Vendetta o semplice antipatia
Part I sent by Jryan^ and uploaded on data 25/June/2005 19:23:20
Era un fresco pomeriggio di settembre. Il cielo era azzurro e splendente come d’estate ma in lontananza si vedevano grossi nuvolosi neri , carichi di pioggia. Mentre studiavo all’università in vista di un esame abbastanza difficile, pensai di fare una pausa e feci uno squillo alla mia ragazza, così, giusto per farle capire che la stavo pensando.
La mia ragazza, Maria, ricevette lo squillo ( sentì vibrare il cellulare nella borsa) ma non controllò chi fosse perché era occupata a parlare con la sua migliore amica; Michela. Se ne stavano sedute in macchina dopo essersi fatte un bel giro per negozi e Michela stava facendo a Maria uno dei suoi soliti discorsi che se lo avessi sentito mi avrebbe fatto infuriare.
<<sei cambiata, lo hanno detto tutte!>> disse Michela; <<da quando stai con Riccardo non sei più la stessa! Esci poco con noi per vederti con lui, quasi non ci consideri più!>>
<< ma no! dai , non esagerare! Semplicemente ho un sacco di cose da fare e…>>
Michela non la lasciò finire di parlare:<<no , non giustificarti, io te lo dico da amica: non isolarti! Non starai con Riccardo per sempre!>>
La mia Maria allora rispose :<< e tu che ne sai scusa?! E poi se non sbaglio anche tu scomparti quando si tratta di vederti con il tuo ragazzo!>>
<<lo faccio molto più raramente! E comunque io cerco di continuare ad avere una vita sociale, a parlare con le mie amiche!>>
<< senti Michela, questo discorso mi ha rotto! Non sei ne mia madre ne mia sorella, quindi fatti gli affari tuoi ! ciao!>> concluse bruscamente Maria scendendo dalla macchina e avviandosi verso la sua. In quel momento la sua amica la guardò allontanarsi e meditò qualcosa che alla fine le fece apparire un sorrisetto appena accennato sulle labbra.
Tornata a casa, Maria ,vide il mio squillo sul cellulare e mi chiamò. Parlammo del più e del meno e poi lei mi chiese se la sera ci saremmo potuti vedere :
<<non lo so Mari! Probabilmente devo andare a cena con dei miei amici! Ci sentiamo dopo!ciao!>> risposi io con leggerezza, ignaro che nel pomeriggio Maria avesse litigato con la sua migliore amica per me.
Quando furono le sei di sera decisi che avevo studiato abbastanza e che mi sarei fatto un giro nel centro commerciale poco distante. Lo raggiunsi a piedi e subito andai a curiosare nel negozio di sport aperto da poco.
Ero intento ad ispezionare un nuovo paio di scarpe da ginnastica quando notai passare Michela con al seguito due sue amiche: Laura e Alessia. Come al solito erano molto in tiro , con capelli perfetti, trucco da attrici,smalto trasparente sulle unghie di mani e piedi, camicie e magliette di marca, jeans e scarpe aperte con il tacco alto. Poiché non sopportavo nessuna di loro mi voltai dall’altra parte , sperando di evitare il noioso saluto e lo scambio di finti sorrisi. Purtroppo però sentì la voce di Michela chiamarmi :
<< Ciao Riccardo!>> e le tre mi raggiunsero; << ciao…>> dissi io poco convinto.
<< che fai non saluti ?>> disse Alessia.
<<No! è che non vi avevo proprio visto ! come va ?>> e le baciai tutte sulla guancia. Michela mi disse:<< abbiamo litigato con la tua ragazza!>>
<< davvero? E perché?>> dissi io fingendo un minimo interessamento e cercando di essere dispiaciuto:
<<per colpa tua! Lei non è più la stessa da quando sta insieme a te!>> e a queste parole di Michela annuirono anche le altre due. Per un istante non seppi cosa rispondere, sentivo solamente la rabbia crescermi nel petto e cercavo di trattenerla, per rispetto a Maria.
Michela ,però, non era interessata ad una mia risposta e continuò :
<<Per questo abbiamo deciso di farle uno scherzetto!>> e le due amiche ridacchiarono. A quel punto Michela estrasse dalla tasca uno strumento a forma di penna che avevo visto già da qualche parte e disse:<<Sai cos’è questo? Un rimpicciolitore!>> io sussultai un attimo realizzando cosa mi stesse puntando contro ma un attimo dopo la stronza lo azionò ed in batter d’occhio mi ritrovai piccolissimo, altro circa 3 centimetri, ai piedi delle tre colossali amiche della mia ragazza.
