La galleria d'arte
Part VI sent by Packy and uploaded on data 13/February/2003 21:21:29
....Certo capisco Francesca a casa tuaper cena alle otto, OK, ciao", sentii un mormorio e poiPrisca:- "Ragazze mi spiace, ma io devo scappare, la miapadrona ha già trovato un'acquirente per lo stronzo", nelfrattempo la scarpa prigione venne sollevata ed la montagna dicotone, ovvero la calza di Jessica la quale m'ostruiva l'uscitavenne rimossa, una ventata d'aria fresca, io ero supino sul fondonella punta, li la base dove arrivano le dita era un pozzo d'umidità,sentii Prisca:- "Allora esci da solo o cosa?", rivoltòla scarpa e mi fece precipitare sulla sua mano, strinse subito lamorsa dicendomi:- "Ora noi dobbiamo andare, ci aspetta illavoro, quello vero, fino ad ora ci siamo solo divertiti,salutiamo ed andiamo." Si divertiva ad toccarmi il pene,godeva, lo capivo dall'espressione che faceva. Nel frattempo lealtre non certo contente che io e Prisca andassimo, s'apprestavanoai convenevoli, infatti Prisca lasciandomi nelle mani di Cinziami disse:- "Bene saluta tutti", Cinza mi prese per unagamba e mi sollevò sopra la testa il suo sguardo mi seguiva aprìla bocca e con la lingua si divertiva a torturami, era bagnata el'alito puzzolente io mi dimenavo e cercai d'afferrare la puntadella lingua viscida la quale non si fermava, era impressionantedal mio punto di vista la bocca, le labbra rosso vivo, i dentialcuni macchiati di rossetto, lo sguardo e poi questa linguaminacciosa avesse dosato male la pressione m'avrebbe spappolato,finito la tortura mi disse:- "Io il bacio te l'ho dato, orafai qualche cosa tu eh!", in men che non si dica prese postosul tavolino allargò le cosce m'appoggiò sul vetro proprio inmezzo alle sue gambe e con due dita allargo la zia, era moltopelosa, lei si preoccupò di scostare i suoi peli da me in modoche io avessi avuto la possibilità di trovarmi a tu per tu dellavagina, lei con un tono deciso:- "Adesso leccamela, succhiauna bella fighetta di una quarantenne eh eh eh eh", ora leicon le sue enormi dita m'obbligava contro la carnagione rosa delsuo genitale, la pressione sulla mia schiena era inaudita perchépiù m'addentravo più lei spingeva ad un tratto senza rendermiconto mi trovai in mano a Daniela la quale bramava di leccarmi,leccandomi diceva a Cinzia:- "Certo che hai un buon sapore",mi stava succhiando come un lecca-lecca, Cinzia ribadì:- "Dopose vuoi puoi favorire", subii anche la leccatina di turno diJessica, la quale mi consegnò nelle mani di Prisca, alzò lagonna allargò l'elastico degli slip e mi ci fece cadere dentro,fu di nuovo buio, da li vedevo parzialmente il pavimento oltrenaturalmente alle gambe longilinee, dopo d'allora Cinzia, Danielae Jessica non li vidi più.
