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Odio e Amore

Part III sent by Packy and uploaded on data 28/August/2004 16:55:21


Daniela giocherellando con le dita, mi strinse nel suo pugno, in breve l’attrito provocato dalla gomma dei guanti provocarono dei vistosi lividi sulla mia delicata pelle, più si arrossava, più lei muoveva le dita, le mie urla non servirono a molto, anzi, le tre donne sghignazzando, iniziarono a sfottermi e a macchinare giochi crudeli e innominabili. Ad un tratto Daniela aprì il palmo, e io li, inetto, pieno di lividi, sporco di merda e urina, mi appoggiò sul tavolino di sala e mi venne ordinato di non muovermi, “Sta fermo li, se ti muovi, quello che resterà di te sul tavolo, sarà sufficiente pulirlo con un pezzo di carta da cucina….”, ridendo Daniela continuò “..hai capito? Rendo l’idea si o no”, chiaramente visto che lei si attendeva un ricevuto, annui con la testa e di li non  mi mossi, attendendo le loro prossime mosse.

Le tre si allontanarono abbastanza da me da non farsi sentire, le vidi a rovistare tra i cassetti della cucina, e ridendo una di loro afferrò un mestolo e indicandone il manico fece scoppiare le complici con una fragorosa risata, alcuni attimi dopo le tre mi raggiunsero attorniando il tavolino, Sandra brandendo il mestolo disse “Bene Giorgio eh eh, sono ansiosa di prenderti in culo.. su dai non fare quella faccia, adesso ti facciamo vedere come. Tu da bravo ti fai legare al manico di questo mestolo di legno con questo nastro adesivo eh eh, dopo di che io mi metterò a novanta gradi eh eh mentre mi verrai messo nel culo lentamente da Monia, ti va come programmino?”.

