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L'Ostaggio

Part V sent by Packy and uploaded on data 27/March/2004 13:08:21


Stanco si, ma non abbastanza d’addormentarmi subito, quella notte era già particolarmente caldo, e giù la sotto si stava trasformando in un inferno. Tutto attorno a me era viscido, la fragranza però anche se invadente era sopportabile, accarezzatomi, dopo essersi sistemata la camicia da notte spense l’abat-jour. La mia speranza era d’addormentarmi subito, speranza vana, infatti, lei stava già russando leggermente, io invece ero ancora lucido, stremato, ma sveglio. Sondai a destra e a manca, allungando le braccia verso i rispettivi orli delle sue mutandine.

Il tessuto mi permetteva qualche movimento, così tentai di spostarmi da un lato, fossi riuscito nell’intento, avrei potuto tentare d’uscire da li, senza però nessuna ambizione di fuggire dalla villa, il mio scopo era solamente togliermi da quella situazione. Sebbene dormisse, ogni tanto si muoveva, voltandosi da un lato e poi dall’altro. Finalmente mi decisi, tutto stava procedendo per il meglio, ma purtroppo l’elastico delle sue mutandine era troppo teso, e mi rassegnai. Abbandonando la zona centrale degli slip per tentare la fuga, non mi ero avveduto che i miei piedi appoggiavano su una cucitura dell’intimo, ora però tale appoggio nell’attuale posizione in cui mi trovavo mancava, lo notai in quanto lentamente e inesorabilmente stavo scivolando in basso, nessun appiglio, li era tutto fradicio, anche le sue labbra vaginali non mi offrivano nessun aggancio, non parliamo della peluria.

Oramai stavo passando attraverso la parte più stretta, il cavallo, ovvero, tra le sue cosce. Sempre più in basso, non ero ancora consapevole di cosa mi stesse accadendo, infatti, in breve il mio moto si fermò, li non era umido come sopra, però mi resi conto che era molto peggio, il puzzo di merda era inconfondibile, asfissiante, vedevo poco, era buio li, come pure in tutta la camera. Non vi era dubbio, a pochi centimetri da me c’era il suo enorme buco del culo. Fuggire non se ne parlava nemmeno, i suoi movimenti continui davano a pensare che non stesse dormendo bene, forse non aveva digerito. Improvvisamente una ventata calda e fetida, mi sentii svenire, dalla tremenda puzza di merda che imperversò, era evidente che la Ferri stesse scoreggiando nel sonno, e io impotente mi toccava subire. Le ore passarono nel dormiveglia, infatti, ogni qualvolta scoreggiava, il tremendo fetore mi destava. Come tutto ogni cosa avrà una fine, pensai, ma l’unica speranza d’uscire da quella infelice situazione era lei.Finalmente giunse l’alba, e poi i primi raggi del sole illuminarono la camera, molto più tardi, la signora si svegliò, si mosse leggermente e, evidentemente ricordandosi che la sera prima, m’aveva bloccato nelle sue mutandine, allungò una mano e allargando l’elastico, s’accertò che io fossi ancora vivo, per lo meno. Non vedendomi subito alzò leggermente il capo, e poi sinceratasi che io ero la, solo un pochino più in basso rispetto a dove lei mi aveva lasciato, sorrise dicendomi “Buon giorno, hai dormito bene spero, scusami, ma stanotte è stata un pochino movimentata, devo aver mangiato troppo ieri, ma… cos’è quell’odorino, che puzza di mer…”, io le dissi “Si è tutta roba tua, cazzo, toglimi da qua ti prego!”, dopo aver realizzato sorrise e aggiunse “Ohhh, eh eh, t’ho fatto qualche puzetta in faccia, ohhh poverino.” Io imprecando “Cazzo, toglimi da qua….”, non finii la frase che lei “Eh eh, certo che ti tolgo da li…”, afferratomi, mi sollevò fino sotto le sue enormi narici, e inspirò “Accidenti, fai schifo, puzzi da vomitare, mentre io vado fare un pochino di jogging prima di colazione ti lascio a mollo, un bel bagnetto ti farà bene, così sarai pulito…. eh eh e sarai più gustoso da leccare.

