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Sfiorando un sogno

Part III sent by Jryan^ and uploaded on data 10/April/2003 20:45:35


Le mie narici erano pervase da un odore acre e pungente; l'odore dei piedi della bella Dolceluna frammisto al cuoio e alla pelle dello stivale. MI lacrimavano gli occhi e non riuscivo ad inerpicarmi sulla vasta suola per raggiungere il tallone e magari respirare più facilmente.In lontananza sentii i passi di Dolceluna, girava per la casa alla ricerca dei miei due amici e , ne ero sicuro, li avrebbe trovati prima dell'alba.

Dopo qualche minuto DOlceluna tornò in camera , sentii le molle del letto scricchiolare e poi lei sospirò rilassata. Un movimento di coperte e la bella gigantessa si mise a dormire.<< Devo uscire di qui! >> mi dissi mentre sentivo il respiro regolare della gigantessa addormentata echeggiare per la stanza.Con tutta la forza che mi rimaneva iniziai ad arrampicarmi sulla ripida suola odorosa ma scivolai inesorabilmente.Provai e riprovai , poi , esausto mi abbandonai al fato e mi sdraiai guardando in lontananza la luce del mattino filtrare nello stivale.

Dolceluna si alzò , si stirò emettendo gemiti di piacere , poi sentii di nuovo i suoi passi diffondersi per tutta la casa. Languivo sudato ed esausto, pregno dell'odore dei piedi della Gigantessa. Pensare che stavo vivendo una delle situazioni più eccitanti create dalla mia fantasia! Sarei dovuto essere in paradiso , invece mi sentivo malissimo. Alla spossatezza si era aggiunta anche l'ansia, una profonda ansia al pensiero che Docleluna avesse indossato lo stivale. Sarebbe stata , per me , la morte più orrenda, senza poter vedere il suo viso, senza che lei se ne rendesse conto.Mentre io attendevo , immobile, Marco e Luca, dopo un lungo cammino furtivo, avevano raggiunto un mobiletto del corridoio, proprio accanto alla porta del salotto. Appena sentirono Dolceluna svegliarsi ci si nascosero sotto, tremanti, e osservarono i maestosi piedi nudi della ragazza posarsi sul pavimento davanti ai loro occhi. Poi Dolceluna entrò in cucina. Luca e Marco allora tirarono un respiro di sollievo.

<< Che cazzo facciamo? Mica possiamo uscire da qui e scapparcene felici per strada!! >> disse Luca. Marco esitò poi rispose : << potremmo provare a telefonare a qualcuno…chiedere aiuto…  >> << e come ? >> esclomò subito Luca:<< Se… se non ricordo male in salotto c'è, vicino all'ingresso, un tavolo con due lampade e un telefono… se riusciamo a salire li su , forse, potremmo chiamare qualcuno … >><< Ma che ti viene in mente!!! Su quel comodino questa stronza ci troverebbe subito e per noi sarebbe la fine!! Tanto vale sdraiarsi qui per il corridoio e aspettare che lei ci passi sopra!! >>Marco allora rispose nervoso: << allora non so che dirti! Una telefonata è l'unica cosa che mi è venuta in mente!! >>Luca restò in silenzio per un po', poi disse : << Secondo me dobbiamo uscire di qui al più presto! È lei che ci vuole calpestare! Magari i suoi vicini di casa saranno pronti ad aiutarci! >> Marco scosse il capo: << Siamo degli stupidi! Siamo scappati abbandonando Riccardo e non riusciamo nemmeno a cavarcela! >>Luca a quel punto divenne furioso, urlò: << fai come ti pare! Io esco di qui e vado a chiedere aiuto! Tu prova a fare la telefonata! Imbecille! >> e rosso in volto per l'ira prese a correre diretto verso il salotto.Marco lo guardò allontanarsi senza sapere che non si sarebbero mai più rivisti.