Nemmeno il tempo di proferire che Daniela mi afferrò e mi adagiò sul manico, io fui costretto ad allargare le braccia e le gambe, era come abbracciare un tronco di media grandezza, scendere era impossibile, infatti, il mestolo venne sollevato immediatamente, per facilitare l’operazione con il nastro adesivo come pure per non permettermi di fuggire o al limite complicargli l’operazione. Il nastro adesivo mi avvolse appena sopra la vita, muovendo mestolo Daniela si assicurò che fossi fissato bene e poi aggiunse “Non ti preoccupare, ora inizi con Sandra, ma dopo ti fai pure i nostri buchi eh eh…”, io urlai, ma non feci in tempo, prima un fetore inimmaginabile e poi fu buio, caldo e irrespirabile, sentii il calore tiepido e più venni introdotto più i pezzi di merda mi si spalmavano sul corpo, avevo quasi raggiunto il limite, venni estratto, una lieve sensazione di fresco, e le udii “Ma guarda come è sporco, il faccino non si vede nemmeno più…”, un attimo dopo, mi venne tolta la merda dalla faccia, quel minimo indispensabile per poter avere un dialogo. Sollevato fino all’altezza degli occhi di Daniela lei iniziò “Bene ora siamo pronte per l’interrogatorio, prima domanda, ho visto che avevi dei documenti segreti nel tuo cassetto, ce ne sono degli altri? E se si, qualcun altro ne è a conoscenza? Rispondi”, io non avevo alternative, “No sono tutti quelli che ho trovato, e gli ho trovat….”, venni interroto “Non ti ho chiesto dove li hai trovati, dimmi chi ne è a conoscenza!”, e io cercai di farle capire “Non so chi ne è conoscenza, in ogni caso come gestore del sistema informatico avevo accesso anche ai file delle tue collaboratrici qua presenti, è meglio che lo chiedi a loro!”. La cosa non passò inosservata e le due vistesi accusate reagirono assai violentemente, “Non ascoltarlo, e solamente un verme che spacciato ci accusa, è un disperato tentativo di…”, le due vennero bloccate subito da Daniela “BASTA VOI DUE, ora lo sistemo io..” e rivolgendosi a me aggiunse “…allora vuoi fare il furbo, bene, le carte le ho trovate nel tuo ufficio, troppo facile accusare le mie due fidate collaboratrici, non vuoi parlare, vedrai che io troverò il sistema di farti cambiare idea…”, rivolgendosi a Monia “Togliti la gonna e gli slip, il signorino deve farsi degli altri fanghi eh eh”, ero disperato, da li poco avrei subito di nuovo la terribile esperienza di essere inserito in un buco del culo, Monia si adagiò comoda sul divano e chiese a Daniela di darle il mestolo “Dammelo, lo voglio inserire io, visto che posso regolare la profondità…” rivolgendosi a me “Buon divertimento eh eh”, e in un attimo mi ritrovai nuovamente inserito in un enorme ano. Fortunatamente eseguendo lei stessa l’inserimento non era in grado di farlo linearmente, bensì quei leggeri movimenti in avanti e indietro ne permettevano a tratti il penetrare dell’aria, si fa per dire, fresca, non mi passò inosservato il dilungarsi della tortura, fui in grado di percepire le animate discussioni tra le altre due, in effetti Daniela stessa preoccupata ordinò a Monia di smetterla, non le fu facile farla obbedire, a testimonianza di questa mia impressione, fu il violento strattone del mestolo per estrarmi. Io tossii e capii che fu Daniela che mi aveva tolto, vedendomi ancora vivo si tranquillizzò, Monia invece apparve delusa, come se la sua vera intenzione fosse quella di non punirmi, bensì di eliminarmi. Anche Sandra non esultò, Daniela incurante proseguì con me “Allora, riprendiamo l’interrogatorio, eh eh allora!”, io le ripetei le stesse cose, cercando di aggiungere dei particolari a beneficio della mia causa, lei non soddisfatta ordinò alle due “Datemi il contenitore della pipì eh eh, il nostro stronzetto ha voglia di farsi un bagno rinfrescante eh eh eh” e poi aggiunse “Non è vero? Con tutta quella merda in faccia un bagnetto te lo faccio fare, in men che non si dica mi ritrovai a mollo con la testa completamente immersa, cercai di dimenarmi, purtroppo il nastro adesivo mi teneva vincolato al manico del mestolo, e il tempo passava, le mie forze lentamente cominciarono a venire a meno.

Venni estratto e la mia seviziatrice continuò con le medesime domande, il suo intento era capire non cosa volessi fare, ma appunto, se vi erano altre prove e se qualcuno ne fosse stato a coscienza, si effettivamente qualcuno ne era a conoscenza, me ne guardai dal rivelarlo questo per l’incolumità stessa di quella persona, purtroppo altre prove non ve n’erano. Senza sosta fui costretto a farmi svariati ammolli nella nauseabonda urina delle tre e fui costretto a farmi svariate visite nei rispettivi giganteschi ani, ero sfinito, purtroppo le cose fossero continuate così non avrei potuto resistere a lungo.
Il telefono squillò e Daniela guardando l’ora tarda esclamò “Chi cazzo è a quest’ora? Pronto….Tu!!!, ma hai guardato l’ora…. Se è importante me lo potevi dire domani, mi avresti trovata in ufficio… o.k dimmi…” una breva pausa quasi interminabile “…sentimi tu, Giorgio, quello stronzo mi ha dato le dimissioni, e non voglio più saperne ci ha lasciato nella merda con il sistema informatico dell’ufficio, mi sa che gli faccio causa pure..” non mi fu chiaro chi era il fantomatico interlocutore, mentre io mi ponevo questi giustificati quesiti, la conversazione proseguì e dopo un paio di minuti Daniela troncò la discussione “…adesso basta, sono stanca, mi trovi domani in ufficio sul presto, dopo devo andare in tribunale. Ciao”
Dopo aver spento il telefonino “Che rompi palle..”, e guardando l’orologio nuovamente “..bene ragazze se fatto tardi, con lui continuiamo domani.. ma adesso dove mettiamo questo stronzetto?”
Guardandosi attorno adocchiò il contenitore con la pipì e commetò “Mhmm sii, qua può andare, però non ce n’è abbastanza…” rivolgendosi a Monia e Sandra chiese loro “Non ve ne scappa un altro pochettino?” e prontamente le due si impegnarono al fine di aumentarne il livello, così fece pure Daniela, dopo di che mi ci gettò dentro, constatai subito che il livello era nettamente superiore alla mia statura, per respirare ero costretto a nuotare. Io capii il piano e pregai Daniela di darmi la possibilità di afferrami a qualche cosa, fino al giorno dopo non sarei sopravvissuto.

