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L'ambizione di un ladro

Part III sent by Jryan^ and uploaded on data 15/February/2003 20:54:47


La contessa ritornò dal giro in barca nel primo pomeriggio; si fece una doccia ristoratrice e poi se ne andò , con indosso un accappatoio rosso dai ricami dorati , a mangiare nella spaziosa sala da pranzo. Non si preoccupò minimamente di andare a controllare se il suo prigioniero stesse bene, limitandosi a chiedere alla cameriera se cibo e acqua gli fossero stati portati. Gustò dei pomodori maturi e profumati , del pesce fresco e cucinato con maestria , poi, bevuto un bel bicchiere di vino rosso si congedò dalla servitù per andarsene in camera a riposare prima di vestirsi e andare a fare spese a Porto Cervo.

Quando la contessa Mc Heller entrò nella sua camera Marco sussultò svegliandosi da un sonno agitato.<< Oh! Stavi dormendo. mi dispiace averti svegliato così bruscamente!>> disse la donna sedendosi sul letto; Marco la guardò pieno di odio e si voltò dall'altra parte per non vederla. La contessa esclamò: << non sei molto carino a dare le spalle ad una signora .ladruncolo !>> e guardò il piccolo omino nella gabbia , infastidita.

Di colpo Marco sentì le sbarre della gabietta cigolare come se fossero piegate da un peso eccessivo; sentì un forte odore di piedi e si voltò per vedere le gigantesche piante dei piedi della contessa posate sulle sbarre attraverso le quali , la morbida pelle delle rosee estremità della donna, si infilava in modo molto sensuale.<< spero che i miei piedi non abbiano un cattivo odore, perché ho intenzione di tenerli proprio sulla tua gabbia; dato che tu mi dai le spalle, io , preferisco di gran lunga non vederti nemmeno!>> rise Mc Heller guardando i suoi bei piedi posati sulla gabietta e immaginando lo sgomento del piccolo omino al suo interno.Marco si sentì stranamente eccitato da quella visione e dall'enormità dei piedi della contessa che ricoprivano ,maestosi , gran parte della sua prigione. Restò a osservarli per minuti e minuti e la contessa, allungatasi sul letto, regalava stupendi spettacoli al piccolo osservatore: muoveva lentamente le dita carnose , a volte le divaricava dominando completamente il piccolo Marco, altre volte strusciava delicatamente i piedi sulle sbarre facendo cigolare ogni singola congiuntura della gabbia. Marco non era nemmeno più disturbato dall'odore penetrante dei piedi della donna, a cui il suo olfatto si era assuefatto.

Entrò silenziosamente una cameriera , che , vedendo la contessa essersi addormentata si sfilò i sabot per fare meno rumore; camminò verso la gabbia di Marco che era piegata sotto le immense estremità della nobildonna e scosse il capo pensando ad un atto di distrazione della padrona. Sollevò i piedi della contessa dalla gabbietta e poi la prese per spostarla sulla poltrona poco lontana, poi si chinò per vedere Marco e chiese sottovoce :<<ti serve qualcosa? Acqua ? qualcosa da mangiare? È da sta mattina che non venivo a controllarti!>> Marco fece cenno di no e si voltò di spalle alla cameriera che lo aveva catturato e verso la quale provava ancora più odio che per la spietata contessa.Il suo atteggiamento gentile non lo aveva addolcito , e la domestica , offesa sussurrò scuotendo la gabbia:

<< ehi stronzetto! Lo capisco benissimo che sei in una brutta situazione.ma ti ci sei cacciato da solo, quindi cerca di portare rispetto ad una ragazza che si interessa che almeno non muori di fame! >> Marco si voltò con il viso scavato e cupo per dire :<< per favore, lasciami stare! >> la cameriera non sentì una parola , ma dal gesto del ladruncolo ne capì il significato, così si alzò e sussurrò:<<sta mattina hai strisciato per casa come uno scarafaggio e adesso ti comporti come chissà che eroe sconfitto..>> sollevò il bel piede dalle piante chiare e lo posò sulla gabbia spingendo tanto da piegare le sbarre , Marco spaventato indietreggiò. La cameriera non si curava del fatto che in quella posizione stesse mostrando al piccolo uomo i suoi slip bianchi, era solo soddisfatta di vederlo spaventato mentre il suo piede piegava le sbarre della gabbietta:<<se ti potessi tirare fuori da qui dentro ti farei assaggiare di nuovo i miei piedi , piccolo scarafaggio, e chissà che accidentalmente ti possa spiaccicare sotto le mie dita!>> rise e poi se ne andò lasciando a Marco solo l'angoscia di quell'immagine violenta.Calpestando la gabbia la cameriera aveva fatto rovesciare il l'acqua; Marco , naturalmente si agitò e sentendo , per la paura, un improvvisa e pungente sete, iniziò a chiamare a squarcia gola la contessa addormentata. La donna si alzò solo molto tempo dopo; si guardò intorno sconcertata per non sentirsi più la gabbietta sotto i piedi e poi si alzò per stirarsi. Le cadde lo sguardo su Marco che agitatissimo gesticolava per farsi notare; la contessa si avvicinò a lui dicendo:<<chi ti ha messo qui ?>>

Marco non riuscì a far altro che farfugliare agitato, così , la donna sollevò la gabbia e disse mentre si avviò per il corridoio :<< scusami, non posso stare a pensare a te adesso. Ti lascio a una mia fidata cameriera che penserà a te e alle tue esigenze; io sto per uscire, e non ti voglio, nel vero senso della parola, in mezzo ai piedi.>>Scesa fino allo scantinato scalza , la contessa chiamò rimanendo sulle scale e tendendo la gabbia con Marco dentro verso una graziosa cameriera indaffarata a sistemare vari capi nelle lavatrici :<<Scusami, Cristina, ti lascio il prigioniero; occupatene fino al mio ritorno. penso che abbia rovesciato l'acqua , provvedi a dargliene dell'altra.. Adesso scusami, ho fretta!>> lasciò Marco in mano alla cameriera e se ne andò.

La ragazza posò la gabbietta con all'interno il piccolo ospite su una lavatrice e si chinò per guardarlo ; Marco vide due enormi occhi scuri fissarlo, ed un viso dai lineamenti graziosi e dalle labbra carnose occupare tutta la sua visuale :<< Mio Dio come sei piccolo!>> esclamò la giovane Cristina.Marco le sorrise intenerito dal tono dolce della sua voce :<<Mi riconosci?>> disse la ragazza infilando l'indice tra le sbarre , Marco esitò , allora lei continuò :<< .ma sono la cameriera che sta mattina per poco non ti schiacciava !>> Marco annuì ricordandosi della ragazza, e di nuovo turbato fece un sorriso teso alla ragazza.<<grazie al cielo non ti ho colpito, altrimenti non me lo sarei mai potuto perdonare.>> sussurrò timidamente Cristina:<<La contessa ha detto che hai rovesciato l'acqua . hai sete? Vuoi qualcosa da mangiare?>> Marco si sentiva stranamente tranquillo di fronte a quella gigantessa e così annuì ed indicò il tappo dell'acqua. La cameriera aprì la gabbia ed infilò le enormi dita della mano per prendere il tappo; lo andò a riempire al lavandino vicino e poi lo sistemò vicino al piccolo Marco:<< ecco qua.>> disse mentre chiudeva la gabbia, ma poi si fermò e sussurrò:<<ehi. vuoi farti un giretto? Se vuoi ti lascio uscire per un po' dalla gabbia.>> Marco perplesso fu molto attratto dalla proposta ; respirare un po' di libertà era per lui più vitale dell'acqua in quel momento, così annuì sorridente e si alzò:<<però non fare brutti scherzi, altrimenti passo i guai con la contessa..>> Marco si sentì in dovere di obbedire alla dolce cameriera che, dopo averlo preso con straordinaria delicatezza tra le dita della mano , lo posò sul pavimento dicendo:<< bene. adesso scusami ma devo finire di riempire le lavatrici!>>