Mentre luca correva vicino al battiscopa del salotto, Marco, decise di tornare in camera da letto e cercarmi. Non lo faceva per altruismo ma solo perché la solitudine ,in quelle condizioni, lo faceva rabbrividire. Uscì da sotto il mobiletto e si incamminò timoroso. Dolceluna era in cucina a fare colazione e lo vide nitidamente Marco , sorrise maliziosa. In un attimo lo catturò e lo portò in cucina con lei. Marco urlava e si dimenava, esausto. DOlceluna lo teneva stretto tra i polpastrelli della mano destra e gli diceva sarcastica : << Visto che non sei riuscito a sfuggirmi? Adesso sei mio insettino, la tua vita dipende da me! E non ho la minima intenzione di lasciarti vivo ancora per molto! >><< Ti prego!! Non uccidermi!! >> gridò la povera vittima nella mano della sua padrona. Ma Dolceluna non si curò dei suoi lamenti, era eccitata. I capezzoli erano turgidi e sentiva un gran piacere pervadergli il bel corpo riposato. Mise Marco nella sua tazza di latte ce lo lasciò sguazzare mentre si apprestava a spalmare un po' di marmellata su una fetta biscottata. Marco annaspava e cercava di gridare bevendo il latte tiepido più volte. Stava per annegare quando Dolceluna gli avvicinò l'indice al quale Marco si avvinghiò subito. La gigantessa lo depose sulla fetta biscottata , poi con i polpastrelli delle dita della sua mano lo spalmò nella marmellata , accuratamente. Marco era tutto invischiato di quella dolce marmellata all'albicocca : non riusciva a muoversi. Dolceluna si mise una mano in mezzo alle gambe e sospirò vedendo il suo piccolo spuntino sdraiato sulla sua fetta biscottata.Lentamente,e senza dire niente , Dolceluna leccò la marmellata dal corpo di Marco , poi la assaporò. Marco tremava. Un istante dopo la bella gigantessa si preparò a dar un bel morso , aprì la bocca e vi infilò parte dello spuntino. Delicatamente chiuse la bocca e sentì sotto i suoi incisivi il ventre morbido di Marco che gridò. << MMMHH! >> mormorò, poi strinse spaccando in due il piccolo Marco. Masticò il boccone e guardò la sua vittima urlare più di terrore che di paura , poi si mise in bocca il resto della fetta biscottata. Marco vide l'oscurità scendere tutto intorno a lui, poi Dolceluna si mise a masticare e sentì le morbide carni di Marco tra le briciole e la marmellata viscosa.

Luca era ignaro di tutto:<< Quel cretino! Farà una brutta fine! >> si diceva ripensando a Marco. Se lo immaginava ancora nascosto sotto il comodino, se avesse saputo che fine aveva fatto sicuramente avrebbe accelerato il passo. Raggiunta la porta dell'ingresso, indisturbato, Luca non poté trattenere un sorriso di soddisfazione. Ora il problema era uscire. Guardandosi intorno Luca capì che , piccolo com'era, sarebbe sicuramente riuscito a passare sotto la porta… si , proprio come uno scarafaggio. Rabbrividì al pensiero che una di quelle bestie potesse trovarsi nelle vicinanze, poi si infilò nella fessura e arrivò sul pianerottolo pieno di piante.

<< Ce l'ho fatta! Almeno qui sono al sicuro da quella li! >> disse tra se e se.Corse a nascondersi tra i vasi e aspettò un po' per riprendere fiato e per sentirsi un po' al sicuro. Guardava in alto e osservava i fiori e le piante ripararlo, si sentì tranquillo per un po'.Dopo qualche minuto decise che era ora di rimettersi in cammino, ma prima doveva decidere dove andare. Davanti a lui, di rimpetto alla porta di Dolceluna c'era un'altra porta di un altro appartamento. Luca esitò, avrebbe preferito evitare di avvicinarsi troppo alla gente, ma se voleva salvarsi non poteva di certo scendere le scale, prendere un taxi ed andarsene a casa dai genitori! Doveva chiedere aiuto a qualcuno.

