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Prede umane.

Part II sent by ARGO and uploaded on data 09/May/2005 00:45:48


Una fievole luce filtrava attraverso i miei occhi e di colpo mi svegliai, spalancandoli.

Che incubo che avevo avuto! Mi sentivo molto debole e volevo solo bagnarmi un po’ il viso per riprendermi. Un nuovo giorno iniziava ed io avevo ancora del lavoro da finire prima delle ferie. Ma non era facile lavorare in quelle condizioni : la stanchezza, l’aver dormito poco e male, l’incubo…..già, l’incubo. Che cosa incredibile, eppure era così reale,era come se avevo sullo stomaco il peso di ciò che era successo; mia sorella, quelle persone,….va beh, non pensiamoci più.
Così distolsi i miei pensieri e tentai di alzarmi, ma fu quasi impossibile. Un dolore lancinante alla schiena, un senso di vertigini e la stanchezza mi colsero all’improvviso, lasciandomi disteso sul letto. A proposito, il letto. Non mi ero accorto che ero su una superficie dura, anche se sotto di me sentivo della stoffa. Mi sentivo frastornato. Ma che diavolo succede? Avrò mangiato qualcosa che mi ha fatto male? Non credo. Eppure mi sento così strano…..ed il soffitto davanti ai miei occhi non è quello della mia camera….
Nonostante lo sforzo, tento di alzarmi ed inizio ad avere un po’ di paura perché troppe cose non quadrano. Perché sono conciato così?
Riesco a mettermi in ginocchio, mi guardo intorno e resto sbalordito. Questa stanza dalle pareti tutte grigie non è di certo la mia camera e poi è senza finestre. Io ero disteso su un enorme tessuto che sembra un tovagliolo di carta enorme e ricopre tutto il pavimento. E poi qui non c’è il tetto! Anzi, c’è un’enorme copertura decine di metri più in alto! Mi siedo perplesso ed estraniato. Forse sto ancora dormendo.
Cerco di concentrarmi per capire cosa è successo, a partire dal sogno fino ad ora….

Le ultime parole di mia sorella ……questa stanza…..il “tovagliolo” su cui mi trovo…..IL TOVAGLIOLO !…..No, non può essere vero!…Sono stato rimpicciolito! Come quei due ometti! E questa sembra una scatola di cartone! …..”Caro mio fratellino, questo è un gioco e tu ne farai parte”…mia sorella…..allora è tutto vero!

Ero scosso dal terrore, ora che ero più sveglio, anche se a pezzi, mi resi conto che ero alto sì e no 7-8 cm, e da lì in avanti non so cosa sarebbe successo, anche se dentro di me speravo ancora che stessi dormendo. Ma ogni mia speranza fu vana quando iniziai a sentire dei passi molto potenti che si avvicinavano, una porta che si apre e gli stessi passi ancora più forti e sempre più vicini, poi un rumore in alto e tutto si fa buio. Di colpo un terremoto, la scatola che trema in modo tremendo e poi si stabilizza e di nuovo i passi che mi accompagnano. Non c’è bisogno di conclusioni, lo sapete anche voi cosa succede, ed io in quella totale oscurità non riuscivo a tenermi fermo data anche la debolezza. Poi, di colpo tutto si blocca, un ultimo scossone e mi sento cadere per un attimo verso il basso, sbatto su qualcosa, ma è ancora tutto buio e oramai non capisco più niente. Per fortuna sono ancora intero.

Di colpo, la luce. Questa volta di fronte a me. Evidentemente mia sorella ha rovesciato la scatola in modo da aprirla su un lato e non dall’ alto. Mi ci vuole qualche attimo per riprendermi, anche perché ero distrutto, ma stavolta riesco a mettermi in piedi. Mi sentivo leggermente meglio di prima, e vado verso l’esterno, totalmente confuso. Alla mia vista qualcosa di sbalorditivo! Man mano che alzo gli occhi, sempre più terrorizzato, riconosco il pavimento del salotto, uno dei piedi di una sedia e poi, dopo qualche boato, un’enorme ombra mi si para davanti.

