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Tra l'estasi e il terrore.

Part III sent by Jryan^ and uploaded on data 23/March/2004 23:00:11


Nonostante la mia riluttanza , capii che mettermi in cammino e cercare nuovamente di farmi vedere da Lorena era l’unica cosa da fare per cercare di migliorare la mia situazione.

Iniziavo ad essere teso , stanco e anche un po’ affamato; infatti , guardando in alto l’orologio a muro, venni a sapere (con mia grande sorpresa) che erano già le otto passate.

Discesi quella montagna di abiti e arrivato sul pavimento rabbrividii per quanto fosse freddo. Camminai restando sempre vicino al battiscopa fino alla porta della stanza che dava sul corridoio e poi continuai verso il salotto.

Il corridoio era inondato dalla luce del tramonto e proiettava davanti un’ombra lunghissima, mi venne un po’ da ridere ma pensai che sfruttare quel fattore mi sarebbe potuto essere di grande aiuto.
Arrivato in salotto mi misi sotto un mobile ed iniziai a scrutare tutt’intorno per individuare Lorena: non c’era, così uscii allo scoperto. Dai boati dei passi della mia colossale ragazza capii che si trovava in cucina, così mi affrettai per raggiungerla. La porta della cucina era praticamente dall’altro lato del salotto e se non volevo impiegarci ore a raggiungerla, camminando vicino al muro, dovevo farmi una bella corsetta ed attraversare gli immensi spazi aperti che mi separavano da Lorena.

Inutile dire che mi stancai dopo poche falcate. La porta della cucina appariva distante e sfocata, ed il pavimento del mio salotto sembrava in salita, così rallentai, e fu una grande fortuna. Lorena, infatti, apparve improvvisamente sulla porta della cucina, nuda, e camminò verso il divano , sempre con il telefono stretto nella mano ed un’espressione alquanto nervosa. Preso dal panico mi guardai intorno alla ricerca di un riparo e me lo trovai subito alla mia destra : il divano. Mi ci infilai sotto ed un attimo dopo i piedoni di Lorena occuparono completamente la mia visuale, calpestando il pavimento su cui prima io mi trovavo inerme; fossi stato più avanti sarei rimasto allo scoperto , e non osai pensare a cosa mi sarebbe potuto accadere.
Lorena si sedette sul divano. Io mi ritrovai con i suoi talloni davanti, così mi ci avvicinai per toccarli ma Lorena si mosse e poggiò a terra le punte dei piedi,incurvando le dita verso il basso, così mi ritrovai con i polpastrelli delle sue dita davanti e le sue piante sopra la testa.

Iniziai a toccarle i morbidi polpastrelli, addirittura mi misi a saltare su quello del suo alluce ma lei rispondeva al mio continuo affannarmi con movimenti bruschi , facendomi cadere a terra ogni volta.
Ad un certo punto Lorena accavallò le gambe e allontanò i piedi da me, allora io , preso il coraggio a due mani , decisi di uscire allo scoperto, di mettermi in piedi davanti a lei e cercare di farmi vedere.
Così camminai fuori da li sotto e costeggiando il piede sinistro di Lorena arrivai sul pavimento sotto di lei. Alzai lo sguardo e vidi il suo enorme piede destro penzolarmi sopra in tutta la sua bellezza; la pianta soffice e rosea si contraeva e si distendeva continuamente mentre la mia ragazza muoveva nervosamente le dita. Camminai un po’ più in la , per far si che il piede di Lorena non mi nascondesse al suo sguardo, poi mi fermai ed iniziai a chiamarla; vedevo solo i suoi piedi, le sue gambe ed il suo viso lontanissimo.

Lorena stava ancora provando a chiamarmi, ed aveva il viso teso e preoccupato. Distrattamente abbassò lo sguardo e mi vide.
<< EVVAI! >> esclamai io salutando Lorena, lei sgranò gli occhi e restò a bocca aperta mentre attaccava il telefono e lo posava sul divano:

<< Oh mio Dio! >> disse :

<< RIccardo… sei …sei piccolissimo! >>
si chinò su di me incredula, posandomi davanti , a pochissima distanza le cinque ditone del suo piede destro:

<< ma come ti è successo?! Per la scossa di prima?! >>
Io annuii e lei allora esclamò:

<< Mi dispiace ! ma guardati! Non sembri nemmeno un uomo…! >> intanto mi avvicinava la mano , esitò un attimo:

<< ti posso prendere ? >> disse.

