passi sono davanti al mio banchetto, davanti a 10 cm di strato nerastro, ci affondo le mani, poi la faccia e….ingoio………..

“Bravo, così è un buon inizio; ora mi accendo anche una sigaretta mentre mi godo i tuoi sforzi” Emilia si accende la sua gigantesca brace e comincia a soffiare il fumo dentro la scarpa, ridendo grassamente ad ogni boccata, sganasciandosi nel vedere la mia difficoltà a respirare, mentre quasi perdo i sensi per la mancanza di aria, di forze, di lucidità. Finita la sigaretta decide improvvisamente di tirarmi fuori dalla scarpa ribaltandola sulla sua mano, io ne esco un po’ intontito ruzzolando sulla superficie della sua pelle, poi mi metto su un fianco e cerco di guardarla in viso per capire che intenzioni ha; Emilia mi soffia ancora del fumo addosso poi sorride e :”Finirai più tardi, ora ho voglia di fare un’altra cosa con te, voglio vedere come te la cavi a nuotare…” Le sue dita si chiudono sopra e intorno a me, come una gabbia, e la gigantessa comincia a muoversi, cammina con passi enormi fino al bagno dove mi poggia nel suo bidet; chiude il tappo senza prestarmi attenzione e poi si alza la veste casalinga sui fianchi.Un ampio movimento e la sua infinita gamba scavalca la mia ‘piscina’, poi questa massa enorme di carne femminile si abbassa verso di me lentamente, ed io non posso che ammirare le sue forme iperboliche che mi sovrastano, il suo mento chino sul torace per guardare in giù e…’piccolo particolare’ la sua enorme cavernosa vagina!

Emilia non usa le mutande! A seduta avvenuta la Dea si mantiene il vestito sotto il mento e con le mani si assicura libera la visuale:”Eccoci qua, che bello vederti li misero sotto di me, sotto le mie parti nascoste……mi ricordo che vai in piscina sai, sei atletico….ma io voglio vedere come nuoti ORA!Mmmmhhhh”Una ondata di urina comincia ad uscire dalla sua vagina, vorticheggia tra le pareti del bidet, mi bagna già alle ginocchia mentre mi investe e, pian piano, il livello comincia a salire, sempre più su; ora sono a galla nella sua pipì e, se non voglio affogare, devo nuotare……Le sue risate mi rimbombano dentro, sono assordanti e le mie forze sono ancora di meno….annaspo e l’unica cosa che mi rimane da fare è aggrapparmi a qualcosa, già, ma cosa dentro un bidet? La gigantessa sussulta nel ridere e si rilassa abbassando il livello del suo pube, così il mio lampo di genio : mi aggrappo ai peli della sua figa e a stenti riesco ad emergere a mezzo busto dall’urina.

“Mmmmh, aaahh, che fai piccoletto, mi provochi?” evidentemente il mio peso si avverte e l’oscillazione dei suoi peli deve esserle gradita”Ora l’hai voluto tu…”Due dita enormi si appoggiano su tutto il mio corpo e vengo trascinato verso le sue labbra:”Ora baciamela, muoviti baciamela, o giuro che ti ammazzo come un verme schifoso, ahhhhh” io faccio del mio meglio, la mia faccia è completamente schiacciata sui lati dalle pareti della sua caverna ed assaporo tutto ciò che le appartiene….fino a quando, sussultando su e giù assieme al suo climax,non vengo rispedito nel bidet dal flusso della sua femminilità che mi travolge.“Aaahhh, ….-aaaahhh”.

Emilia si alza dal bidet e mi lascia li, mentre  mi riprendo dai suoi umori e nuovamente devo lottare col mare di pipì;dopo una mezz’ora di agonia sento rientrare in casa Clelia, la quale chiede alla madre dove mi trovo:”E’ nel bagno ma non ti dico doveee….ah ah ah!”Clelia si affaccia prontamente sull’uscio e comincia a scrutare in giro:” Dove sei piccolino? Ti sono mancata? Ma non ti preoccupare, ora sono qui! Avanti vieni fuori stronzetto non farmi incazzare! Ah sei qui! Ma che bello, dove altro potevi essere?!! Nel posto che ti compete!”.

Clelia stappa il bidet, poi mi prende e mi butta sotto un getto di acqua fredda fortissimo, mi spruzza addosso del spone liquido col dosatore ripetutamente, poi si ferma e dall’alto della sua bellissima immensità mi guarda:“Lavati perché voglio che tu sia pronto per me ora !…..Hai finito? Vieni che ti asciugo io…” Clelia mi prende tra due dita all’altezza delle mie spalle e mi solleva sopra i suoi occhi reclinando il capo all’indietro, sorride…”Guardati, sei tutto bagnato”; apre la sua bocca stupenda ancora sorridente e mi cala dentro….le mie membra sono avvolte, compresse da tutte le direzioni da carne e carne, siano guance, sia  la lingua, fatto sta che mi sento succhiato fino all’osso, come si fa con un lecca lecca; poi la luce mi avvolge, e mi ritrovo sul palmo della mano ad osservare il suo sguardo compiaciuto.”Sai che sei saporito? Mi fai venire in mente dei pensieri strani….vorrei tanto mangiarti, ma poi il divertimento finisce!Dove lo trovo un altro esserino come te con cui divertirmi?” Clelia mi prende per i piedi e mi mette nella stessa posizione di prima, solo che ora penzolo a testa in giù verso la sua bocca aperta:”Che faccio, ti mangio?” la punta della lingua esce a sfiorarmi”Ti ingoio vivo per sentire come ti muovi dentro, o ti mastico e assaporo il gusto della carne umana?”-“Nooo ti supplico Clelia, no , non mangiarmi ,ti posso servire in tutto ,ma non mangiarmiiii aaaahhhh”-“Hai paura vero ? E fai bene a tremare perché tu sei mio, e faccio di te quello che voglio, chiaro? A proposito se decidessi di sbarazzarmi di te, come vorresti che ti uccida?”-“ E secondo te non vorrei ucciderlo anche io?” disse Emilia  avvicinandosi a Clelia (e a me  soprattutto)” Non hai proprio riguardo per tua madre!ah ah ah! Se ce ne fossero altri di questi cosetti mi divertirei un mondo a farne quello che voglio!” –“Già allora, coso, innanzitutto dovresti scegliere chi di noi due ti ammazzerebbe, e poi , come premio, il modo in cui morire…certo che se non avessi preso l’ascensore ora non ti troveresti a dover risolvere questo dilemma!”

“ Vi prego,  mi state terrorizzando! Non ce la faccio più…” dico tra me e me…“Clelia, hai detto l’ascensore vero? Secondo me centra qualcosa con quello che gli è successo…forse quando hai premuto il pulsante mentre lui era dentro e si deve essere modificato qualcosa…”-“Potrebbe essere , anche se non ne sono convinta”Clelia nel frattempo si sfila gli stivali e mi ci butta dentro, io da li vedo tutto come da un cannocchiale, il mio cielo è contornato dal bordo superiore della sua calzatura, oltre tutto buia.”Perché non poteva succedere mentre altre persone premevano dall’esterno il pulsante?”“Non lo so, ma tentare non costa niente….stavo pensando…perché non inviti qui qualcuno dei tuoi amici? Non ci sarebbe modo migliore di …di provare se siamo veramente delle DEE …..”

Continua...



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