In macchina Prisca mi stava anticipandoil programma della serata, infatti ora si stava recando a casa, epoi saremmo state ospiti a cena di Francesa la direttrice dellagalleria d'arte. A casa si tolse tutto, tranne gli slip, infattilo stava facendo, ma vedendomi ad arrancare nel tessuto mi disse:-"Ho un idea, ci laviamo assieme", mollò di colpo l'elasticoe per me fu un contraccolpo terribile, venni sbattuto contro lasua peluria, nel mentre che preparava gli affari per la toilettes'accarezzava le mutandine poi aprii l'acqua della doccia e disse:-"Ora fai attenzione a non bere troppa acqua, vedrai chebello", con lo scroscio era inutile chiamare aiuto, li nonmi poteva nemmeno sentire Prisca, grazie alla batteria dotata delclassico miscelatore caldo freddo, l'acqua era gradevole. Leiinizio a passare il suo splendido corpo con il sapone, allargòpure gli slip e si diede una passata, io lottai per restare neglislip, mollare la presa significava precipitare per 20 metri sulfondo della doccia, avrebbe posto la parola fine per me. Finitodi lavarsi lei uscì e mi estrasse dalla scomoda posizionemettendomi sul lavabo, poi mi disse:- "Sei stato bravo, nonmi sei caduto, una volta ne avevo già perso uno durante ladoccia, non è che sia stato un problema per me, infatti loraccolsi moribondo e visto che non c'era più niente da fare misono divertita, l'ho gettato a terra e con i miei piedini nudi loavevo spiaccicato sulle piastrelle del bagno, fu un godimento asentirlo urlare, tu non capisci che sensazione di potere è perme sentire voi minuscoli uomini implorare pietà inutilmente epoi malgrado questo torturavi fisicamente fino alla morte".Io a quel punto capii che non avevo speranza se pensavo dicommuoverla, eravamo solo oggetti sostituibili facilmente. Iointanto che lei si cambiava e truccava ero bloccato li sul lavabo,ogni tanto mi regalava un sorriso maligno, aveva indossato unaminigonna nera attillata, collant e le classiche scarpe con iltacco, per ora non aveva ancora indossato il reggi e le sipotevano vedere le tette, era veramente una bella visione, notòi miei sguardi e mi disse:- *Ti piacciono porco, non è vero?"e io "Beh! Insomma anche se sproporzionata l'anatomiafemminile se è bella è bella", lei ribadì:- "Beneallora assaggia", mi prese e mi portò al capezzolodicendomi:- "Ecco il mio capezzolo da un altro punto divista, dai con la testolina", il capezzolo vero e proprioera grande come la mia testa o forse più, la pelle molto piùspessa e ruvida era una sensazione strana a sentirla in faccia,lei si divertiva e rideva, "Facciamo tardi.." disse"devo sbrigarmi", finì di vestirsi di profumarsi avevaindossato una camicetta rossa, mi prese e mi getto nella tascadella camicia chiudendomi dentro, indossò una giacca e andammo.
Durante il viaggio mi disse:- "Francescaci ha invitati a cena, perché ha già trovato una cliente per tee appunto ci sarà anche lei". Suonò il campanello, laporta s'aprii, e io immaginai di sentire Francesca, ma invece siuna voce femminile, ma non quella della padrona di casa, supposiuna cameriera e certo donne ricche e benestanti dovevano avere laservitù. La cameriera:- "Mi dai la giacca, che l'appendo",si davano del tu evidentemente si conoscevano bene, nella tascasi fece più chiaro ma in ogni caso non vedevo all'esterno, latasca dove io ero stato riposto l'aveva chiusa, dai rumori deisuoi passi supposi che il pavimento doveva essere molto duro,forse marmo o simile, il rumore echeggiava un atrio molto grande,"Ciao, eccoti, scusa se ti ho interrotto il week-end, ma hogià una cliente per il nostro amichetto, sai la contessa Lorenza,è stata da noi il galleria ieri sera, e li gliene ho giàparlato, entusiasta, tanto che ha già disposto un versamentovincolato sul nostro conto, ora si tratta di presentarglielo, sufammelo vedere", venni estratto dalla tasca e mi trovainelle mani di Francesca, "Ciao, ti sei divertito con Prisca,non sono donne che trovi tutti i giorni, certo che ti a conciatoper le feste, quanti lividi, si vede che non le hai obbedito bene,o no?", io ribadii "Sei veramente una brutta stronza,se pensi d'annientarmi così!", la direttrice indispettitareplicò "Io non ho lo stile di Prisca, io le mie prede leassoggetto al mio diktat con classe e stile, ma confesso che tumi stai facendo perdere la pazienza, se non ti avessi giàvenduto, ti squarterei in due come si fa con i polli, però saila