Un lavoro stressante
Part I sent by Jryan^ and uploaded on data 10/April/2003 21:00:02
Quella piovosa sera di fine settembre non volevo far altro che salire in macchina , ascoltare un po’ della mia musica preferita e tornarmene a casa per un lungo sonno, magari con una bella stufetta accesa vicino al letto.Le luci dell’ufficio erano fredde ed emanavano una luce fioca e labile , quasi grigiastra. Ero l’ultimo rimasto e dovevo chiudere l’ufficio. La mia segretaria Vanessa se ne era andata con un ora d’anticipo perché doveva assolutamente andare dal dentista con il figlio , così io avevo pensato di restare fino a tarda sera e andare un po’ avanti col lavoro. Avevo uno studio legale ben avviato e lavoravo, da qualche mese, ad un caso interessante ma molto complicato , che già mi stava prosciugando.Essendo giovane e dovendo ancora farmi un nome cercavo di ottenere i massimi risultati in tutti i processi e , nonostante preferissi esercitare come civilista , ultimamente mi dedicavo molto anche a materie che sarebbero invece state di competenza penale. Gli altri colleghi, associati al mio studio legale pensavano che lavorassi troppo e Carlotta, una bellissima ragazza , fresca di laurea mi aveva invitato a passare il fine settimana con lei , in una paciosa casa in campagna. Io avevo accettato ma eccomi ancora li , alle 11 passate del venerdì sera, conscio che la partenza con Carlotta era fissata per il giorno seguente alle 9 di mattina.Sapevo che la sarei passata a prendere esausto , così decisi si rilassarmi un attimo ancora sulla poltrona, era stata una giornata pesantissima.
Mi versai un po’ di vino regalatomi da un cliente e lo sorseggiai osservando il temporale abbattersi sulla città. La cravatta era troppo stretta, era tutto il giorno che avrei voluto toglierla ma non volevo sembrare troppo sciatto agli occhi dei clienti che dovevo ricevere. La levai e l a gettai con disprezzo, come se mi fossi liberato da un incubo, sulla scrivania.Cercai di chiudere gli occhi e non pensare a niente , ma il lavoro mi aveva risucchiato. Non smettevo di pensare alla causa a cui lavoravo. Un omicidio.Il 27 agosto , in una località di mare , due coniugi Marco e Claudia erano in procinto di fare i bagagli e tornare a Roma. Alle 14 del pomeriggio la macchina era già carica dei bagagli e i due si attardavano ancora un po’ per chiudere casa.I vicini dicono che non scesero fino alle 18 e solo allora videro Claudia correre in auto e partire da sola. La testimonianza era stata rilasciata da una vecchietta , inquilina di un palazzo di fronte all’abitazione della coppia , che era solita passare tutti il giorno in terrazza a guardare il mare o a curiosare tra le case dei vicini.Due giorni dopo , il 29, la polizia entra nella casa lasciata stranamente aperta da Claudia, così l’agente Daniela Vitti e la sua collega Angela , scoprono il corpo di Marco.
L’uomo era stato rimpicciolito a tre centimetri , probabilmente da uno di quegli ageggi… rimpicciolitori usato forse dalla moglie contro la volontà del marito, poi si erano dedicati a insolite pratiche sessuali e infine Claudia, la moglie, forte del potere e la forza che le sue dimensioni le davano aveva calpestato il marito uccidendolo, per poi fuggire.Non si capiva il movente , non si capiva niente, tra l’altro Claudia si era rivolta ad un avvocato molto più esperto di me e si era dichiarata innocente e che tutto era stato solo un incidente. La famiglia di Marco invece si era rivolta a me , e onestamente non sapevo che pesci prendere. Ero però molto attratto dal tipo di omicidio…infatti essere rimpicciolito e magari calpestato(senza essere ucciso) da una donna era una mia ricorrente fantasia.Non avevo ben chiara la situazione ma volevo spingermi bene a fondo e magari uscirne vincitore.Si era fatto ancora più tardi, l’acquazzone non accennava a diminuire e la calda ospitalità del mio studio mi conciliò un completo relax. Accesi lo stereo e ascoltai un po’ di musica classica rimanendomene sempre seduto sulla soffice poltrona. I lampi che squarciavano il cielo plumbeo sembravano seguire il ritmo della melodia e in quella completa calma , nella quale il mondo sembrava distante da me chissà quanti chilometri, riuscii , per la prima volta negli ultimi mesi a trovare un po’ di pace.