In cucina c’era già Barbara la cameriera, la quale non avevo ancora avuto la possibilità di conoscere a fondo, era indaffarata nei preparativi per la colazione. La Ferri prese un gran bicchiere da una mensola e lo riempì d’acqua e da un’altezza di circa 5 metri mi ci gettò dentro, notai subito che il livello era almeno di due metri, non toccavo e i bordi erano fuori dalla mia portata, la implorai, nuotare ero capace, ma resistere dentro li a lungo non sapevo, e gridavo “Ti pregooo…, non lasciarmi….”, non degnandomi nemmeno di uno sguardo bisbigliò ad un’orecchia della cameriera e poi sparì dalla mia visuale. Cercai di richiamare l’attenzione di Barbara, forse lei avrebbe potuto aiutarmi, “Ehi…aiut…, ti prego…”, invano, il tempo sembrava non trascorrere, finalmente dopo una decina di minuti sopra comparve l’enorme visino della cameriera, sembrava turbata, e lo capii non appena pronunciò le prime parole, “Come va? Ce la fai?», io nuotando cercai di parlargli “Ti prego, aiutami, toglimi da qua, ora la tua padrona non c’è”, dopo essersi assicurata guardandosi in giro furtivamente, calò fino a filo d’acqua il suo indice, “Afferra qua…”, in breve mi ritrovai sulla terra ferma, sul bancone della cucina. Ora il mio pensiero era uno solo, che intenzioni aveva la cameriera, dopo che mi fui ripreso, la scrutai, e la cosa fu vicendevole, lei sembrava interessantissima più alle mie dimensioni che a come mi sentissi, infatti, e esclamò “Wow, ma sei carinissimo,…” e toccandomi in mezzo alle gambe “…e guarda che bel cazzo, eh eh”, il suo atteggiamento non era certo uno dei più gentili, però in quella situazione, me ne guardai dal protestare, in fondo era stata la mia salvatrice. Barbara era una ragazza di media statura, e l’uniforme da cameriera le donava assai, mora, lineamenti meridionali, insomma una bella gnocca. Dopo avermi studiato a fondo, mi chiese “Hai bisogno di qualche cosa, prima che la stronza rientra?”, e annuii e nell’ordine mi feci accompagnare in bagno per i miei bisognini e poi mi feci dare qualche cosa da mangiare e bere. Terminato mi guardò e disse “Mi dispiace, ma devo legarti ora, sai me l’ha ordinato la signora!”.

Io non più tanto stupito chiesi chiarimenti “Come legarmi?”, e lei, “Si, ti vuole legato ad un mestolo e vuole che ti lasci sul tavolo…”, io impotente lasciai fare senza opporre resistenza, era nel mio interesse, anche se dosati e controllati, i movimenti di queste gigantesche femmine potevano essere letali. Legato come un salame, Barbara sollevò il mestolo e sorrise, “Mhmm ma che bel salame che sei, senti io avrei un desiderio….”, io un po’ frastornato “Si OK, ma dopo te ne chiedo uno io”, e lei proseguì “Ti posso dare una leccatina? Sarò delicata!”, io impacciato mi guardai attorno ero ad almeno 40 metri da terra, prima ancora che gli risposi, mi ritrovai completamente avvolto dalla sua saliva, calda. Ridendo aggiunse “Su dai rispondi, o preferisci venir leccato contro la tua volontà?”, e io con un tono disarmato “Fai quello che vuoi”.

Nei minuti successivi, venni leccato e succhiato in svariati modi e maniere, si stava divertendo. Un rumore, la Ferri stava rientrando, Barbara frettolosamente, mi mise sotto il getto d’acqua del lavello, non ci andò per il sottile, la cascata mi fece quasi svenire, per fortuna durò poco, voleva accertarsi di non lasciare tracce dei suoi giochini, fissandomi disse “Ti conviene far silenzio, se mi freghi te la faccio pagare alla prima occasione che mi si presenta, OK?”. Io accettai e aggiunsi “Senti, fammi un piacere, quando finisci il tuo turno, chiama Samantha, era la mia bambinaia fino a ieri, avvisala e digli dove sono e digli pure d’avvisare mia moglie, ti scongiuro….”.
Una voce graffiante “Cosa state facendo voi due? Rispondi Barbara!”, e la cameriera si voltò “Niente signora, l’ho appena legato e mi stavo accertando che fosse legato bene.”