Marco osservò la bella ragazza svettare sopra di lui, guardò i suoi bei piedi smaltati di rosa mentre si giravano mostrandogli il tacco e il tallone morbido e roseo, e preso da un'improvvisa pace , il piccolo ladro, iniziò a passeggiare tranquillo poco lontano dalla dolce cameriera , che con la sua innocenza e bontà aveva dato un po' di pace al suo cuore furente. D'un tratto si sentirono dei passi, Marco di arrestò spaventato e Cristina si avvicinò veloce a lui, pronta per prenderlo e rimetterlo nella gabbia; posò i suoi piedi alla destra e alla sinistra del piccolo Marco e imbarazzata disse chinandosi:<<mi dispiace farti respirare sempre l'odore dei miei piedi.ma sei così piccolo che non posso fare diversamente!>> i passi si fecero sempre più vicini , così Cristina prese Marco in mano e fece per rimetterlo nella gabbia , ma la famigliare voce della cameriera di colore che prima si era divertita a spaventare Marco esclamò:<< Cristina?! Che succede!?>> Cristina le disse tenendomi stretto nella mano :<< ehi Lisa ! non so come , ma era riuscito a uscire dalla gabbia e sono stata costretta riacchiapparlo!>> la bellissima cameriera dalle lunghe gambe si avvicinò alla collega e strappò Marco dalle sue mani per stringerlo nella sua larga e morbida mano caldissima:<< No! Lisa , non fargli male!>> esclamò Cristina cercando di riprendere Marco e metterlo al sicuro nella gabbia. Lisa guardava il piccolo omino indifeso avvolto dalla sua mano e disse avvicinandolo al viso:<<non gli faccio male.voglio solamente fargli capire che non può essere così stronzo da farti rischiare di essere licenziata!>> Cristina restò immobile mentre Lisa depositò Marco ai suoi piedi e si sfilò i sabot:<<allora.come ti senti insettino? Ti metto paura? Visto quanto sono grande? ti potrei schiacciare sotto le piante dei miei piedi come un chicco d'uva, e non è detto che non lo faccia se tu continui a fare lo stronzo!>>

Marco osservava la gigantessa svettare sulla sua testa e le sue mutandine bianche dalle quali strabordavano i peli neri della sua figa. Lisa sollevò il piede per poi afferrare Marco tra l'alluce e l'altro dito e tenerlo sollevato a mezz'aria; Marco era stretto al petto dalle due dita enormi e agitava le gambe mentre con le braccia si stringeva ai morbidi polpastrelli della gigantessa:<< sarei tentata di stringerti un po' di più tanto da spiaccicarti tra le mie ditone, ma ti vedo interessato alle mie mutandine . piccolo porco.quindi credo proprio che ti farò passare la voglia di eccitarti nel osservare le ragazze dal basso!>>Cristina china ai piedi di Lisa la pregava di lasciare in pace il piccolo Marco che era ormai in balia della bella cameriera che la allontanò colpendola con il tallone del piede in cui stringeva la piccola vittima:<< Ma non gli faccio niente stai tranquilla! E alzati che sembri una schiava tutta china per terra! E qui l'unico schiavetto è il nostro ladruncolo!>> poi Lisa lo guardò e disse depositandolo a terra e divaricando le dita sopra di lui:<<vero? Annusa!>> Marco annusò l'estremità della ragazza che poi gli posò sopra la pianta del piede comprimendolo orribilmente a terra continuando:<< adesso lecca!>> Marco in preda alla paura si trovò costretto a ubbidire alla cameriera che appena sentita la minuscola lingua dell'omino passare lentamente sulla sua pianta per qualche volta sollevò il piede sorridente e disse sollevandosi la gonna:<<.bravo. adesso ti faccio un regalino!>> si sfilò gli slip facendoli cadere ai suoi piedi e quindi anche sopra il piccolo Marco, poi sfilò i piedi e posò il destro sulle sue mutandine sotto le quali vedeva agitarsi il piccolo ladruncolo; lo premette al suolo con decisione sotto il tallone morbido e un po' ruvido e rise. Marco era pervaso dall'odore della figa di Lisa e dalla puzza dei suoi piedi, si agitava compresso dal tallone della ragazza cercando di liberarsi , accaldato ed esausto. Di colpo Cristina intervenne, diede uno spintone a Lisa e sollevò le mutandine da Marco per poi posargli il suo piede vicino , come per difenderlo , dicendo:<<adesso basta! Lo stai torturando brutta pazza!>> Lisa innervosita gridò:<<brutta cretina! Ma che fai?>> Cristina le rispose:<< La contessa non vuole che lo maltrattiamo, vedi di smetterla!>>