Notai il rimpicciolitore sulla mia scrivania, me ne ero fatto rimediare uno per capirne bene gli effetti e mi ero anche fatto rimpicciolire qualche giorno prima dalla mia segretaria. Mi ridusse alle dimensioni di 3 centimetri , le misure che doveva avere il povero Marco e poi mi riportò alle dimensioni normali. Restai piccolo per pochi momenti ma furono sufficienti a suscitare in me un eccitazione incredibile, nel vedere Vanessa , gigantesca, svettare sopra di me, conscio dell’immenso potere che ora lei aveva su di me , avrei voluto rimanere in quella condizione per sempre ; osservai le sue sue scarpe nere e lucide , con tacco alto e punta molto accentuata e ne sentivo l’odore buonissimo di pelle tipico delle scarpe nuove , poi osservai come se fossi al cospetto di una dea le sue gambe lunghe e fasciate dalle calze color carne e in fine il suo viso , lontanissimo e perplesso eppure così bello. Vanessa si sentiva in difficoltà nel vedermi così piccolo ,io ero il suo superiore e quasi la imbarazzava vedermi così piccolo a meno di 10 centimetri dai suoi piedi , infatti indietreggiò e disse :<< Non posso pensare a che orrore debba essere stata la morte del figlio dei nostri clienti! >> io annuii e cercai cmq di rimanere professionale , così, a malincuore chiesi a vanessa di riportarmi alle dimensioni normali.Mi alzai e presi il rimpicciolitore ; come avrei volto avere una donna con cui condividere la mia passione , eppure era da un po’ che nella mia vita c’era solo il lavoro. L’ultima ragazza risaliva a un anno prima e la ferita che mi aveva inferto dopo la separazione era ancora aperta.
Quel momento di calma mi stava facendo deprimere, decisi di andarmene a casa , inoltre ci tenevo ad andare da Carlotta, forse lei sarebbe potuta diventare quella donna che tanto aspettavo.Mi alzai dalla poltrona , presi la giacca e misi distrattamente il rimpicciolitore in tasca, poi chiusi le finestre ed inserii l’allarme. Stavo per uscire ma non riuscivo a trovare le chiavi per chiudere la porta , così rovistai per le tasche e tastai il rimpicciolitore , vidi una luce celeste brillare sotto il tessuto e sussurrai :<< Cazzo!! >> un attimo dopo i miei vestiti erano sparsi sul pavimento davanti alla scrivania di Vanessa ed io me ne stavo nudo , in piedi poco lontano dal colletto della camicia. Sbuffai e pensai: << Che imbecille! Guarda che situazione!!! >> il laser aveva agito sulla mia gamba e probabilmente era quello il motivo per cui i vestiti erano rimasti normali.Sarò stato alto 2 centimetri…si , era sicuro, ero un po’ più basso dell’altro giorno e pensai che in fondo mi era andata bene , sarei potuto diventare ancora più piccolo e essere in serio pericolo.
Non avevo speranza di azionare il rimpicciolitore , sebbene un apparecchio piccolo e sofisticato , per me adesso era delle dimensioni di autobus a due piani e azionare il bottone sarebbe stato impossibile , come se una formica volesse cambiare canale con un telecomando.<< Vorrà dire che resterò qui… >> mi dissi , in fondo l’ufficio era accogliente e la musica era ancora accesa , la lasciavo quasi sempre accesa per le piante e quella sera mi avrebbe tenuto compagnia.Tornai nel mio studio e mi sedetti ai piedi della poltrona , la moquette era soffice e ci si stava comodi , in breve mi addormentai.MI svegliai all’alba. Era giovedì , verso le 6 e mezza sarebbero arrivate le donne delle pulizie , venivano tre volte a settimana e probabilmente sarebbero state loro le prima a potermi aiutare , anche se speravo nell’arrivo di Vanessa o di Carlotta.Sentii la porta aprirsi e poi un gran vociferare delle due domestiche della compagnia : “ la rapida” avevano uniformi celesti con la gonna lunga fino al ginocchio e indossavano zoccoli da mare che già altre volte le avevo visto e mi avevano colpito parecchio.