<<Bene! Così mi sei molto più simpatico Riccardo!>> disse Michela guardandomi dall’alto. Io, con il cuore in gola guardai le enormi dita dei piedi di Michela che erano postate davanti me,smaltate e all’interno della cinghia di un sandalo infradito con il tacco di media altezza. Mi sentii un niente e realizzai di essere veramente in pericolo; irrazionalmente presi a correre in una direzione qualsiasi in quel vasto pavimento color crema, ma Alessia mi bloccò la strada facendo schiantare il suo enorme piede calzato da un sabot davanti a me. Lo spostamento d’aria mi fece addirittura cadere all’indietro per qualche metro e andai a sbattere all’alluce di Michela, che prontamente di chinò e mi afferrò stretto tra i polpastrelli di indice e pollice:<<calmati insettino! Lo scherzo è appena iniziato!>> mi fissò con i suoi enormi occhi e poi, tranquillamente mi infilò dentro un pacchetto di gomme vuoto , lo chiuse e lo buttò nella sua borsa:
<<grazie di avermi accompagnato ragazze! Ora vado a casa ad organizzare la serata! Ci vediamo da me dopo cena! Ok?>> disse Michela e le sue amiche annuirono.
Dopo sobbalzi, vibrazioni nauseanti e urti continui, finalemte la scatoletta si aprì e le dita di Michela ci si infilarono per afferrarmi e posarmi sulla scrivania alla quale si sedette.
<<come va microbo?>> mi disse appoggiando i gomiti ai miei alti e guardandomi divertita.
Io mi alzai in piedi e mi guardai intorno; la camera era immensa e guardando penne e oggetti sulla scrivania riuscii a farmi un’idea precisa di quanto fossi piccolo.
<< ora ti spiego in cosa consisterà lo scherzo…>> mi disse Michela avvicinando a me il suo viso e facendomi un occhiolino come se fossi un suo compare e non una sua vittima.
<<Senti Cretina! Fammi tornare normale e piantala! Questo è sequestro di persona eh! Ti potrei denunciare!>> le urlai rabbioso.
<<Calmati! Calmati! Mi metti una tensione!>> mi disse lei facendomi cenno con la mano di stare buono:<< per prima cosa : non ti sento, sento appena dei versetti che mi infastidiscono, seconda cosa : arrabbiarti non ti servirà a niente , quindi sopporta e non rompere!>>
Detto ciò si alzò e camminò fino ad uno scaffale dal quale prese una candela , la accese e tenendola in mano (io , confesso ero molto intimorito), si sedette sul letto , poco distante dalla scrivania e disse :<<Ora chiamo Maria e le dico di venire qui, per parlare e fare pace. Tu sarai presente…o meglio, tu sarai una presenza assenza!>> guardai Michela perplesso , senza capire cosa stesse macchinando; pensai : “forse vuole farmi sentire cosa dice Maria di me alle mie spalle!” ma un attimo dopo avrei realizzato che non andavo incontro ad un normale gioco da ragazzine.
Michela infatti si chinò sul pavimento e fece colare della cera in un punto tra il letto e la scrivania, poi tese una mano per afferrarmi e nonostante io scappai , mi prese con estrema facilità data la lunghezza delle sue dita. Tenendomi per il torace mi portò fin sopra la cera ancora sciolta e poi, dicendo :<< ti brucerà un po’!>> immerse i miei piedi e le mie gambe, fino a metà dello stinco, in quella maledetta cera. Urlai per il dolore e strinsi i denti, mentre lei , ancora, mi teneva saldo tra le dita per non permettermi di fuggire. Quando la cerca si fu solidificata, fortunatamente raffreddandosi, mi lasciò libero ed io mi ritrovai piantato nel bel mezzo del pavimento, impossibilitato a muovermi. Michela spense la candela con un soffio e mi guardò ai suoi piedi, soddisfatta dell’idea che aveva avuto.
Il suo intento era forse il più diabolico che una mente umana potesse concepire, e lo capii in breve, rendendomi conto che li dove mi aveva messo era una parte della stanza molto movimentata, dove si passava spesso.