Inutile dire che non fui ascoltato, anzi furono appunto le due streghe Monia e Sandra che convinsero Daniela a non dar seguito alle mie richieste. Il contenitore venne portato in bagno e li venne lasciato col coperchio aperto e con me all’interno a nuotare, avrei dovuto resistere fino alla mattina, non so come mai, ma ebbi la sensazione che la telefonata di prima mi riguardava, si appunto avevano parlato di me, però non so a che fine. Daniela si accomiatò dalle due perfide ospiti e organizzatasi per la notte, mi raggiunse e dall’alto della sua posizione mi salutò “Ma guarda, il mio ranocchio.. “ io la implorai, ma senza esito positivo, si allontanò e la luce del bagno si spense, e in tutto la casa regnò il silenzio. Gli unici rumori erano prodotti dalle mie bracciate nella pipì. Interminabili momenti. Passarono alcune ore e finalmente scorsi una luce, un ombra e poi la luce del bagno si accese, era Vivan che non notandomi si tolse rapidamente il pigiama, si allargò gli slip e ne tolse il salva slip, per me lei era l’unica speranza, urlai, quasi al limite delle mie forze “Viviannn…AIUTOOOO, ti prg..ooo!”

La mie flebile voce fu udita, lei si avvicinò e sorridendo disse “Ma guardalo qua, cosa stai facendo? Qualche vasca eh eh eh?”, io a stendo le feci capire che non ce la facevo più, e lei ridacchiando “O.K ho capito, però prima voglio togliermi una soddisfazione..”, pose il contenitore in terra e lei sopra di me si accasciò con le ginocchia allargando le gambe, con due dita se la massaggiò e improvvisamente ne scaturì un getto giallastro, caldo e asfissiante, mi colpì al capo, la violenza mi fece andare fino sul fondo, finito la pipì io riuscii a guadagnare la superficie e la vidi con un foglietto di carta igienica, se la stava pulendo, con una smorfia di soddisfazione getto la carta unta sopra di me, io la pregai nuovamente di ottemperare alle mie richieste e davanti alle mie suppliche sembrò cedere e disse “Va bene mi hai convinto, in ogni caso non ti tolgo, non verrei che la zia si incavolasse con me sai lei è molto severa e non tollera nessuna ingerenza nelle sue decisioni, io sono solo un’ ospite”, era sopra di me dicendomi questo e brandendo il salvaslip che aveva tolto lo stava agitando proprio sopra la mia verticale, era sporco, evidentemente la ragazza si era alzata per sostituirlo, io non più tanto meravigliato, attendevo l’evolvere degli eventi, oramai cosa avrei dovuto sopportare ancora!

Come da copione la pezza igienica mi piombò addosso, non ero in grado di capire se questo nuovo evento avrebbe potuto turbarmi, evidentemente no, effettivamente la pezza galleggiando mi offrì un insperato bordo d’attracco e questo in piena notte, non osai contestarla in questo perché come me lo aveva dato me lo avrebbe potuto togliere!