Le vidi entrare, erano all’orizzonte ; mi eccitai nel vederle così enormi. Una era mora con i capelli ricci e legati dietro la nuca , aveva un seno prosperoso ed un bellssimo viso. L’alra era bionda , anche lei riccia , un po’ più alta e slanciata della prima con gambe lunghissime e sicuramente aveva anche dei grandi piedi.Ad ogni loro passo il pavimento tremava terribilmente. Mi incamminai verso di loro per chiederle aiuto ma mi fermai e restai colpito quando vidi la bionda togliersi gli zoccoli e rimanere a piedi nudi sulla moquette, la mora la imitò, misero le loro calzature vicino alla porta e poi si misero a spolverare parlando tra loro . Restai ad ammirarle i loro piedi nudi calpestavano il pavimento intorno a me con un’incredibile sensualità e già si era diffuso un divino odore che non smettevo di fiutare.
Le due non immaginavano di regalarmi questo stupendo spettacolo , e non pensavano nemmeno che al loro cospetto io non fossi altro che un insettino che avrebbero potuto schiacciare anche solo per distrazione.Ero imbambolato a pensare e a guardarle , d’un tratto la bionda si fermò sopra di me , mostrandomi le sue mutande nere infilate in mezzo ai glutei , i suoi enormi e bellissimi piedi erano posati ai miei lati e lei spolverava l’archivio , l’odore era fortissimo e le dita dei suoi piedi lunghe e affusolate con polpastrelli carnosi e nel complesso era così imponente che mi sentì un niente .<< Mara , ti ho detto che ho scoperto che il mio cagnolino è bravissimo a leccare i piedi? Ieri sera non la smetteva più mentre guardavo un film, mi sono rilassata in un modo che non saprei descriverti! >> disse la domestica che svettava sopra di me , l’altra rispose :<< Beata te, ieri io invece sono andata a ballare e non sai che male che fanno i piedi! >><< Ah , sei andata a ballare con Mauro? Come va tra voi due ? >><< Non mi piace per niente…è distaccato , forse non è il caso di stare insieme… >><< Beh , ma almeno è un bel ragazzo! >><< Si questo è vero , ma a proposito di bei ragazzi…hai mai visto l’avvocato che lavora qui? >>La bionda che svettava su di me si mise una mano sulla vagina e disse :<< Come se non l’ho visto! Quello è il tipico uomo che una volta che te lo sei sposato sei apposto, è ricco , è bello …che vuoi di più? >>Da li sotto io sorridevo compiaciuto, poi Mara , la domestica mora continuò:<< pare che però ci si a del tenero tra lui e una del suo studio legale… e poi credo che a noi non ci guarderebbe neppure , è a un livello superiore! >>Io quasi scoppiavo a ridere , apparte il fatto che erano belle ragazze e se avessi mai avuto modo di conoscerle , probabilmente me ne sarei anche potuto innamorare , ma oltre tutto loro parlavano di livello superiore quando io invece me ne stavo a strisciare come un verme sul pavimento mentre loro mi camminavano intorno gigantesche , dominandomi completamente.