contessa Lorenza a richiesto un esemplare selvaggio ancora dadomare, e tu capiti a proposito, non ti preoccupare avrai paneper i tuoi dentini, e ci rimpiangerai." Francesca:- "Intantoche lasciamo il microbo alla cameriera perché lo pulisca unpochettino e ce lo renda presentabile, vuoi un aperitivo?",Prisca accettò:- "Si perché no!", la direttrice chiamòla cameriera che non avevo ancora visto, la quale non tardò, eraalta come Prisca, aveva i capelli neri lisci a caschetto ed eraleggermente abbronzata, una carnagione splendida e indossava latipica divisa da cameriera, Francesca lasciandomi cadere nellesue mani, dispose per la cena e chi io fossi stato preparato epoi accompagnato nel salone da pranzo secondo precedentiindicazioni. Le mie due seviziatrici si diressero in sala per l'aperitivo,io ora ero nelle mani di questa sconosciuta, la quale cominciò apaspeggiarmi e dicendomi:- "Voi nani siete tutti morbidi edelicati, e tu sei pure carino, peccato che sei finito in mano aqueste due puttane dell'alta società,..", forse un'alleata,ma la mia speranza venne stroncata sul nascere perché leicontinuò "...un insettino carino come te lo dovevocatturare io dopo si che ti avrei fatto gustare fino in fondo l'arte,non la loro s'intende, ma la mia quella del sadismo e dellatotale dominazione della femmina sul maschio, adesso ti devopreparare perché stai per cadere nelle mani di una signoraricchissima che non bada a spese pur di avere al suo cospettosempre nuovi esemplari, pensa uno al mese la sua media, non socosa ne fa, ma penso che una buona parte gli restano in mano, sailei è una grandissima vacca ninfomane e quando la troia staraggiungendo l'amplesso se gli capiti nel posto sbagliato non haipiù speranza, adesso vieni fino ad allora stai tranquillo almassimo ti tocco un poco l'uccello, senti io ti piaccio, insommasono una ragazza con cui ci faresti qualche cosa?".
Io ero profondamente turbato da quandoquesta cameriera m'aveva detto, ed alla sua domanda non risposisubito, io ero li nel palmo della sua mano a litigare con le suedita bramose di toccarmi, e lei mi chiedeva pure se era la miatipa ideale, effettivamente era molto carina ed io risposi:-"Si sei molto bella, ma scusa tu il ragazzo non ce l'hai?","No, recentemente ho rotto, mi è venuta la tentazione diridurlo a dimensioni tascabili, ma poi ho deciso di lasciarloandare, ho capito che io mi diverto solo con i maschiettipiccolini, li posso controllare come voglio e gli faccio farequello che voglio, è più sicuro, una donna con il cuore a pezzitu non la immagini nemmeno, o meglio voi maschi quello cheproviamo noi donne non lo comprendete, e sai una donna in crisipuò fare molte pazzie tra cui ammazzare il suo ex, è per questoche lo lasciato andare, però se un giorno me lo dovessi trovarenegli slip gliela farei pagare, di questo stanne certo.", ioproseguii con l'interrogatorio e chiesi alla cameriera visto cheera abbastanza disponibile:- "Ma come fate a ridurre ledimensioni delle persone?", lei intanto mi stava portando inbagno per pulirmi e continuava a toccarmi:- "Sai loro hannouna ricetta della pozione, una miscela di erbe esotiche, il tuttoiniziò un giorno di alcuni anni fa quando Francesca tornò dall'AmericaLatina, evidentemente ha imparato la tecnica laggiù infatti provòla combinazione di erbe su un suo spasimante, il quale poverinofu oggetto delle sue sevizie per settimane, stufa lo vendette aduna sua cliente della galleria, da li capì che il commercio dell'artepoteva servire da paravento, alla pozione non esiste un antidoto,quindi rassegnati, eh eh eh." Mi depose nel bidè ed aprì l'acqua,intanto che l'acqua saliva divaricò le gambe e dal fondo del bidèla vista era sublime, gambe longilinee abbronzate e portava deglislip quasi trasparenti, gli si poteva vedere tutto, sedendosi sulbordo le potevo vedere meglio la folta peluria imprigionata nellagran parte nella biancheria, lei sorrideva chiedendomi:- "Lavuoi, me la leccheresti se ti mettessi negli slippini è?",io a quel punto dopo aver assaggiato Prisca e le sue amiche, c'avevofatto il callo si fa per dire, e lei mi piaceva era veramente unabella ragazza, io le dissi:- "D'accordo fammi vedere cosasai fare con me, e se riesci a farmi godere", lo so me lastavo cercando, sorrise e ribadì:- "OK, però a me nonfrega niente se tu goda oppure no, sono io che mi devo divertire,qua vale la legge della più forte".