Alzando il mestolo, glielo porse, la signora lo afferrò, e mi fissò, e disse “Mhmm, ma che carino sei così legato, già le tue dimensioni ti castigano, se poi si pensa che sei pure legato, wow, così il dominio è totale…”, fece ruotare il mestolo per osservare meglio come fossi stato legato “..ottimo, l’hai legato bene Barbara, adesso avvicinati e alza la gonna..”, così fece, e la Ferri abbassando il mestolo lo appoggiò contro le sue mutandine calde e odorose, e la pressione aumentava, stavo per svenire, potevo intendere i loro discorsi “Ma signora cosa sta facendo?”, “Ti sto usando, come sto usando lui, adesso siediti, allarga le gambe scostati gli slip e infilatelo, e godi di questa posizione di potere che hai…” io ero impotente, urlai supplicandola di non farlo, una fragorosa risata “Ah ah ah, sentilo, come urla, senti le sue flebili urla, ora spingi fino in fondo e poi fallo ruotare, lo senti il suo esile corpo, adesso fuori e poi dentro, approfittane..”. Finalmente la luce e una ventata d’ossigeno, pia illusione, venni avvolto da un manto caldo, appiccicaticcio, guardai meglio, un’ombra era il gigantesco viso della Ferri, e proprio sopra di me la sua lingua roteava all’impazzata in mezzo alle labbra vaginali della cameriera, quell’immagine fu fulminea, non appena fuori fui respinto all’interno, interminabili quegli attimi. Sentivo le pulsazioni di Barbara, stavano aumentando, e dopo svariate volte d’estrazioni e inserimenti, notai che il ritmo di tali manovre stava aumentando, all’interno stava succedendo qualche cosa d’incredibile e favoloso, malgrado fossi bloccato all’interno la sentii gemere, stava venendo, attorno a me era tutto un subbuglio, attimi interminabili, ma il solo pensiero che una stupenda ragazza, stesse provando piacere e che io, gioco forza, mi ci trovavo in mezzo, bhé insomma . Tutto si calmò e venni estratto, in un attimo mi trovi davanti allo stupendo visino di Barbara, la quale iniziò a sbaciucchiarmi e a leccarmi, scusandosi “Scusa, è stato più forte di me, e poi mi è stato ordinato….”, io non feci molto caso a quanto mi stesse dicendo, ero letteralmente tramortito.

Il mestolo con me sopra passo di mano in mano e mi ritrovai a tu per tu con la padrona e sorridendo “Mhmm mica male fare da giochino sessuale eh eh, ma questa discussione la proseguiamo più tardi ora andiamo a fare colazione, ho altre sorpresine in serbo per te.” Notai che era abbigliata ancora da jogging, fascia in testa, magliettina leggermente sudata e gonnellino alla tennista, più tardi, avrei notato pure le scarpine da ginnastica.

Sull’immenso tavolo del salone vi si trovava uno splendido vaso, prodotto dell’arte vetraria di Murano, i colori che rifletteva erano stupendi, come pure tutto lo stupendo arredo del salone. Io sempre legato come un salme al mestolo, il quale, mentre la mia aguzzina si stava servendo, fu depositato in malo modo accanto al suo piatto, realizzai pure di come Barbara m’avesse accuratamente legato, come quando ci si trova sdraiati su un tronco di medio diametro, braccia allungate sopra il capo e gambe leggermente aperte legate sul retro, la posizione poco anatomica per me, permetteva la bella visione del mio pisello, lasciato li in bella vista appunto!