<< Magari.. >> pensò: << se riesco a farmi vedere da qualcuno posso chiedergli di fare una telefonata e far arrivare qui la polizia, i miei ! la fotto io questa Stronza!! >> Con coraggio e motivazione Luca si avviò verso la porta, passò sotto lo stipite e si ritrovò le salotto ben arredato di un appartamento profumato ed illuminato dalla luce del sole che filtrava attraverso le tende e le finestre. Dai cuscini sui divani, le tende con le dolci fantasie floreali e i moltissimi soprammobili, capì di essere in casa di una donna, o per lo meno di una brava madre di famiglia.Non sentiva nessun rumore, la casa sembrava vuota e probabilmente a quell'ora , di mercoledì, gli abitanti del grazioso appartamento erano in giro per la città, indaffarati. Luca allora si rasserenò. Aveva qualche ora per riposare, sentirsi al sicuro ed esplorare un po' la casa; << Magari riesco a trovare un bel mobile su cui arrampicarmi per farmi vedere subito! >> pensò e con il cuore leggero si mise a camminare sulla soffice moquette del salone.

Il piccolo esploratore non aveva fatto che pochi passi quando udì dei boati. Luca tremò. Era nel bel mezzo del salone e chiunque stesse arrivando l'avrebbe potuto schiacciare senza neanche farlo apposta:<< Cazzo! >> disse , e si mise a correre verso la poltrona più vicina. Correva , ed i battiti del suo cuore sembravano andare al ritmo con quei passi sempre più vicni. Luca sudò e una forte scarica di adrenalina lo fece andare più veloce. D'un tratto una dolce voce femminile si diffuse nella stanza:<< …Come un diamante… in mezzo al cuore…tuuu..! >> entrò nel salotto una bella donna mora con la carnagione scura. Era sicuramente la padrona di casa ed indossava un grembiule e dei guanti di gomma. I capelli erano in disordine e la Signora sembrava molto indaffarata. Indossava anche dei pantaloni a tre quarti e ai piedi smaltati di rosso aveva solo dei sottili sandali infradito.Il gigantesco piede della signora si posò con uno schianto assordante davanti a Luca, a pochi centimetri. Il poveretto vide le ditone divaricarsi per il peso di quell'immenso corpo e poi il tallone risollevarsi subito seguito dalla suola sottile del sandalo che produsse una forte e profumata ventata. Luca cadde all'indietro , respirava il forte odore dei piedi della donna ignara della sua presenza e aveva il cuore che batteva all'impazzata:<< Non voglio finire male qui! >> si disse. Se prima stava accettando di finire schiacciato da Dolceluna, dopo la sua fortunata fuga si era illuso di farcela , ed ora quel nuovo pericolo era insopportabile.La donna, mormorando qualche canzone tra le labbra, raggiunse un angolo della stanza ; Luca la guardò mentre si rimetteva in piedi : era impressionato dai suoi talloni tondi, da quelle gambe lunghe e senza esitare già si affrettava verso la poltrona.

<< Sono quasi al sicuro! >> pensò, poi sentii i boati alle sue spalle, si voltò e gridò: La donna stringeva in mano una scopa e si apprestava ad utilizzarla, proprio sopra di lui. Il pavimento era pulito e probabilmente la donna aveva notato quella cosina sul pavimento. Senza darle troppa importanza, però aveva deciso di spazzarla via dal suo salotto.Luca restò immobile per alcuni secondi , realizzando la sua sfortuna. Si trovava tra la scopa posata a terra e i piedi della signora. Sospirò e poi prese a correre verso il suo riparo sotto la poltrona. La donna tirò a se la scopa , Luca sentì uno spostamento d'aria e poi fu investito da quella immensa muraglia di fili sporchi. Urlò di terrore mentre volava all'indietro, poi si schiantò su qualcosa di morbido: il dorso del piede della donna.Ansimando si guardò intorno e vide le immense dita smaltate di rosso poco sotto di lui, si sentì minuscolo e si arrabbiò. La donna spazzava in tutta tranquillità e Luca capì di essere al sicuro li sopra. Un po' nauseato per l'odore si strinse ugualmente alla cinghia nera del sandalo e aspettò. Sentiva su tutto il corpo il calore di quella estremità gigante e sentiva il sangue pulsare nelle grandi vene sotto di lui.