La vasca era pronta ci mise una spugna ela cosparse di sapone, io stavo nuotandoci attorno in quanto illivello dell'acqua era salita, venni sollevato e lasciato caderesulla spugna, nel mentre che lei stava scostando leggermente lemutandine scorgendo la zia, chiuse i rubinetti e disse:- "Ungitibene con il sapone, così mi entri meglio, vedi le mie ditinacome lavorano bene, si sta già bagnando anche lei.", "Ehiche intenzioni hai?", "Io adoro utilizzarvi comeattrezzi sessuali, godo a vedervi solo i piedini che sbattono aldi fuori della mia vagina, più ti muovi all'interno, prima provopiacere e prima esci, capito il concetto?". Sollevò laspugna per portarmi alla sua altezza e con l'altra mano allargòle labbra dicendomi:- "Su dai entra, e lavora bene..",era impressionane io seduto su una spugna e davanti a me una figagigantesca, mi alzai barcollante in quanto lei non aveva moltafermezza a sorreggere la spugna o meglio, i minimi movimentiimpercettibili per lei corrispondevano ad un piccolo terremotoper me. Sapendo che era inutili oppormi mi accinsi ad cercaredegli appigli, lei quasi impaziente mi mise il suo dito medio trale gambe e mi spinse al suo interno, fu buio, riuscivo a stento arespirare tra sapone e liquido vaginale, le piaceva la sentivo agemere e sentivo il suo battito, il suo dito m'impediva di uscireo meglio cadere fuori, la sensazione d'oppressione era micidiale,io di riflesso di dimenavo proprio quello che voleva, ogni tantomi tirava per i piedi e poi mi respingeva in dentro, si divertiva.Non so quanto durò, mi tirò fuori io ero frastornato, ci misiun attimo a realizzare alzai lo sguardo e la vidi sorridere con l'espressionedi soddisfazione disse:- "Bravo, hanno scelto bene, seiveramente forte, ti muovi bene", mi sollevò all'altezza delviso per guardarmi meglio e con l'altra mano mi allargava legambine raggiungendo il pene con un dito mi diceva:- "Chebel cazzo che c'hai, aspetta che ti ripago..", mi portòvicino alla bocca e iniziò a lavorarmi di lingua devo dire moltodelicatamente, effettivamente ogni donna aveva il suo stile, mifissava con il suo sguardo candido, era molto provocante e sexy,massaggiato così e con tutto quel profumo di zia che lasciavo d'istintoil pene divenne turgido e poi eretto, fu un godimento e venni,lei capì e continuò il giochino dicendomi:- "Woww, chebello spruzzo, sei proprio un maialino tutto da leccare sai".Lei una volta pulitomi disse:- "Bene ora sei pronto, unbacio.." SMACK! "..ed ora ti porto nella sala da pranzo",la sala da pranzo era faraonica un camino nel centro ed unosplendido tavolo di cristallo dove erano stati preparati icoperti per tre commensali, nel locale non c'era nessuno, lacameriera mi teneva nella sinistra senza alcuna difficoltà,avvicinandomi al tavolo di cristallo vidi che era tuttoapparecchiato e vicino ad un piatto avevano messo una minuscolasedia, adatta per me, la cameriera ripostomi sul cristallo disse:"Siediti, e ti consiglio di non muoverti quando sarai alcospetto della contessa...non sai nemmeno cosa ti aspetta, eh eheh eh!!!", in quel attimo entrarono nel salone le duetroiette Prisca e Francesca che accertandosi della mia condizioneinfilò una mano sotto le gambe della cameriera, notando che l'avevabagnata esclamò:- "Ci siamo divertite, non è vero? Saipenso che devi essere una vera porcellina in ogni caso sei moltofedele quasi quasi te ne regalerò uno...", suonò ilcampanello che echeggiò per tutta la casa, "Uhuu, èarrivata, vai ad aprire ed accompagnala qui".