Prima che Vivian spense la luce ebbi la triste idea di scrutare la superficie del salva slip, era una poltiglia di umori e perdite varie, solo ai bordi vi era la possibilità di non entrare in contatto con tutto ciò, i miei spasmodici movimenti dovuti alla mia spossatezza non mi aiutarono di certo a garantire questo, in un attimo capovolsi la pezza e venni cosparso di umori di diciottenne. Inutile dire che il tutto si aggiunse alla mia disperata situazione. Poco dopo realizzai che capovolgendo il salva slip avevo però portato la parte “pulita” in alto, o meglio la parte che era voltata sotto verso l’urina. Con cura mi premunii di salirci sopra, questo perché memore di quanto succede al mare con il classico materassino gonfiabile, finalmente trovai un certo equilibrio e riuscii finalmente a riposare le mie stanche membra.
La notte trascorse tranquilla, questo fino all’indomani quando Daniela, sveglia, entrò in bagno e scrutando la mia piscina poté constatare che ero uscito indenne dalla nottata e questo grazie ad un inatteso aiuto. Ridacchiando mi sollevò e voltando la pezza igienica esclamò “Wow ma guarda un pochino che ben di Dio e tu te lo sei perso, eh eh almeno credo che te lo sei perso eh eh, ma lo sai che sei un pochino maleducato a snobbare il regalino di Vivian, ecco leccane un pochino eh eh eh..”, vi venni strusciato contro su tutta la lunghezza della pezza, tutto quello che avevo evitato durante la notte me lo ero preso in una manciata di secondi e questo senza possibilità alcuna di oppormici. Daniela paga del suo operato mi sollevò fino a potermi fissare negli occhi e dolcemente aggiunse “Ohh ma che pasticcio che sei, puzzi da far schifo, adesso un risciacquo e poi sei come nuovo.

Mi trovai sul suo enorme palmo esattamente sotto il rubinetto, lei incurante che il normale getto potesse procurami lesioni aprì al massimo l’acqua, sono convinto che tale violenza mi fece svenire, testimonianza del fatto che mi ritrovai avvolto in un panno assai morbido e questo con mi somma meraviglia, memore del fatto che alle mie dimensioni niente di quanto utilizzato dalle mie seviziatrici potesse arrecarmi tale sollievo. Appunto aprii gli occhi e mi ritrovai sdraiato avvolto in un gigantesco fazzoletto di seta, e Vivian assistita da Daniela mi stava accuratamente massaggiando, un esclamazione “Ehii guarda zia, ha aperto gli occhi, non lo hai ammazzato… “ continuando a massaggiarmi mi stava toccando in ogni dove, inutile dire che il suo platonico interesse era esattamente in mezzo alle gambe, con semplicità mi stava martoriando i coglioni e non se ne rendeva nemmeno conto, alzai leggermente il braccio, ma lei non capì, purtroppo! In un attimo venni portato sul tavolo di cucina, io a quattro gambe, esausto e completamente spossato alzai la testa, quasi in segno di resa e di supplica in attesa degli eventi, Daniela mi guardò con un espressione di commiserazione e mi disse “Ohh ma sei veramente mal concio, io credo che tu abbia trascorso i tuoi peggiori giorni della tua vita. Sai è giusto che tu sappia che ieri sera ho ricevuto una telefonata veramente interessante, non ci crederai hai una fan’s che per bene tuo mi ha dato delle nuove informazioni a tuo discapito, e io credo che tu abbia agito in buona fede, e fondamentalmente posso anche perdonarti che tu abbia agito scorrettamente con quella intruglio al fine di accattivarti la mia simpatia, ohhh si hai ricevuto tutte le attenzioni del caso, ora però se vorrai mangiare eh eh dovrai ricambiare, che di meglio di una bella leccatina di figa eh eh e non borbottare eh eh, dopo che avrai ottemperato alle miei misere richieste forse ti darò qualche cosa di colazione..” io accennai ad un risposta, lei in risposta “Cosa? Non hai capito ancora che ubbidire ciecamente ai miei ordini è la tua unica possibilità di uscire da questo guaio e adesso datti da fare che ce l’ho bagnata…”.