La domestica bionda si allontanò da me e le osservai i bei talloni morbidi e le piante rosee sempre più sporche man mano che camminava per lo studio , si chinò per prendere la scopa riposta in un angolo e poi esclamò:<< a me basterebbe una notte con quello. Una bella scopata e godrei tantissimo se l’egregio signor avvocato mi desse una bella leccata ai piedi!>> Non mi sembrava vero , avevo quasi voglia di correre verso di lei e iniziare a realizzare il suo desiderio ma in un attimo mi resi conto che stavo rischiando grosso… se mi avessero visto , date le loro fantasie , non si sarebbero certe fatte sfuggire l’occasione di divertirsi e onestamente io avrei preferito divertirmi con Vanessa o con Carlotta.Mara si sedette sulla scrivania e sbuffò : << davvero , sarebbe bellissimo anche solo per una sera , ma chissà, magari è uno di quei frocetti mezzi impotenti che si dedicano anima e corpo solo al lavoro , freddi e per niente passionali! >>La bionda annuì e poi disse : << potrebbe essere… >> Poi le due restarono un po’ in silenzio e continuarono a lavorare. Io me ne restai ad osservarle in un angolo vicino al battiscopa.Dopo un’oretta buona lo studio era pulito e profumato e le due si concedettero un attimo di pausa prima di passare ad un altro studio. Mara si sedette alla scrivania e la domestica bionda , Sara, invece, si sedette sulla scrivania. Le due si misero a parlare e a spettegolare come ormai facevano di continuo e Mara porse i bei piedi (39) all’amica che glieli iniziò a massaggiare. Mara godeva e diceva :<< Mh! Grazie Sara, ne avevo proprio bisogno! >> Sara faceva affondare i pollici nella morbida pianta dell’avanpiede dell’amica e ripeteva il movimento circolatorio con regolare delicatezza. Sara d’un tratto posò il suo piedone ( 42 ) sul seno di Mara e rise :<< sdebitati bella! Ho lavorato anch’io! >> Mara così prese il bel piede di Sara e iniziò a massaggiarlo, era incredibile , ed era molto eccitante, tra l’altro il piede di Sara era talmente grande che Mara a mala pena riusciva a massaggiarlo in modo corretto.
Pensai che forse aspettare Vanessa sarebbe stato opportuno, ma speravo in cuor mio da essere visto dalle due domestiche, così mi avvicinai ai loro zoccoli e mi sedetti sulla suola di uno, era abbastanza grande da farmi pensare che appartenesse alla bionda Sara.Pochi istanti dopo le due presero tutta la loro roba e si avvicinarono alle calzature per indossarle e andar via Mara infilò i suoi zoccoli e uscì dalla porta mentre Sara di attardò un po’ , mise prima l’altro zoccolo , guardando verso lo studio e poi posò le belle ditone dell’altro piede sulla suola di quello in cui stavo io che urlai spaventato, non abbassava lo sguardo! Non mi avrebbe visto e forse potevo fare una brutta fine, infatti fui investito dal suo alluce e caddi sulla moquette , vidi le dita posarsi maestose su tutta la suola dello zoccolo e poi la donna se ne andò, feci un respiro di sollievo per il pericolo scampato e poi sentii Sara dire:<< buon giorno signorina! >> un attimo dopo entrò Vanessa , bella , mora , con i capelli lisci , indossava un tayer beige e le calze color carne ai piedi dei sabot aperti davanti , no proprio in stagione ma bellissimi , attraverso il tessuto delle calze si vedeva lo smalto rosso sulle sue unghie e pensai : << ho fatto bene ad aspettare! >>.Un attimo dopo che fu passata , immensa e bellissima davanti me, la vidi mettersi comoda alla scrivania e la osservai incredulo quando si sfilò le scarpe per restare con i piedi solo velati dalle calze poggiati sulla moquette , sorrisi e mi avviai verso di lei.