Lisa allora le intimò infilandosi le scarpe :<< spera di non ritrovarti mai anche tu piccola come questo stronzetto, perché se mi capiti a portata ti ficco nei miei stivali e mi faccio una passeggiata su di te finché non scompari! Godendomi anche il tuo corpicino scricchiolare sotto le mie dita!>> Cristina allora urlò alla sadica cameriera di colore che se ne andava ridendo senza accorgersi di Marco , che si stava rialzando con il tacco del suo sabot sospeso pericolosamente sopra :<< tu non hai nemmeno bisogno di essere rimpicciolita! Sei così viscida che assomigli a un verme, e sta attenta , che potresti finire spiaccicata sotto i miei sabot!>> Marco vide il tacco appuntito sopra la sua testa , fu veloce nello spostarsi e poco dopo Cristina posò il tacco a terra, Marco fece un respiro di sollievo e si lasciò cadere sul pavimento, spaventato ed esausto. Cristina lo guardò impietosita e chinatasi lo prese nella mano per poi rimetterlo nella gabbia:<<Spero che ti consegnino presto alla polizia. Starai meglio in carcere che qui!>>sospirò Cristina; Marco prese a bere l'acqua fresca e si sciacquò il viso per poi sedersi con la schiena sulle fredde sbarre di metallo piegate in più punti.<<Ti porto nella stanza della contessa, li starai tranquillo. Vengo ogni tanto a vedere se hai bisogno di qualcosa.scusami, ma ho troppe cose da fare.>> disse Cristina mentre saliva le scale rumorosamente. Lasciatomi sul comodino mi chiese :<<va bene qui?>> Marco scosse il capo e indicò alla dolce cameriera il mobile vicino alla finestra , dalla quale, almeno , avrebbe potuto ammirare il panorama.

Cristina posizionò la gabbia tanto bene che la brezza marina entrava e pervadeva le narici di Marco senza infreddolirlo, poi se ne andò.Le ore si susseguirono lentissime; Marco fissava il mare sempre più rosa per il sole che scendeva. Sentiva la casa immersa in una strana quiete, rarissima quando la contessa era in casa, e pensava con nostalgia a Daniela: come avrebbe voluto stare stretto nelle sue mani , e come sperava di poterla riabbracciare presto tra le sue forti braccia. Verso le 19 la contessa tornò dalla passeggiata mondana con pacchi e pacchetti; irruppe nella stanza facendo sobbalzare il piccolo Marco e lasciati i pacchi sul letto disse avvicinandosi alla gabbia e levandosi un foulard:<< Buona sera piccolo prigioniero? Passato un piacevole pomeriggio?>> Marco restò a fissare il mare, ma la donna prese bruscamente la gabbia per spostarla sul comodino, dove la posò pesantemente facendo sbattere il piccolo Marco addosso alle sbarre:<<ho una buona notizia per te: sta sera resterò a casa per assicurarmi che la tua comare chiami per informarmi dei suoi piani e dei suoi risultati. Penso proprio che ti tirerò fuori dalla gabbia e giocherò un po' con te, non so. così piccolo sono molto tentata di "pasticciarti" sotto i miei piedi e di usarti come schiavetto!>> Marco si mise una mano sulla fronte disperato per la lunga agonia che si rendeva conto stava per vivere. La contessa si spogliò davanti a Marco, senza pudore, rimase con la camicia sola indosso e posò i suoi slip sulla gabbietta del piccolo prigioniero.

