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Gigantesca kick boxer

Part I sent by Mick and uploaded on data 15/February/2003 19:35:10


Lisa fece un respiro profondo. Erano passate le sei di sera, il sole si avviava al tramonto e una lieve brezza sollevava i suoi capelli biondi. Era ora di andare. Con un movimento un po’ impacciato le sue ciabattine infradito scivolarono via dai suoi piedi. Aveva bisogno di sentire il contatto del terreno con la propria pelle. Lisa iniziò a camminare, lentamente, la frenesia di quella dannata città non riusciva più a coinvolgerla, ora che si stava avvicinando alla sua meta. Continuava a respirare profondamente, concentrata su ogni più piccolo movimento del suo corpo allenato. Non poteva permettersi di sbagliare, avrebbe avuto una sola possibilità, il colpo perfetto che solo quella sera avrebbe potuto tentare. Si stava addentrando sempre più nell’intricato labirinto di edifici, gli unici rumori che sentiva erano quelli delle automobili che venivano fracassate sotto i suoi giganteschi piedi nudi e qualche sirena in lontananza. Davanti a lei si stagliava la figura squadrata del grattacielo che dominava con la sua sinistra imponenza la città, e fino a quel giorno anche la sua vita. A mano a mano che si avvicinava, sentiva che le cose sarebbero cambiate.  

Barry era uno dei pochi rimasti in ufficio, quella sera, e ne avrebbe avuto ancora per molto. Da alcuni minuti aveva cominciato ad avvertire una sensazione di disagio sempre più acuta. Si rese conto che ciò era dovuto ad una vibrazione sempre più insistente di molti degli oggetti che aveva attorno. Provò ad ignorare la cosa, ma ora le oscillazioni sembrava coinvolgessero l’intero edificio. Si alzò dalla scrivania per vedere che cosa stesse accadendo. Guardò giù dalla vetrata, era al 40° piano, anche vista da così in alto, la gente sembrava in preda al panico, ora le oscillazioni stavano diventando veramente forti. Barry non riusciva a capire le ragioni dell’allarme, si precipitò dal lato opposto del palazzo e finalmente la vide. Impiegò alcuni istanti per riconoscerla, ma era inequivocabilmente lei, Lisa, la sua collega. Una ragazza strana, nelle poche volte in cui aveva parlato con lei aveva intuito che era dominata da una sorta di inquietudine persistente, dal desiderio di esprimere una vitalità che invece era continuamente soffocata dalla grettezza della vita quotidiana. Era spaventosamente enorme, con la sua mole umiliava tutti gli edifici attorno a cui si muoveva, e al tempo stesso spaventosamente sensuale, vestita con un body rosso e dei pantaloni bianchi. Stava camminando verso il grattacielo, ne era certo.

Lisa continuava a rimanere concentrata sul suo obiettivo, incurante di tutto quello che le stava accadendo attorno. Si era allenata a lungo a calciare sul sacco di sabbia a casa, provando ad immaginare quale sarebbe stata la sensazione reale con il grattacielo. Impossibile riuscirci, avrebbe dovuto farlo realmente e la cosa sarebbe avvenuta di lì a poco. Barry era in preda al panico, avrebbe dovuto fuggire via di lì, forse era ancora in tempo per salvarsi, ma una forza oscura lo costringeva alla vetrata a contemplare la stupenda gigantessa che stava ormai procedendo sulla larga strada che conduceva all’edificio. Il grattacielo ora era scosso violentemente ad ogni passo di Lisa, Barry doveva faticare non poco per rimanere in piedi.

Lisa raggiunse lo spiazzo antistante il suo obiettivo, guardò giù per un attimo le decine di persone terrorizzate che si allontanavano precipitosamente da lei. Il grattacielo era pressappoco alto come lei, ma questo non significava che avrebbero lottato ad armi pari. Un solo colpo, non avrebbe dovuto sbagliare.

Barry guardava a bocca aperta la sagoma della gigantessa che dominava interamente il panorama. Sapeva che Lisa odiava quel posto. La ragazza stava cominciando ad effettuare degli ampi movimenti per sciogliere i muscoli, non aveva nessuna fretta, nessuno sarebbe riuscito a fermarla. Barry osservò con terrore il gigantesco corpo ruotare di lato, il busto flettersi sul lato sinistro, mentre la gamba destra si sollevava fino alla sua altezza con il piede nudo che si apprestava ad abbattersi piatto contro il fusto del grattacielo, proprio dove l’uomo si trovava. La poderosa pianta arrivò fino ad un paio di metri dalle fragili vetrate del grattacielo; Barry notò come questa fosse lunga come la larghezza dell’edificio e come lui stesso fosse più piccolo del dito più piccolo del piede di Lisa. Questa prima mossa della gigantessa fece scatenare il panico tra i minuscoli osservatori della scena, che intuirono come il grattacielo avesse i secondi contati. Le grida della folla stimolarono ancora di più la furia di Lisa; Barry vide ritornare il piede destro, questa volta con maggior vigore, che si fermò a pochi centimetri dai vetri, facendoli vibrare con l’immane spostamento d’aria. Ora la gigantessa era pronta, chiunque nelle vicinanze avesse un apparecchio da ripresa lo teneva puntato verso di lei. Un bel respiro profondo… Lisa tornò a piegarsi sul fianco sinistro, sollevando e richiamando verso di sé la gamba destra; contrasse violentemente i muscoli, che esplosero come dinamite scagliando il colossale piede proprio dove il suo minuscolo collega si trovava. Barry vide la pianta venire verso di lui senza rallentare minimamente, anzi accelerando sempre di più: una frazione di secondo dopo sarebbe stato spazzato via. La folla impietrita osservò il piede di Lisa penetrare all’interno della struttura, mentre la linea del grattacielo si incurvava sempre di più fino a spezzarsi in due grossi tronconi che in parte si polverizzarono in aria andando a schiantarsi a decine e decine di metri lontano dalla posizione originaria. Lisa rimase alcuni secondi ad osservare il nuvolone di polveri che lentamente si depositavano. Il grattacielo non esisteva più, erano rimasti solamente quattro o cinque piani diroccati. Si avvicinò soddisfatta al moncone rimasto, stampando su di esso l’orma del piede, la firma della sua vendetta.

Fine.






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