Lei comodamente seduta, allargò le gambe dove vi venni riposto, la cosa era del tutto irreale, quella situazione la stavo rincorrendo da almeno due anni, da quando l’avevo conosciuta, e ora ero li, imbambolato, ero paralizzato, in effetti trovarsi davanti ad un’enorme figa di oltre due metri non era cosa di tutti giorni. Dall’alto udii gli ordini di Daniela “Allora ci diamo una mossa laggiù..” io annuendo e muovendo opportunamente il capo iniziai, l’odore non era sgradevole anzi era quasi profumata, che ce l’aveva bagnata non vi era dubbio, era una pozza, dopo una decina di minuti trascorsi io a leccare e Daniela a godersi una sfiziosa colazione senti una forte pressione da tergo, mi voltai e vidi un suo enorme dito che mi stava pressando contro le sue labbra, oramai ero quasi del tutto immerso nella sua vagina e continuava a spingere, i miei vani urli non la stavano di certo turbando, anzi la sentivo a gemere, le piaceva, fortunatamente Vivian intervenne “Ma zia devi fare attenzione così lo ammazzi, è così minuscolo devi fare attenzione, dammi ascolto, dagli la colazione che gli hai promesso, al massimo te lo metti nelle mutandine e te lo porti in ufficio, che ne dici zia?” e Daniela *Dici! Forse hai ragione..”, in un attimo mi ritrovai sul tavolo e venni invitato a mangiare qualche cosa, cosa che io prontamente feci, ero affamatissimo, gli innumerevoli sforzi profusi negli ultimi giorni mi avevano distrutto, mentre io consumavo le due erano li a fissarmi, evidentemente il fenomeno da baraccone che io ero suscitava loro interesse, più di una volta Vivian mi offrì cose come yogurt, marmellata e cose affini sempre allungandomi un dito, me ne guardai dal rifiutare, non volevo certo farle incazzare nuovamente, purtroppo la ragazza era un attimino maldestra e il risultato ne fu che in ogni occasione mi ritrovai completamente impiastrato. Il momento culminante fu con lo yogurt appunto, Daniela divertita esclamò “Ma che pasticcio, aspetta che ti do una mano..” era forse meglio dire di do una lingua, venni sollevato e iniziò a leccarmi, erano bordate terribili, accortasi che lo yogurt era finito non ci pensò due volte tenermi sospeso per una gambe e a intingermi nel vasetto in plastica, praticamente lo consumò tutto leccandomelo d’addosso.

Mentre Daniela si stava preparando per uscire, Vivian aprì un altro yogurt e ripeté l’operazione, finito, sbarazzò il tavolo e uscì per andare a scuola, lasciandomi tutto solo ad aspettare Daniela. Dopo tre quarti d’ora entrò in cucina più figa che mai, si era abbigliata con un favoloso tailleur blu, gonna molto corta con spacco, delle stupende calze in nylon, magliettina attillata, inutile dire che il seno era in bella vista, era stupenda, io piccino alla sua mercé, sorridendo si avvicinò e delicatamente come non lo aveva mai fatto mi sollevò fino alla sua bocca, tanto vicino da sentir il suo alito, ero oramai a pochissimi centimetri, le irregolarità delle sue labbra dal mio punto di vista erano assai vistose, malgrado questo restavano ancora assai sensuali, ero ipnotizzato e non mi avvidi che il suo intento era quello di baciarmi in modo assai profondo, io abbozzai un urlo, ma non feci in tempo, mi ritrovai completamente impiastrato di rossetto ero tutto rosso bordeaux, appiccicaticcio, e unto, a stento rinvenni, ridendo lei “Mhmm ma come sei morbido, eh eh, ma ti è piaciuto?” , io annuii e lei “Deve essere terribile essere indifeso alla mercé di una figa come me e venire baciato da una bocca grande come una macchina o magari più!”, io “Insomma…” agli stimoli non si riesce porre freno, era figa e mi piaceva molto, il mio pene in quegli attimi di foga non fece a meno di ergersi e la cosa purtroppo non passò inosservata “Wow, ma allora ti è piaciuto e vedendo il tuo pirlino direi che io ti piaccio, mhmm, sporcaccione che non sei altro, mi sa che seguirò il consiglio di Vivian, una bella giornata in slip non te la toglie nessuno eh eh, quanto di meglio per verificare la tua buona fede eh eh eh..”, io urlai supplicandola, nella mutande ci ero già stato, alle mie suppliche lei aggiunse “Schhhiiiiit, basta, tu per me ora non sei altro che un animaletto da intrattenimento, ogni giorno che vivi ti è concesso, oggi mutandina e basta, così potrò parlare con la tua amichetta e decidere con calma sulla tua sorte…” dicendomi così sollevò la corta gonna e allargando l’elastico degli slip mi ci fece cadere dentro, in un attimo risistematasi l’abito fu buio o quasi, ridendo lei “Eh eh una ripassata al rossetto e poi via mhmmm, che sensazione di potere, oggi per la prima volta vado in ufficio con un uomo negli slip eh eh …” e divertendosi a toccarsi in mezzo alle gambe martoriandomi aggiunse “… su dai divertiti un pochino, leccamela, voglio provare questa sensazione stupenda di dominio totale.” E uscì di casa.