Fortunatamente la donna si muoveva lentamente e Luca poté rimanere indisturbato nella sua favorevole posizione. Guardando in alto non riuscì a vedere oltre il pube della gigantesca casalinga e si disse:<< Prima o poi dovrò cercare di farmi vedere! >>Non appena la signora ebbe finito di scopare e , posata la scopa, gettò la polvere nel sacco dell'immondizia, Luca balzò giù dal suo piede. Indietreggiò per poter vedere il viso della sua unica speranza.La bella donna stava appoggiata alla credenza della cucina e fumava una sigaretta tenendo gli occhi fissi su un piccolo televisore silenzioso. Si era sfilata un sandalo e aveva appoggiato la pianta nuda del piede sul fresco legno della credenza. Luca restò in piedi davanti a lei , sperando che prima o poi abbassasse lo sguardo. La guardava in viso e si sentiva in difficoltà; com'era strano, quella immensa e pericolosa gigantessa , in fondo , non era altro che una normalissima signora di 40 anni che in una diversa occasione sarebbe stata gentile e cordiale. Pensare lo faceva arrabbiare sempre di più e maledisse Dolceluna. Notò che il pavimento era bianco , di mattonelle e si disse :<< meno male! Così è più facile che la signora qui .. riesca a vederemi! >>La donna fumava lentamente , aspirando a fondo e trattenendo il fumo nei polmoni. Luca fremeva :<< abbassa gli occhi! >> disse tra i denti. Finalmente dopo una lunga attesa la donna finì la sigaretta e con il mozzicone in mano si guardò intorno, forse alla ricerca di un posacenere. Fino a quel momento aveva lasciato cadere la cenere nel lavandino ma adesso doveva spegnerla. Luca pensò che a breve la signora l'avrebbe visto, ma con la coda dell'occhio vide accanto a se un mozzicone di sigaretta, sottile e ancora fumante. Tremò ed alzò gli occhi per vedere la donna lasciar cadere a terra il suo mozzicone.

Luca urlò vedendosi cadere addosso quell'immensa meteora incendiata si mise a correre ma la cicca cadde alle sue palle e dei lapilli incandescenti lo colpirono sulla schiena. Luca cadde a terra dolorante, ugualmente , però si risollevò sulle braccia e fece per rimettersi a correre, in quel momento un ombra oscurò tutto; Il povero ragazzo alzò lo sguardo e vide la vasta suola del sandalo della donna, con un bel 40 scritto sopra, dominarlo completamente, In lontananza vide il suo viso imperturbabile , in fondo lei stava solo schiacciando l'ennesimo mozzicone. Luca non fece in tempo a rimettersi in piedi che scomparì sotto il peso della bella casalinga che roteò con insistenza il piede sulla sigaretta ed anche sul piccolo corpicino di Luca.Quando sollevò il piede vide la mattonella della sua cucina tutta rossa, perplessa prese uno straccio e si apprestò a pulire tutto, inconsapevole di avere appena spento sotto la pianta del suo piede la vita di un ragazzo.

Io non sapevo niente. Ancora credevo che i miei amici fossero vivi e imprecavo contro di loro perché mi avevano lasciato nella merda, fregandosene di ricambiare il mio aiuto.L'odore pungente di quegli stivali mi stava nauseando ma non avevo più la forza di riprovare a fuggire verso la zona del tallone:<< tanto continuo sempre a scivolare! >> pensai rassegnato.