Ecco cosa dovevo fare , nascondermi sotto la sua scrivania e godermi le sue belle estremità per tutto il tempo possibile , poi mi sarei fatto notare e le avrei raccontato che avevo vissuto un’esperienza terribile . Tanto ormai la partenza con Carlotta era saltata.Arrivato sotto la scrivania sentii un odore celestiale e osservai i suoi immensi piedi posati maestosamente sul pavimento , qualche istante dopo accavallò le gambe e mi mostrò la pianta in tutta la sua possente bellezza e morbida sinuosità, era enorme , tanto grande che non osavo pensare alla fine che avrei fatto se ci fossi finito sotto.Mi avvicinai ai sabot che aveva sfilato e salii sulla suola di uno di questi , mi chinai e godei quel momento di annichilimento , ero eccitatissimo ma ecco che la voce di Vanessa squarciò l’aria :<< Avvocato!! >> io sobbalzai e caddi sulla moquette , pesantemente , alzai lo sguardo e vidi Vanessa chinata sotto la scrivania , mi fissava con i suoi stupendi occhi chiari ed aveva il viso severo:<< Ma , che cosa sta facendo qui sotto? E come mai è così piccolo?? >> io le urlai :<< Non ha idea che incubo! >> cercavo di salvare la faccia ma Vanessa scosse il capo:<< non la sento , è troppo piccolo! Vado a prendere il rimpicciolitore nel suo studio , così poi mi spiega cosa ci faceva nella mia scarpa! >>si allontanò dopo aver indossato le scarpe , sembrava irritata , forse solo per l’imbarazzo che le avevo causato. Uscii allo scoperto da sotto la scrivania e la aspettai li all’ingresso , Vanessa si attardò e tornò a mani vuote:<< Ma dove è il rimpicciolitore ? >> mi chiese avanzando gigantesca verso di me e facendo tremare il pavimento, io non ne avevo idea , sarebbe dovuto essere nei miei vestiti che erano sparsi nel mio studio , ma forse le donne di servizio li avevano raccolti e mandati in lavanderia , non sapevo che fare e come rispondere a Vanessa , così mi assalì un ansia terribile.
Vanessa posò i due piedoni davanti me , vicinissimi , tanto che dovetti indietreggiare per poterle vedere oltre le ginocchia. Il suo viso era lontanissimo e la sua voce mi raggiungeva rimbombando : << Mi spiega che succede avvocato? >>Cercai di gridare e di farmi sentire , ma niente , lei scosse di nuovo il capo, per lo sforzo tossii e lei indietreggiò dicendomi : << Oh! Scusi! Chissà che odoraccio! >>Io scossi il capo e dissi : << ma no! Non ti preoccupare ! >> ma Vanessa si chinò mostrandomi senza preoccuparsi i suoi autoreggenti e le sue mutandine di pizzo nero : << venga , salga sulla mia mano , la metto sulla scrivania! >> io mi avvicinai alla sua bella mano con le unghie lunghe e ben curate , salii sul palmo e lei si alzò lentamente; il suo palmo era morbido e caldo , tanto che quando avvicinò la mano al bordo della scrivania per farmi scendere io inciampai e le finii tra l’indice e il medio, lei strinse e mi lasciò in piedi sul tavolo , senza farmi cadere o ferire.Mi sorrise, era come intenerita da me e continuò:<< avvocato , non vorrei sembrarle superficiale ma così piccolo è un amore e poi vedo che è un po’..eccitato!>> io sorrisi e lei cercò di riprendere un po’ di distacco :<< Se mi dice dove trovo il rimpicciolitore la riporto subito alle dimensioni normali! >>Urlandole praticamente nell’orecchio riuscii a spiegarle che forse le donne delle pulizie avevano porato tutto in lavanderia , così Vanessa mi prese tra l’indice e il pollice , stringendomi con i sue polpastrelli su tutto il corpo e si avviò verso la lavanderia . alle mie spalle il suo immenso seno mi dominava completamente. Giunti in lavanderia Vanessa andò nella stanza vicina e mi lasciò su una lavatrice , assicurandomi che avrebbe trovato tutto al più presto, ma mentre lei non c’era arrivarono le due domestiche , ridendo. Io le guardai entrare , entrambe tenevano qualcosa in mano e la tenevano stretta nel pungo, a Sara spuntava il mio rimpicciolitore dalla tasca e io capii che probabilmente lo aveva trovato nei vestiti …esitai e poi vidi le due chinarsi e lasciare cadere dalle loro mani 6 piccolissimi tesserini…o no! Erano inquilini del palazzo! Li avevano rimpiccioliti! Le due si sfilarono gli zoccoli e restarono a piedi nudi davanti al piccolo gruppetto di minuscoli uomini , si sentivano dee e li guardavano come se fossero insetti ; Sara disse allungando il piede verso quei poveracci e divaricando le lunghe dita :<< annusate insetti , altrimenti vi schiaccio come delle formiche! >> vidi tre di quei ragazzi avvicinarsi ed annusare con riluttanza , poi Sara gli posò le dita sopra e calcò con violenza , calpestandoli e spappolandoli sotto le dita del piede nudo; di loro non restò che un po’ di sangue :<< Mio Dio! Mara! Non ho mai goduto così tanto , prova anche tu! È una sensazione stupenda , ho calpestato sotto il mio piede…delle persone! >>Mara era riluttante:<< Ma io veramente non voglio ucciderli! Giusto divertirmici un po’! >>e così dicendo si chinò sui restanti tre sorridente. Questi presero a correre , notai che una di quelle piccole creature alla mercé delle due perfide gigantesse era una donna… oh Dio! Era Carlotta !! probabilmente mi era venuta a cercare e ora era vittima di quelle due! Ebbi l’istinto di correre verso di lei per salvarla ma giunto sul bordo della lavatrice restai impotente!