Durante il tragitto fino in ufficio subii ancora dei massaggi, evidentemente la cosa gli piaceva. Arrivata all’agenzia, salutò Monia e Sandra, stranamente erano già arrivate, poi si fermò davanti all’ufficio di Leila, salutandola l’invitò a seguirla, entrate nel suo ufficio e appena chiuso accuratamente la porta, Daniela alzò il tono “Allora cos’è questa storia, ti consiglio di dirmi tutto.” Leila un po’ trepidante e intimorita dall’autoritaria direttrice iniziò con la sua storia, spiegò lei che io le avevo appunto confidato quanto trovato nelle cartelle private di Monia e Sandra e che le avevo chiesto, nel caso mi fosse successo qualche cosa di rivelare tutto quanto a Daniela, a beneficio di tutto quanto, Leila aveva riprodotto tutta una serie di documentazione che io le avevo dato, dentro quel mazzo di fogli vi erano appunto le prove che io ero sostanzialmente innocente incolpando le due giuriste. Daniela scrutò velocemente tutto quanto, le sue imprecazioni contro le due si fecero viepiù intense, prima di congedarla a Leila fu chiesto “Senti dimmi che relazione hai con Giorgio?”, e Leila “Io lo ammiro tanto, e sempre così gentile e premuroso e ora è più di un giorno che non lo vedo e non lo sento, sono preoccupata, io in effetti non posso nascondere che lo amo.”
Daniela mormorò qualche cosa e la lasciò andare dandogli la mattinata libera, dopo un ora o forse più, dalla mia posizione non ero certo in grado di vedere alcun orologio, Daniela si avvicinò al piccolo bar dell’ufficio e armeggiò con dei bicchieri, il tutto borbottando in modo assai arrabbiato “E ora noi, maledette stronze…”, si accomodò alla scrivania e con tono assai conciliante le convocò in ufficio, con la scusa di brindare agli ultimi eventi. Le due entrarono e si accomodarono nelle due agiose poltrone e ridacchiano “Allora a cosa brindiamo?” e in risposta “A voi due, mi sa che diverrete grandi eh eh, cosa vi posso servire? Come non capite vorrei farvi mie socie cosa ne dite?” e la loro reazioni d’incredulità non tardarono, oramai erano in balia delle loro emozioni, io nascosto negli slip di Daniela avevo capito tutto, non vedendo la scena me la stavo immaginando, come aveva ridotto me, ora stava servendo la pozione maledetta a loro. Dopo alcuni minuti alcuni mormorii e flebili urla e poi l’esultanza di Daniela “Eccovi qua, su venite che è ora di fare i conti eh eh, mhmm dove posso mettervi…. A si ecco questo vasetto fa al caso vostro, dentro eh eh”