Marco cercava di distrarsi e di pensare ad altro per non essere catturato dall'erotismo della situazione, ma la gigantesca figa fulva della contessa stava li davanti alla gabbia ed emanava un odore buonissimo che suscitò in Marco una evidente erezione. La contessa se ne accorse e sorrise soddisfatta, si sedette sul letto e si provò un paio di scarpe che da poco aveva comprato : erano dei sandali di A.testoni , con il tacco di media altezza e la cinghia chiara infradito che esaltava la bellezza delle dita dei piedi della contessa. Mc Heller sollevò il piede destro calzato del nuovo sandalo vicino alla gabbietta e disse roteandolo per farlo ammirare a Marco da tutti i lati :<<guarda. ti piacciono i miei nuovi sandaletti?>> Marco era eccitato ma razionalmente non voleva essere coinvolto in una situazione così compromettente che divertiva tanto la contessa, così non rispose seppure fissasse il gigantesco piede della donna:<< su, non fare il superiore, guarda che lo vedo il tuo pisellino!>> disse ironica la donna muovendo sensualmente le dita del piede che Marco ammirava:<<di la verità , non sei mai stato così eccitato in vita tua. il pensiero di essere un omino di 4 centimetri alla mercé di una bella donna di 1.78 ti fa impazzire! E ti fanno impazzire anche i miei piedi! Faccio impazzire tutti gli uomini con i miei piedi.a te che li puoi ammirare così da vicino devo far girare la testa! Non è vero?>> il tono più sensuale della donna e l'argomento portarono Marco ad allentare la tensione e così sorrise nervoso e timidamente, la contessa aprì la gabbia e disse:<<ti concedo di uscire per un po'.. Giusto il tempo di giocherellare con te come se fossi un sassolino in spiaggia e di farti assaggiare le mie estremità. Tranquillo , non ti schiaccio. mi servi ancora vivo.>>

Marco pensò a Daniela , alla rabbia che lei avrebbe provato nel vedere la contessa comportarsi così, esitò restando sulla soglia della gabbietta , ma di colpo vide il piede della contessa, scalzo, piombargli sopra e afferrarlo tra le dita sudate odorose, e leggermente sporche dopo la passeggiata pomeridiana, per poi posarlo sul pavimento.Marco si trovò sdraiato a pancia in su , la contessa si alzò mostrandogli la sua enorme figa che lo sovrastava, infilò di nuovo il sandalo e porse un piede al piccolo ladruncolo che con il cuore in gola lo sfiorò con la mano, la contessa divaricò le dita spaventando Marco e rise per il potere che sentiva scorrere dalla punta dei suoi capelli alle dita dei suoi piedi. Il piccolo Marco avvicinò il viso all'alluce della donna e lo baciò per poi indietreggiare subito, la donna trasalì per il godimento e si sfilò il sandalo per poter donare al piccolo schiavetto una porzione maggiore della sua estremità: << datti da fare!>> disse posando con insospettata delicatezza il piede sopra Marco che iniziò ad adorarla spinto dall'istinto più mistico che egli avesse mai conosciuto.

Dopo qualche minuto la contessa disse allontanando i piedi da Marco , con la figa bagnata :<<ho trovato il tuo posto per sta sera.>> disse , Marco si alzò e indietreggiò sempre spaventato, la donna prese il sandalo in mano e disse: <<ti ficco come una suoletta sotto le mie dita. li non dovrei schiacciarti e mi ti gusto tutta la cena.che ne pensi!>> Marco rendendosi conto del pericolo urlò:<< NO!>> ma la mano della contessa lo afferrò impetuosa.

Continua...



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