Sentii Dolceluna tornare nella camera ed il pavimento vibrare come al solito. La bella gigantessa aprì l'armadio, prese una mogliettina bianca e se la mise sul torso nudo, senza dare importanza ai capezzoli turgidi che sicuramente in molti, una volta uscita da casa, avrebbero notato. Sentii che aprì un cassetto e poi lo richiuse: Dolceluna stava indossando le sue mutandine nere. Poi le molle del letto cigolarono e la lei si mise dei jenas.Posò i suoi piedi nudi vicino agli stivali e disse , rivolta al superstite nascosto di cui ignorava la fine:<< Mi metto gli stivali piccolo verme! Se ti trovo lascerò che il cuoio poroso assorba i tuoi liquidi! >>io tremai ed iniziai ad urlare. Dolceluna , non sentendomi prese lo stivale in cui ero finito e , tranquilla, vi infilò il piedone . Vidi le sue enormi dita scendere verso di me , strette e minacciose:<< cazzo! Mi schiaccia! >> pensai , non che ne fossi dispiaciuto(Magari un pochino), ma morire li , al buio , senza vederle il viso mi faceva sentire disperato. Non riuscii ad escogitare niente e fui investito dall'alluce carnoso e morbido.Dolceluna probabilmente mi sentì e subito disse :<< AH AH! Che cosa abbiamo qui dentro? >> senza delicatezza mi trascinò sotto le odorose dita del suo piede e mi tastò per qualche istante, premendomi sulla suola del suo stivale. Poi rise:<< Hai scelto proprio un bel posto dove nasconderti! Complimenti ! magari facessero tutti come te! >>aumentò terribilmente la pressione su di me. Io mi rassegnai , sentivo su tutto il mio corpo quei soffici ma micidiali polpastrelli.

<< bene, avrò il piacere di spiaccicarti tra le mie dita mentre esco e mi faccio una bella passeggiata per il centro… spero solo che l'eccitazione mi permetta di camminare in maniera normale! Sai che figura! >>SI alzò e il peso che scaricò su di me mi mozzò il respiro e mi spaccò un braccio. Il mio omero si ruppe facendo un orrendo CRAK ed io strinsi i denti, al prossimo passo sarei morto, forse anche prima se Dolceluna sarebbe rimasta in piedi ancora qualche istante. Mi arresi al mio destino. Quasi non sentivo dolore, una lacrima mi fuggì dall'occhio destro e scese fino al mio mento:<< in fondo ho sempre sognato questo … >> mi dissi con amarezza. Mi preparai a morire mentre Dolceluna mi continuava a tastare sotto le ditone; voleva controllare se fossi ancora intero e sicuramente aveva goduto sentendo il mio ossicino cedere, eppure non era ancora appagata.<< è questo quello che ho sempre sognato… >> mi ripetei , Dolceluna in quel momento sollevò leggermente il polpastrello del secondo dito dal mio viso e dal mio torace, riuscii a respirare per un istante, questo mi permise di avere un attimo di lucidità, vidi il polpastrello umido riabbassarsi e decisi di dire addio a quella stupenda ragazza che mi aveva fatto innamorare dopo una sola sera, tanto che stavo morendo per lei: baciai quel polpastrello e chiusi gli occhi.Sentii Dolceluna sospirare e poi esclamare : << NO! >>Tutto d'un tratto le sue dita si sollevarono da me , respirai a pieni polmoni. La gigantessa si sedette sul letto e si levò lo stivale dicendo:

<< mio Dio! No! Riccardo! Sei tu! >> guardò nello stivale senza vedere niente, poi lo svuotò nella mano e non ne uscì nessuno. Solo allora abbassò lo sguardo ed eccomi, intrappolato tra il suo alluce e l'altro dito; mi riconobbe e veloce mi prese nelle mani, stringendomi al seno: << sei vivo!? Sei vivo? >> disse angosciata. Io risposi : << sono rimasto appiccicato sotto il tuo piede…quando l'hai sfilato! >>lei non mi sentì, mi avvicinò al viso, vide che ero vivo e sorridevo:

<< Menomale sei vivo! >> esclamò. << Non me lo sarei mai perdonato! Se decido di schiacciarti ti devo guardare negli occhi finché non sparisci alla mia vista , ricoperto dal mio piede! Capito! >> disse sorridendo e mi lasciò penzolare dal suo indice e dal suo pollice, tenendomi per il braccio; io urlai di dolore allora Dolceluna capì che a mi aveva rotto il braccio.

Continua...



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