Io le feci cenno di farlo; improvvisamente ero molto eccitato e l’idea di essere stretto dai polpastrelli delle dita della sua mano era molto erotizzante. In oltre mi sentivo abbastanza tranquillo ora che la mia dolce ragazza mi aveva visto.

Lorena fece per afferrarmi ma poi allontanò la mano, mi guardò perplessa poi mi porse la mano aperta e disse :

<< Sali nel palmo della mia mano, credo sia più sicuro. Ho paura a prenderti tra indice e pollice, sei così piccolo che temo potrei stritolarti! >>

Con non poca fatica mi inerpicai sulla sua mano, salendo tra l’indice e l’anulare e poi camminando (un po’ instabile) sul palmo caldo della sua mano. A quel punto Lorena si alzò lentamente e si accomodò di nuovo sul divano, tenendomi nella sua mano, sospeso all’altezza del suo bellissimo seno nudo.

Mi sentii un po’ strano, eravamo tutti e due nudi sul divano e non stavamo facendo niente ! incredibile! nonostante tutto però la mia gigantessa continuava a piacermi e mentre lei mi guardava li nella sua mano con il viso preoccupatissimo, io mi ritrovai con una grande e sfacciata erezione.

Lorena se ne accorse subito e sorridendo mi disse : << Ehi! Ma anche in formato tascabile pensi sempre alle stesse cose ? >> io sdraiai prono sulla sua mano e le diedi un po’ di baci , poi mi voltai a pancia in su e guardai la mia ragazza che aveva un sorriso malizioso sulle labbra.

<< Bhe, non mi sembri molto preoccupato della tua situazione… ma come ti senti? Stai bene? >> mi chiese e intanto mi iniziò ad accarezzare il pene con l’indice dell’altra mano: era enorme, mi ricopriva falle cosce fino al torace, se avesse voluto , Lorena , avrebbe potuto schiacciarmi e invece era delicatissima e massaggiava con maestria sotto il suo ditone le mie parti intime.

Vedendomi soddisfatto del trattamento , la mia Gigantessa esclamò: << e pensare che avevo paura a prenderti ! >>

Continuò a strofinare il suo indice su di me per qualche secondo, si passò la lingua sulle labbra e io mi accorsi che i suoi capezzoli erano turgidi come non mai; a quanto sembrava neanche Lorena era così preoccupata come voleva dare a vedere. D’un tratto si fermò.

<< ehi! Ma che stiamo facendo! Non è mica una cosa normale che tu sia delle dimensioni di un insetto! >> io mi alzai in piedi , camminai sul palmo della sua mano e poiché Lorena mi teneva proprio davanti alle sue tettone feci un saltino e mi aggrappai al suo capezzolo. Provai una sensazione bellissima , stavo quasi per venire. Puntellai i piedi sulla sua morbida carne e mi strinsi con le braccia al capezzolo duro. Lorena sospirò e decise di aiutarmi nell’impresa tenendomi la sua fredda unghia del pollice sul sedere. Io iniziai a leccare il suo capezzolo e lei , dopo circa due millesimi di secondo mi poggiò tutta la mano sopra, comprimendomi sul suo seno soffice, e si iniziò a massaggiare.

Ero in estasi. Lorena era pervasa da piacere ed io ero eccitatissimo dal fatto che lei , nonostante la situazione così…diciamo.. ai limiti del reale, era eccitata di avermi piccolo come un pupazzetto tra le sue tette.

<< la amo! >> pensai. Lorena , poi allontanò la mano. Io non riuscii ad aggrapparmi a nulla e caddi dalla sua tetta fino alla sua coscia.
<< oh , scusa! Ti sei fatto male amore? >> mi vide rialzarmi e sorrise sollevata. Poi mi avvicinò la mano destra e mi disse : << dammi la tua manina! >> io lo feci e lei mi afferrò tutto il braccio tra indice e pollice, mi sollevò e a quel punto divaricò le gambe , poggiando i piedi sul tavolo davanti al divano. Mi calò lentamente davanti alla sua figa umida e mi chiese:

<< ti fa paura così grande? >> io pensai che non appena avessi sfiorato quella meraviglia sarei voluto infilarmici dentro , a costo di morirci!