Bevendo avidamente un fresco succo di frutta, m’adocchiò e sorridendo, deglutì dicendo “Mhmm, gustoso…”, e raggiunto dal suo gigantesco indice, si cimentò a palpare il mio corpicino con il suo polpastrello, inutile dire che il mio pene le creava ilarità “…eh eh, ma che bel pisellino che abbiamo qua, ti sei divertito prima, di la verità?”, io ancora disorientato riuscii a risponderle “Un esperienza indimenticabile!”. Notai che le mie risposte non erano quelle che lei voleva sentire, il suo sguardo da beffardo mutò, un terremoto accompagnate da violenti bordate mi percossero, la sentii con una voce alterata “Maiale, sempre così voi maschi, scopare, e nient’altro…prendi, maledetto stronzo”. Il mestolo da lei impugnato sventolava violentemente da tutte le parti, ogni tanto si divertiva a sbatterlo violentemente sul tavolo. Io urlai “Bastaaaaa, arghhhh…..”. Lei una volta passata la rabbia, mi sollevò davanti al suo volto e disse “Eh eh, ti piace la figa eh eh, ne avrai quanta ne vuoi, te lo posso garantire, hai iniziato prima con Barbara e ora ti faccio assaggiare la mia, visto che stanotte di sei cimentato con il mio buco del culo ah ah”, “Ma cos….” SQUISHHH “…tro…iaaa”, la sentii ridere mentre, scostandosi leggermente gli slip, abbassò il manico e se lo appoggio contro la sua gigantesca vagina, con dei leggeri movimenti in su e in giù per diverse volte,era accaldata, le labbra come pure l’aroma vaginale erano favolosi, ma devo dire per via delle immense proporzioni assai sgradevole, il giochetto le prese un bel po’, sollevato di bel nuovo mi disse “Questo non è che l’inizio, e adesso dimmi tutto sulle ricerche di Lorena¨”, “Io non so niente”, e lei “Vuoi fare il furbo, eh! Vediamo quanto resisti a mollo nello yogurt, tieni il respiro..” SPLASHH, era finita, avevo ingurgitato quantità enormi di yogurt, dovevo approfittare quando sollevava leggermente il mestolo per respirare, la troia si stava divertendo, infatti con sadismo e cinismo, giocò con me per un bel po’, paga, mi sollevò ad altezza occhi, e mi ripose la domanda, “Cosa vuoi sapere?”, “Per esempio, dove ha le attrezzature e con quale tecnica ti ha fatto quello che ti ha fatto?”, io cercai di soddisfarla, nasconderle l’evidenza m’avrebbe certo peggiorato la situazione. Praticamente una volta ottenuto quanto voleva sapere, svuotò il barattolo dello yogurt leccandolo dal mio corpo, non so dire se fosse stato meglio fare 15 round di box, oppure subire la sua lingua. Soddisfatta aggiunse “Oggi pomeriggio ho già fissato un appuntamento via web cam con tua moglie, sai per il fuso orario, lo sai che si trova negli Stati Uniti per lavoro, ce l’ho mandata io come avrai capito.”

Oramai il suo intrigo mi era del tutto chiaro, l’unico aspetto che non avevo ancora capito era la sua tempestività, per rapirmi in casa, doveva sapere, che fosse stata Samantha, involontariamente, a parlare con la sua amica era chiaro, però la Ferri, evidentemente già prima sapeva delle ricerche di mia moglie, o forse ne sospettava qualche cosa.

Finita la colazione, mi chiese “Non mi hai ancora detto cosa pensi di me, insomma come donna ti piaccio eh eh che mi dici?”, e io “Sei stronza, e mi fai pure schifo, ecco quello che penso”, lo so non ero nella posizione giusta, però quando è troppo. Inevitabile la sua reazione, allargato il palmo dell’altra mano, sbatté il mestolo svariate volte, da quello subito prima sommato alle percosse che stavo subendo, il mio esile corpo doveva essere tutto blu, per via degli ematomi interni, e la sentivo “Arrogante e maleducato, i bambini devono essere puniti quando disobbediscono, visto che sono stronza e ti faccio pure schifo, ecco..” dopo di che mi sollevò e aggiunse “…bello buscarle da una donna, e ancora più bello vederti godere, sapendo che ti faccio schifo, vediamo se il tuo pisellino funziona ancora…..”.