Dopo un breve pausa, finalmente venni tolto dalle mutandine e depositato sul piano della scrivania, proprio accanto al vasetto dove non con sorpresa vi erano intrappolate tutte nude Monia e Sandra, la mia prima reazione fu il classico dito a mo’ di va a fa un culo. Daniela comodamente seduta sulla sua elegante poltrona in pelle, accavallate le gambe sorseggiando il suo drink disse “Bene e ora Giorgio fatti da parte e guarda come io sistemo i miei nemici…”, non ci mise molto ad estrarre Sandra, la distese sul palmo della sua mano e iniziò a punzecchiarla in malo modo erano colpi micidiali, le sue urla di dolore si erano tramutate in gemiti, con la mano a mezza altezza sopra la scrivania la fece piombare a pochi metri da me, era malconcia, il viso era una maschera di sangue, io mi avvicinai per cercar di prestare soccorso, venni bloccato subito “Alto la, stanne fuori! È un consiglio di amica”, io mi fermai immediatamente, subito dopo fu il turno di Monia, la quale venne afferrata per un braccio e sollevata fino all’altezza dei gelidi occhi di Daniela, mentre si stava divertendo a farla oscillare in malo modo, Sandra accennò ad un tentativo di fuga, stroncato in modo assai crudele, infatti, Daniela in modo fulmineo adocchiò una spilla ferma carte e senza pensarci due volte la impalò, la scena macabra fu accompagnata da una sadica risata “Ah ah non ti muovere troia, da te arrivo dopo ah ah ah”, poi cimentandosi nuovamente con Monia continuò a oscillarla come prima e le disse “Chi la fa l’aspetti cosa volevi fare, maledetta lesbica mi facevate schifo già prima e ora me lo fate di più…” in risposta Monia ebbe la malaugurata idea di ribadire “Sei solo una sgualdrina di quasi quarant’anni e non ti fila più nessuno, si forse riesci a farti unicamente gli uomini non più alti di 8 centimetri come il povero Giorgio…” non finì la frase, stringendo l’indice e il pollice gli spaccò il braccio, dalle urla credo che glielo aveva pure spappolato in effetti “Ohhhh scusa ti devo aver rotto il braccino eh eh, ma fa niente…” e girandosi di un quarto di giro con la sedia lasciò precipitare la disgraziata sul pavimento, dopo di che con un impercettibile movimento la schiacciò come un verme anzi mosse la scarpa come si fa con i mozziconi. Sandra, agonizzante oramai in fin di vita, cercò di chiedermi aiuto, io non potevo fare niente, furono brevi attimi, in quanto Daniela sollevò la disgraziata con lo spillo infilzato nella schiena, lo mosse in modo da farla precipitare a sua volta, e poi le riservò lo stesso destino, si alzò in piedi era possente, bella e cinica, sorseggiando il suo drink schiacciò pure Sandra. Poi prese alcuni fazzoletti di carta e accuratamente pulì il pavimento, li fece in un fagotto e li getto nel cestino della carta dopo che prese un sacco della spazzatura e c’infilò i loro indumenti ora afflosciati sulle poltrone.

Erano quasi le 11.30, nella pausa pranzo venni lasciato nel vasetto, prima occupato da Monia e Sandra, mi rassegnai, pretendere qualche cosa ora era impensabile, era troppo arrabbiata, uscì con il sacco dei vestiti e sbatté la porta. Verso le due del pomeriggio, sentii un vocio lungo il corridoio, erano rientrate, in un attimo Daniela e Leila piombarono in ufficio, il vaso fu sollevato e davanti all’incredulità di Leila, Daniela le spiegò la faccenda, omettendo il fatto che quanto rimaneva di Monia e rispettivamente Sandra si trovava nella pattumiera accanto alla scrivania. Leila logicamente chiese “Cosa fai con le due ora?”, e in risposta “Le ho licenziate, dopo mi dovrai sbarazzare le loro scrivanie, e non ti preoccupare non ci daranno più fastidio, te lo assicuro eh eh, però ora c’è un piccolo dettaglio che vorrei chiarire con il nostro piccolino..”, Leila stava ancora riflettendo e poi esclamò “Senti io so che ti ho dato un bel aiuto, io vorrei chiederti un desiderio…”, sorpresa Daniela “Mhmm, se rientra nelle mie possibilità.. perché no, ma ora ritorniamo al nostro dettaglio, senti Giorgio non ha nascosto simpatie per me, anzi, tu mi hai detto che lo ami, e inoltre tu non disdegni attenzioni e sguardi a Leila, sei d’accordo con me che ora deve chiarire le tue posizioni, perché il piede in due scarpe non lo puoi mettere! O sbaglio, Giorgio? Allora aiutaci a capire…”.