Si aprì la porta della sala da pranzo ela vidi, salutando Prisca e Francesca m'adocchiò subito, era piùalta di Prisca, sulla quarantina o forse più, bionda e capellilisci fino alle spalle, indossava un gigantesco cappello con uncompleto bianco ed indossava i guanti e una magliettina di setarossa chiara, occhi celesti, sentivo il suo passo che si facevaavvicinandosi al tavolo via e via più rapido, s'accostò altavolo era impressionante, non nascondeva il sorriso disoddisfazione, si chinò con la faccia alla mia altezza dicendomi:-"Lo sai che sei provocante", io ero seduto sulla sediae spaventato vedevo la sua bocca con queste labbra luccicanti dirossetto, lei era a meno di un metro e disse:- "Lo sai comesaluto le mie prede o meglio cosa gli faccio, gli do una bellapassata di lingua...", non realizzai nemmeno con una manobloccava la sedia con me sopra e con la lingua...SLURP, e dipassate ne fece diverse, poi prese posto al tavolo e allargò legambe, la sua gonna salì leggermente verso la vita e li dalpiano di cristallo del tavolo dove era rimasto vidi che nonindossava le mutandine. La cena iniziò con gli antipasti, lepaste e poi il piatto forte, io ero terribilmente affamato, eradalla mattina che non mangiavo, ed in giornata avevo lavoratomolto, avevo speso molte energie per sopportare le sevizie delledonne giganti, a quel punto chiamai la contessa:- "Ehi si puòavere qualche cosa da mangiare?", un movimento fulmineo e miritrovai disteso sulla schiena sul piano di cristallo, ed sul miopetto come una spada di Damocle le quattro punte d'acciaio dellaforchetta in mano a Lorenza e disse muovendo leggermente laposata:- "Tu quando ti rivolgi a me, devi inchinarti e senzaguardarmi e chiedermi ...MI SCUSI CONTESSA LE POSSO PARLARE- eguarda che io le cose le dico una volta sola, prova adisobbedirmi la prossima volta che ti trasformo in una chiazza disangue, hai capito il messaggio, eh eh eh eh", io cercandodi liberarmi dalla morsa d'acciaio risposi:- "Sii!...va bene,ma ora posso mangiare?", mi venne allungato un pezzogigantesco d'arrosto che divorai, poi ora avevo sete e chiesialla contessa:- "Mi scusi contessa le posso chiedere se èpossibile bere?", lei stava bevendo avidamente dellaminerale mi guardò dicendomi:- "Certo, per te ho unariserva speciale, Francesca la sedia la puoi portare via, lui orabeve dalla mia sorgente.", infatti mi prese e si alzòleggermente dalla sedia e m'infilò fino alla vita tra la suagonna e le cosce, ero bloccato, e mi disse:- "Sopra la tuafaccina hai la mi sorgente, bevine a sazietà, ah ah ah ah ah!!",effettivamente l'aveva fradicia, tutta la peluria era inzuppataed attaccaticcia e l'effetto sul mio corpo era fastidioso ognitanto scostava la gonna per controllare e fare qualche commentostupido.
Dal mio punto di vista le vedevo la zia,le gambe, la gonna e a stento le gambe delle altre mieseviziatrici, le sentivo a discutere, loro stavano mangiando ebevendo sentivo il rumorio dei bicchieri "Ehi ho sete non mipotete far subire questo, puttane che non siete altro", lei:-"Ohh, facciamo i volgari, se hai sete approfittane se nonbevi ti lascio all'asciutto per una settimana, sappi che iprigionieri che sono stati nelle mie mani si sono sempre arresi,sai la sete fa fare cose impensabili, su adesso non rompere piùe bevi, ti posso dire che se non lo fai la prossima bibita per tesarà la mia urina e dopo sette giorni di siccità misupplicherai eh eh eh eh!". Ogni tanto inoltre durante lacena la contessa si divertiva con le dita, prima le inserivanella vagina e poi le allungava fino alla mia faccia, io nonavevo possibilità di sfuggirle, in ogni caso la cena finì e nonfu una mia impressione, la contessa aveva fretta, il dessert nonandò per le lunghe, infatti dopo i convenevoli mi prese miavvolse in un fazzoletto di carta, non capivo se per asciugarmi oscaldarmi oppure per non sporcarla, e mi scagliò nella borsettachiudendola, e fu buio, l'ultima cosa che udii dire dalladirettrice della galleria d'arte a Prisca fu:- "Ah,ricordami lunedì di rimettere il cartello in vetrina per laricerca di nuovo personale per il servizio esterno, eh eh eh eh,siamo di nuovo senza!" e poi....e poi questa è un'altrastoria, se avrò tempo ve la racconterò.
Fine.
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