Appoggiatomi alle sue gigantesche labbra iniziò a succhiarmelo, l’umiliazione era totale, gridai, la insultai, malgrado fosse piacevole, la sua saliva stava avendo un effetto placebo ai miei dolori, lentamente il piacere aumentò, ero sul culmine, ed ebbi l’erezione, lei sorridendo mi fece pressione sui coglioni e disse “Fai uscire tutto, su da bravo eh eh, ma che bel getto che hai eh he”.
Chiamò Barbara “Allora, te lo lascio a te, oggi pomeriggio alle 14.00 ho il collegamento con sua moglie, voglio vedere la sua faccia, per il momento te lo lascio in custodia, abbine cure, lavalo e fallo mangiare e fagli fare i suoi bisognini, se vuoi divertiti pure con lui, io esco, volevo prendere il sole, ma penso che me ne vado giù in paese, ci vediamo alle due.”

Uscita di casa finalmente davanti a me si prospettavano alcune ore di tranquillità, premesso che la cameriera m’avesse lasciato in pace, slegato mi depositò sul tavolo di sala, e lei s’accomodò sul divano e allungò le gambe appoggiando i suoi immensi piedi sul vetro del tavolino. Il puzzo era un po’ dappertutto. Allargando leggermente le cosce, ridacchiano e accarezzandosela disse “Allora, io non sono la Ferri, però da quello che ho capito potrei esserti d’aiuto, mi hai chiesto di raggiungere la tua baby-sitter, se non sbaglio?”, io annuii, “Bene, allora se non vuoi il bis di figa, leccami i piedi, adorali, fammi sentire suprema, poi se sarai bravo vedrò di chiamarti la tua ehmmm bambinaia eh eh eh, a proposito anche a lei hai dovuto leccarla?”. Inutile dire che opporsi e competere contro lei era del tutto inutile, reputai che fosse meglio ubbidire, d’altronde avevo solo da guadagnarci.

Il nylon dei suoi collant erano sudati e il puzzo di piedi era asfissiante, inizia a lavorare febbrilmente, malgrado questo, lei ogni tanto borbottando “Ehi giù la! Ci siamo ancora, io credo di no, su forza, adesso t’abbasso le punte e saltaci sopra così che io possa vederti e divertirmi ah ah”, tutto fu molto umiliante, mi chiedo cosa non lo fosse stato veramente nell’ultima settimana, prima con Samantha a seguire con la figlia della Ferri e poi con la Ferri stessa, a concludere con Barbara, c’avevo fatto il callo e me ne convinsi. Finalmente Barbare, prima delle due si decise a chiamare Samantha, la raggiunse e le disse tutto, mi fece pure parlare con lei e la pregai pure di cercare di raggiungere mia moglie, dal tono di voce capii il suo turbamento, forse consapevole che lei, in qualità di ragazza alla pari era l’unica responsabile colpevole della situazione in cui mi trovavo.

Alle due in punto la Ferri instaurò il collegamento web-cam, per l’occasione fui imbracato con uno spago, il quale cappio restava alla sua portata, mi fu pure ordinato di restare da una parte, al di fuori dalla visuale della videocamera. A collegamento avvenuto, comparve l’immagine, era lei stupenda, Lorena, finalmente, non che io dopo ne avrei tratto giovamento, ma in ogni caso lei avrebbe fatto di tutto per salvarmi, in cuor mio lo speravo ardentemente. La Ferri iniziò la discussione “Buongiorno Lorena, sembri sorpresa!”, e dall’altra parte “Bhé Stefania, l’ultima persona che mi sarei aspettata eri tu, tutte le volte che vieni giù al laboratorio, fai di tutto per evitarmi, si direbbe quasi che ti dia fastidio! Correggimi se sbaglio .”, e la Ferri “Arguta, come al solito, la discussione avremo tempo senz’altro d’approfondirla in dettaglio, adesso veniamo al punto per cui io ti ho voluto parlare, dimmi, tu al laboratorio che tipo di ricerche fai? Rispondi in modo semplice con delle terminologie abbordabili.” Lorena alquanto sorpresa, sorridendo “Tu mi odi, non hai mai accettato che qualcuno fosse più scaltro di te, tu mi hai sempre tollerato perché evidentemente ti ho sempre fatto comodo, però purtroppo, io mi occupo unicamente di biogenetica, insomma opero nella manipolazione dei geni delle piante, ti ho risposto in modo comprensibile oppure devo farti un disegno?”, il tono di sfida stava aumentando, e da come la Ferri stava grattando la scrivania con le unghie non so fino a quando avrebbe resistito nel non insultarla. La reazione della mia aguzzina fu “Vedo che sai usare il sarcasmo, ma non mi hai ancora risposto, forse non sono stata molto chiara, io mi riferisco ad eventuali ricerche parallele alla tua normale attività, mai utilizzato cavie o bestioline?”.