Daniela era astuta, e lo stava dimostrando ancora adesso, qualsiasi risposta avessi dato una l’avrei accontentata e l’altra no, e non volevo nemmeno pensare ad una donna gigante arrabbiato con un omino di pochi centimetri, ci pensai e valutai molte cose, Leila era giovane e non nascondo che una donna più attempata mi aveva sempre attratto e così optai per Daniela, la quale vistasi scelta si rallegrò, aveva vinto anche quella battaglia.

L’altra invece sbottò a piangere e rincuorata si calmò e sempre piangendo aprì il classico libro “Maledetto stronzo, io che io fatto il filo per mesi e tu invece, e va bene non ti preoccupare non mi vedrai più, te la lascio effettivamente è in gamba forse troppo per te, anzi meriteresti di restare piccino così per molto tempo, magari per sempre..” vi furono momenti di animosità, Daniela, mentre Leila si stava sfogando con me, aveva preso una bottiglietta e riversato il contenuto in un ditale me lo aveva porto, era l’antidoto, io incurante di Leila mi appropinquai, stavo per sorseggiare, ma violentemente il grosso bicchiere mi venne tolto da Leila, al quale sghignazzando chiese a Daniela se la faccenda del desiderio era ancora valida, annuendo Daniela la pregò di andare avanti “Ecco Daniela OK hai vinto tu, sei fatta così, sei in gamba e io ti ho sempre ammirata, tu gli uomini li hai sempre avuti come e quando li volevi tu, io ora ti chiedo di riflettere, sei sicuro della sua lealtà? Sei sicura che una volta tornato normale non ti mandi a fa un culo, io ti propongo una cosa, ascolta, tienitelo così per alcuni mesi o forse più, divertiti con lui, umilialo e poi se malgrado questo sarà ancora innamorato, forse significa che è il tipo giusto, cosa ne dici?”, Daniela sgranò gli occhi “Wow, ci sono ancora un sacco di cose che non ho ancora provato, ma ci devo pensare adesso puoi andare, ricordati di riassettare le scrivanie delle due stronze e poi fai qualche annuncio di posti di lavoro per sostituirle.”

Una volta uscita mi guardò e poi disse “Birichina Leila, eh eh, ma ha ragione, per farti tornare normale c’è ancora tempo, tutto questo trambusto mi ha messo agitazione, rinvio tutti gli appuntamenti e me ne vado… cioè ce ne andiamo a fare shopping, tu naturalmente in mutandina eh eh.” Uscì dall’ufficio e sulla soglia dell’ufficio di Leila disse “A proposito degli annunci aggiungi pure quello per un informatico, sai Giorgio ha preso un congedo non pagato a tempo indeterminato…” toccandosi il basso ventre aggiunse “…ora è impegnato con affari molto pelosi eh eh”. Leila capì e sbottò pure lei con un fragorosa risata. Sull’uscio dell’agenzia Daniela ritornò sui suoi passi e rivolgendosi nuovamente alla sua complice “Senti nei dintorni dove posso trovare un negozio di animali?” e con stupore “Come Daniela?”.

Sollevando la gonna mi mise in bella vista all’interlocutrice e commentò “Sai in mutandina si qualche giorno va bene, però devo pure pensare di sistemarlo da qualche parte no! Io pensavo ad una bella gabbia per canarini, non vorrai mica che il prezioso volatile mi scappi eh eh”.

Ricevuto l’indirizzo Daniela uscì canticchiano, sbattendo la porta.

Fine.


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