<<se non lo avessi ancora capito…>> mi disse Michela con il suo tono di voce sarcastico:<< li dove sei è molto facile che tu venga calpestato!>> e sollevò sopra di me il suo enorme piede nudo, mostrandomi la pianta leggermente sporca (dato che appena entrata a casa si era tolta le scarpe); mosse un po’ le dita come per intimorirmi e poi posò l’avanpiede alle mie spalle, posizionando il sio tallone rotondo sopra la mia testa:
<< se ora lo abbassassi tu scompariresti dalla faccia della terra!>> disse, ma poi se ne andò da sopra di me e si sedette sul letto, prendendo in mano il telefono:
<<Sai, vorrei tanto schiacciarti di persona, non mi sei mai stato simpatico… però penso sia molto più divertente invitare qui la tua Maria e stare a vedere se malcapitatamente ti stampa lei sul pavimento!>> e sorrise. Le urlai :<<ma come cazzo ti sono venute in mente queste cose! E poi che diavolo di intenzioni hai!!>> non ero più moto lucido, ero terrorizzato. Michela non mi sentì neppure perché intanto aveva telefonato a Maria e ci stava parlando per telefono. Con tono dolce e pacato le chiese scusa e la invitò a casa sua per cena, insistendo. Alla fine, quando attaccò, mi guardò sorridente e disse :<<Ora non resta che aspettare il tuo amore!>>
Immobilizzato li aspettai per un’interminabile ora e mezza, nella quale assistetti ad uno spogliarello di Michela che si cambiava, incurante della mia presenza, ad innumerevoli noiose telefonate ed infine dovetti subire una vera e propria tortura quando lei, sedutasi alla scrivania, iniziò ad importunarmi con i suoi enormi piedi nudi: << dato che dobbiamo aspettare penso proprio che mi divertirò un po’ a trattarti come se fossi parte integrante del pavimento!>> mi disse, e detto ciò mi posò sopra le dita dei suoi piedi, odorose e un po’ sudate. Mi calpestò costringendomi a piegare il mio corpo in maniera innaturale dato che le gambe erano immobilizzate , ma stava bene attenta a non farmi troppo male; poi mi strinse nella morsa del suo alluce e del secondo dito, mi intimò di baciarle la pianta del piede e me ne porse l’avanpiede, il tallone e l’arco plantare. Naturalmente dopo avermi costretto a baciarle il piede mi prese in giro dicendo:
<<ah! È così che vuoi bene alla mia amica? Non hai nemmeno opposto la minima resistenza! Sei un bel vigliacco!>>
Alla fine suonò il citofono e lei corse ad aprire. Un attimo dopo vidi entrare in camera Michela , sorridente , e Maria, alle sue spalle, bellissima come sempre. Indossava una camicia bianca , dei jenans e delle infradito. Io la chiamai istintivamente ma lei non mi poteva sentire.
Michela passò sopra di me, stando bene attenta a non schiacciarmi e controllò con la coda dell’ occhio cosa facesse Maria, la quale, ignara della mia presenza posò il suo piede destro a poca distanza da me, facendomi tremare , e portando avanti il sinistro fece passare le dita del suo piede a meno di due metri dalla mia testa, creando un vento talmente forte che pensai mi si stessero per rompere le gambe.
Sperai che per il momento in peggio fosse passato, quando vidi Maria sedersi con Michela sul letto.
<<Sta sera Riccardo era occupato ?>> le chiese Michela.
<<si, aveva una cena con dei suoi amici…perché?>> Michela scosse il capo:<< niente , così…perché di solito non vieni mai a casa mia se c’è lui che vuole vederti!>> << Bastarda!>> pensai io.
Maria le rispose :<< ancora questo discorso? Non era acqua passata?>>
<<si, hai ragione scusa! Senti, tra poco vengono anche Laura ed Alessia, però dopo cena, nel frattempo…ordiniamo una pizza ?>> chiese Michela.
<< ok!>> rispose Maria. A quel punto Michela si alzò per prendere il cellulare sugli scaffali, e ordinata la pizza accese lo stereo, mettendo volutamente una canzone che lei e Maria erano solite ballare in discoteca.
<<Bella questa!>> disse Maria alzandosi e Michela si mise a ballare praticamente con un piede ala mia destra e uno alla mia sinistra, dicendo :<<dai,balla tesoro!>>. Maria si mise a ballare di fronte a Michela , facendo le loro solite mosse, ridendo e divertendosi come matte. Io mi ritrovai con i piedi di Michela di lato e quelli di Maria davanti, enormi e minacciosi. Guardando in alto non riuscivo nemmeno a scorgere i visi della mie amiche, poiché erano nascoti dai loro seni.
Mi sentii spacciato quanto Michela indietreggiò un po’ e Maria le si riavvicinò, posò il suo piede talmente vicino a me che per non cadere a causa delle vibrazioni mi appoggiai al suo alluce. In quella situazione bastava che Mria girasse un po’ il piede per farmi scomparire.
A quel punto però entrò nella stanza la madre di Michela che spense lo stereo, seccata e disse : <<insomma! Volete abbassare!>> Maria indietreggiò , lasciandomi illeso e Michela sbuffò per poi iniziare a discutere con la madre.
Poco dopo, mentre cercavo di riprendere fiato, osservando attentamente i movimenti di Maria e Michela, che se ne stavano sedute sul letto a parlare, sentii Maria dire :
<<Comunque questa sera mi ha dato fastidio il suo comportamento, quindi te lo dico io per prima che il tuo ragionamento è giusto!>>
<< Te l’ho detto, gli uomini sono tutti uguali! Poi non sai cosa mi combina il mio ragazzo! Non te lo racconto nemmeno! Sai , a volte vorrei averlo a portata di mano, piccolo come un insetto e schiacciarlo sotto il mio piede!>>
Maria sorrise e disse :<<anch’io>> Michela in quel momento sbottò in una risata fragorosa, lasciando un po’ interdetta l’amica, con la quale iniziò una discussione.
Continua...
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