Dalla mia visuale, forse anche per l’effetto falsato dei cristalli liquidi dello schermo LCD non vidi l’espressione di Lorena, ma capii dal tono che lei non agiva con sicurezza e disse “Cosa mi vuoi far capire Stefania?”, ridacchiando “Eh eh, io di disegni non te ne faccio, però sai, stamattina mentre stavo gustando uno squisito yogurt con il tuo grazioso maritino, Giorgio, se non sbaglio, o è meglio dire Giorgino, sette centimetri eh eh, appunto dicevo, lui mi ha detto con riluttanza, che tu ti stai occupando di ben altre ricerche. Io gli ho chiesto, questo tra una leccatina e l’altra, gustosissimo, ma che tipo di ricerche, sai lui m’accennava a qualche cosa in merito alla riduzione della materia, non capivo bene, per poco non mi è annegato nel vasetto ah ah ah!”, Lorena perplessa e ancora incredula “Ma cosa stai farneticando, non capisci un cazzo, o meglio non hai mai capito niente, cosa vuoi saperne te di cosa mi occupo io, e poi a te non deve interessare”

La sfida era intensa, erano due donne di ferro, su questo non vi era dubbio, la Ferri era pronta a sfoderare la sua arma, oramai era pronta con il ricatto. “Lorena, io fossi in te mi rassegnerei, hai capito credo, ma ti ostini nel tuo bluff sperando che la verità, inevitabile non sia vera, io di disegni non te ne faccio,….” Sollevandomi a mezz’altezza, proprio davanti alla web-cam mi lasciò a penzolare e aggiunse “…eh eh vedi Lorena che bel gioiellino mi sono fatta? Sai stanotte oltre a farmela leccare gli ho fatto qualche scoreggia in faccia, te l’ho tenuto al calduccio nelle mie mutandine, stamattina me lo sono goduto a colazione e ora me lo trastullo, negli slip oppure a godersi i miei capezzoli opp…” un tono di rabbia, d’impotenza e frustrazione “Bastaaaa, Stefania, t’avverto, se gli fai qualche cosa te la faccio pagare!” inevitabile la risata sarcastica della Ferri “Qua le minacce le faccio io, se non sbaglio l’ostaggio è nelle mie mani, e quindi se qualcuno fa qualche cosa, questa sei tu, primo, rientri in Italia, e domani sera alle 20.00 ci troviamo al laboratorio e mi darai tutte le informazioni necessarie, non fregarmi, mi farò accompagnare da qualcuno competente, così che io possa verificare quanto avrai da dirmi. T’avverto a me costa poco gettarlo nel cesso, quindi a bon entendeur”, io sempre penzolante “Ti prego amore aiutami, questa è pazza!” toccandomi alla vita tolse il collegamento senza nemmeno darle la possibilità di replicare.

Rivolgendosi a me “Hai visto come si fa, cosa pensavi, che mi sarei fatta intimorire da tua moglie, la farò strisciare eh eh…la troia” ridendo mi fece ruotare sempre più velocemente fino a fare l’effetto elica con il mio corpo.

Continua...


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