Sara disse : << non possiamo lasciarli vivi altrimenti ci denunciano e siamo finite! Cmq se tu non vuoi li pesto io per benino! >> Mara titubò ma poi disse :<< hai ragione , però almeno la puttanella dello studio legale la voglio sentire scomparire sotto il mio tallone!! >>Carlotta continuava a correre disperata , la sentivo urlare. Mara le si avvicinò ma poi restò ferma per vedere Sara accanirsi sugli altri due ragazzi.
La bionda gigantessa li aveva superati e i due presero a correre nell’altra direzione , per cercare un riparo sotto la lavatrice , Sara però ne afferrò uno tra l’alluce e l’altro dito , con una tale violenza che sentii le sue ossa rompersi con un suono agghiacciante , poi lo depositò sotto di se e vi scaricò tutto il suo peso , schiacciandolo sotto il tallone carnoso.L’altro si inginocchio implorando pietà , ma Sara sorrise e iniziò ad abbassare lentamente il piede sopra di lui , lo tenne sospeso a pochi millimetri dal suo naso e poi disse : << bacialo! >> il poverino bacciò la pianta sporca e Sara disse : << beh , forse tu avrai salva la vita! >> allontanò il piede e raccolse il piccolo uomo nella mano per poi infilarlo nella tasca del grembiule dicendo: << spera che non mi scordi di te! >> poi si voltò verso Mara e disse : << su , schiaccia la puttanella , sennò ci penso io ! >> Mara guardò Carlotta ansimante ai suoi piedi , restò colpita nel vedere come il suo alluce sarebbe stato sufficiente a mettere fine alla sua esistenza per sempre ma in quell’attimo di esitazione Carlotta prese a correre velocissima verso la porta che portava alla stanza dove era Vanessa, li era pieno di ceste e vestiti, si sarebbe salvata , ma ecco che Vanessa apparve alla porta , Carlotta si fermò e urlò poi finì schiacciata sotto la suola del sabot di Vanessa, ignara di tutto.<< Oh , salve , che fate già in lavanderia? >> le due donne fecero finta di niente.Io ero disperato per la sorte di Carlotta, era stata colpa mia!
<< cercava qualcosa signorina? >> Chiese Sara , Vanessa scosse il capo e poi rispose :<< solo il rimpicciolitore dell’avvocato, lo deve aver perso tra i vestiti! >>le due ragazze di guardarono e un attimo dopo rimpicciolirono Vanessa che urlò presa dal panico. La restrinsero talmente tanto che quasi non riuscivo a vederla , poi fu mara e pestarla sotto la pianta dicendo: << abbiamo fatto una carneficina! Non possiamo avere testimoni! Andiamo a lavorare e facciamo finta di niente! >>Sara annuì , sorpresa per l’improvvisa risolutezza della collega , poi uscirono. Non mi avevano visto , e io per il momento ero l’unico testimone, presto, pensai , anche il ragazzo che Sara aveva risparmiato avrebbe cessato di esistere, ma troppo disperato per agire.
Continua...
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