Lorena continuò: << a giudicare dal tuo pisello mi sa proprio che ti senti a tuo agio. Eppure lo sai piccolino che mi ti ci potrei infilare tutto intero li dentro? E magari mi piacerebbe anche tenertici! >>
Stavo trasalendo, Lorena si stava divertendo ad eccitarmi con le sue parole e intanto mi faceva penzolare davanti alla sua enorme figa , mi ci avvicinava un po’ e poi mi ritirava indietro. Pensai che non avrei mai più desiderato tanto qualcosa come stavo desiderando, in quel momento, di scaraventarmi sulle piccole labbra della mia ragazza.
Lorena ad un certo punto iniziò a toccarsi da sola e con mia grande delusione mi sollevò fino all’altezza della bocca. Tenendomi sempre penzolante per il braccio mi iniziò a leccare tutto il corpo con la sua lingua bollente, intanto si toccava. Iniziò a contorcersi dal piacere e a leccarmi con veemenza. Io ero al culmine del godimento, anche se le sue poderose leccate mi stordivano, sentire la sua lingua scivolare dai miei piedi al mio addome, soffermandosi con insistenza sul pene, mi aveva fatto perdere il lume della ragione. Venni poco dopo , un po’ sulla lingua di Lorena e un po’ sul suo labbro superiore. Lei nemmeno se ne rese conto. Continuò a masturbarsi e a leccarmi finchè non venne anche lei. A quel punto mi strinse nella mano destra , come per dire “appartieni a me” e si pulì il labbro con una leccata.

Restò un po’ immobile a sospirare sul divano e non accennò ad allentare la presa delle sue dita intorno al mio corpo. Solo dopo un po’ mi lasciò sul tavolino davanti al divano e mi guardò sorridente , con tutte le guance arrossate:

<< credo proprio che noi due abbiamo qualche problema! Ma ti rendi conto? Anche con te ridotto in questo stato ci siamo messi a … >> esitò un attimo e poi continuò: << ..non dico a fare l’amore , ma ti giuro che io sono stata davvero benissimo. Tu? >> io mi sedetti sulla fredda superficie del tavolino. Ero un po’ frastornato e , si , senz’altro anche io ero stato benissimo, ma Lorena , in fondo, mi aveva un po’ ammaccato. << ehi, tutto bene? >> mi chiese preoccupata.

<< si si , non ti preoccupare! >> dissi io e Lorena rise emozionata:
<< ti ho sentito! >> restai perplesso anch’io. Ciò poteva significare che stavo crescendo… che le cose stavano tornando alla normalità spontaneamente. Tirai un bel respiro di sollievo mentre Lorena mi avvicinava il viso , sollevata e curiosa:

<< mi sembri un po’ più grande di quando ti ho preso in mano prima! >> Io non me ne rendevo conto troppo bene però quando Lorena posò la mano sul tavolo notai subito la differenza:

<< si , hai ragione piccola! Sono cresciuto un po’! meno male! >>
<< Piccola? Guarda che anche se sarai cresciuto di un centimetro, fino a prova contraria, io potrei ancora calpestarti tutto intero sotto i miei piedi! >>

<< ma non lo faresti mai vero? >> le dissi io scherzando. Lei mi rispose :

<< bhe, dipende se fai il bravo! >> e allungò una gamba , posando il suo bel piedone sul tavolino. Mi sentii annichilito. Lorena mosse la sua estremità davanti a me , provocante , muovendo le dita e dominandomi completamente con la sua enorme pianta morbida e rosea.

<< dammi un bacino! >> esclamò all’improvviso porgendomi le sue belle ed odorose dita smaltate, io mi ci avvicinai e lei le divaricò mostrandomi tutta la sua imponenza e mandandomi una improvvisa folata di “odore di piede” addosso, non era puzza , era un buonissimo odore;
<< lo voglio li, sotto all’alluce! >> disse e io le obbedii. A quel punto Lorena posò sul tavolo anche l’altro piede e io mi sedei tra di essi. Inziammo a parlare un po’ e le raccontai quello che era successo. Quando le dissi del divano e del fatto che stava per farmi cadere lei si agitò e disse :

<< Meno male che non è successo niente! Non me lo sarei mai perdonato! >>

io continuai : << già, e poi in quella situazione sarò stato anche alto ..più o meno tre centimetri! Cadere da li su sarebbe stato come cadere da una palazzina di otto piani!! >>

Lorena a quel punto si incuriosì: << adesso quanto sarai alto? >> io mi guardai poi cercai di proporzionarmi al piede di Lorena e alla fine dissi: << perché non prendi un righello? Così vediamo con che velocità sto ritornando normale! Non mi sembra di crescere tanto velocemente, potrei pure impiegarci uno o due giorni per tornare esattamente alla mia altezza! >> Lorena allora si alzò e andò a prendere un righello. Tornò poco dopo e si chinò su di me. Poggiò il righello affianco a me e mi disse : << mettiti dritto! >> io unii i talloni e mi misi ben dritto mentre Lorena cercava di essere il più accurata possibile nella misurazione, alla fine disse : << sei più o meno sette centimetri! >> a quel punto si sedette sul divano e rincrociò i piedi davanti a me.
Io restai un po’ in silenzio, pensieroso e passeggiai avanti e indietro sul tavolino, ad un certo punto mi appoggiai al tallone di Lorena e le dissi:

<< Siamo tornati dal mare per le sei no? >> lei guardò un attimo nel vuoto, mordendosi le labbra (faceva sempre così quando ricordava le cose) e poi disse:

<< erano le sei e venti , io sono entrata nella doccia che era appena iniziata quella soap.. >>

io , restando sempre appoggiato al tallone di Lorena (quasi accarezzandolo) ,mi misi a fare un po’ di calcoli. Lorena mi guardava curiosa e intanto muoveva sinuosamente le dita dei piedi, come se non aspettasse nient’altro che afferrarmi.

Ad un tratto io esclamai : << dato che io mi sono rimpicciolito verso le sei e mezza .. al massimo sette meno un quarto , e dato che adesso sono le nove e io sono alto sei centimetri … probabilmente sto ritornando normale con un ritmo di un centimetro e mezzo all’ora! >>
Lorena annuì , e sembrava un po’ pensierosa, allora io le chiesi : << che c’è non sei contenta ? sto tornando normale! Che c’è , ti piaccio di più così? >>

Lorena rise e mi rispose avvicinandomi il piede sinistro e tenendomelo sospeso sopra la testa:

<< eh già ! come hai fatto a capirlo?! Adoro il pensiero di avere il mio ragazzo abbastanza piccolo da poterlo spiaccicare quando voglio! >>
poi , delicatamente mi poggiò sopra il suo piede, io mi sdraiai e aspettai di essere ricoperto dalla sua soffice pianta fino al torace mentre la mia testolina spuntava tra l’alluce e l’altro dito. Lorena mi guardò come se fosse soddisfatta a sentirmi sotto la pianta del suo piede ed io non mi lamentai affatto:

<< come si sta sotto il mio bel fettone numero 43? >> io le risposi :
<< guarda , sei talmente calda e soffice che potrei addormentarmi! >>

Lorena Rise e poco dopo mi sollevò quel piede colossale di dosso.
Decidemmo di andare a preparare la cena e Lorena mi depoistò sul tavolo. Accendemmo la tv anche li in cucina e mentre La mia lei cucinava io cambiavo i canali , contento che i tasti non fossero più tanto duri.

<< stavo pensando… >> disse all’improvviso Lorena avvicinandosi al tavolo e appoggiando al bordo del tavolo la sua nera foresta di peli:

<< ..non è che stiamo un po’ sottovalutando la tua situazione? Ciò è , stai tornando normale , ma siamo sicuri che non hai qualche danno? Che stai crescendo bene? >>
io la guardai perplesso, interessato più alla sua vagina a pochi metri da me che alle sue parole, così risposi distrattamente :

<< ma si dai ! e poi tanto chi ci può aiutare ? i medici non ne capiscono niente di queste cose !>>
Lorena allora esclamò:

<< anche perché penso che tu sia il primo a cui accade una cosa del genere! Ma non sei minimamente preoccupato? >> io scossi il capo. Lorena allora, un po’ innervosita uscì dalla cucina dicendo:

<< io mi vado a vestire ! finché resto nuda tu non riesci a ragionare! >>

<< Ma dai! Non ti preoccupare! Sto tornando normale !!>>
Me ne restai tranquillo a guardare la tv , fiducioso che un ora dopo mi sarei ritrovato più alto e più a mio agio.
Poco dopo tornò Lorena con un pareo , le infradito ed una maglietta bianca che metteva in evidenza la sua abbronzatura. Ci mettemmo a cenare e io mangiai tantissimo…sembrava un sogno…ero in estasi.

Continua...


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