Due enormi stivali neri con un tacco alto anche più di me, ed alzando la vista riconosco lei, Katia, che mi sovrasta nella sua enormità e mi guarda con una certa superiorità da lì su dove a stento la riconosco, date le gigantesche proporzioni. All’improvviso mi accascio, colto dalle vertigini, e sento la sua voce: “ Non preoccuparti, ti passerà “. Sento una morsa intorno a me e vedo che lei mi stringe leggermente con la sua mano e mi solleva. Salendo in alto la osservo meglio e noto le sue calze chiare dopo i suoi stivali, una gonna con spacco nera ed una magliettina bianca abbastanza stretta. All’improvviso mi trovo davanti il suo volto e lei mi tiene fermo qualche secondo per osservarmi, poi mi sorride in un modo che non mi è affatto piaciuto. E, in quegli attimi irreali torna in me tutto il terrore vissuto la sera prima, mentre lei mi osserva con quei gelidi occhi. Mi rendo finalmente conto che sono in balia di una ragazza senza scrupoli, che usa le persone come giocattoli per i loro personali piaceri e questo mi terrorizzava. Così, talmente scosso, non sapevo cosa dire o fare. Mi depose sul tavolo del salotto e mi iniziò a parlare :” Ciao Marco, non preoccuparti, non ti farò del male-intanto lei si sedette di fronte a me-adesso sei sotto l’effetto di una droga che durerà almeno un altro paio d’ore, poi tutto passerà. Sai, l’ho dovuto fare, era pericoloso farti muovere così piccolo”
Io ero in preda al panico totale, avevo dei conati di vomito e non riuscivo ancora ad accettare quella situazione.
Lei continuò : “Vedrai, ti passerà anche questa mancanza, è solo questione di abitudine, il tuo shock durerà al massimo ventiquattr’ore, ci sono passati anche gli altri, ti abituerai a vedere le cose così grandi”.

Ma il modo in cui mi parlava non prometteva niente di buono così, riprendendomi un attimo le risposi :”Chi intendi per gli altri, quel poveretto che hai mangiato e l’altro che torturavi ? E poi perché mi hai fatto questo ?” Glielo dissi in modo abbastanza arrogante poiché ero in preda alla disperazione, e lei replicò :” Ah, vedo che sei reattivo! Bene, a me piacciono quelli come te !” Lo disse in tono molto sdolcinato accennandomi un sorriso che faceva presupporre un secondo fine e continuò sempre con quello sguardo :”Innanzitutto intendo i due di ieri sera, e poi ho ucciso anche l’altro, ma trascuriamo i particolari. Ma devi sapere che loro non sono i primi ma gli ultimi fino ad oggi di una lunga serie, e tu non sei da meno. Ti ho dovuto rimpicciolire perché avevi visto e non potevo permettere che tu potessi anche involontariamente parlarne con qualcuno, anche se nessuno crederebbe ad una cosa del genere. Visto che sei mio fratello forse non ti ucciderò, perché ti voglio bene, ma ciò non impedirà me e le altre di giocare con te!”

Ero sconvolto.”Cosa vuol dire le altre?-le dissi-Ci sono anche altre ragazze che fanno quello che fai tu?”. E lei: “mmmm…diciamo di sì, e poi ti devo presentare a loro per il giuramento!”
“Quale giuramento? Di che cosa parli?” le chiesi. E Katia, mettendosi un dito in bocca per provocarmi, disse:”Un giuramento che fanno tutte le persone rimpicciolite e che consiste nel giurare di seguire gli ordini di ogni donna gigante per voi in ogni sua richiesta, di adorarla come una dea, pena la morte. Ah, riguardo alla morte, è nostra piena facoltà elargirla come e quando vogliamo, anche per puro divertimento.

E tu, ieri….ne hai avuto un’anticipazione,vero? Ah,ah,ah,ah,!!!”
Scoppiò in una sadica risata che mi fece capire in che situazione ero, ed ancora non mi riprendevo dal terrore, anzi, più capivo e più peggiorava.   

Mi riprese nella sua mano facendomi sedere sul palmo e con l’altra, guardandomi con una certa attenzione,iniziò a tastarmi delicatamente su tutto il corpo, da quelle mani che io adoravo e che ora erano portatrici di morte! Trattato così da mia sorella, come un passatempo! Poi mi disse:”Più tardi giocheremo un po’ insieme…..mmmh!….mi divertirò a torturarti un po’, eh,eh,eh!….ma ora devo andare, diciamo così, …a caccia, tu mi capisci vero? Ora riposa, ti voglio molto resistente. Intanto conoscerai gli altri.” Così,dopo che ebbe finito di palparmi, mi portò in soffitta, dove vi erano una serie di scatole e gabbiette. Mi porse in una con altre tre persone e mi accennò un sorriso dicendo: “Non approfittare del fatto che tu sia mio fratello, impara, perchè quando voglio posso sempre mangiarti”. Rimasi pietrificato, dopodichè lei si voltò e se ne andò ed io, nel mio stato, non guardai nemmeno i miei “co-inquilini”,mi rannicchiai in un angolo, scoppiai a piangere e poi, senza accorgermene, mi addormentai.

Il risveglio non fu certo dei migliori; delle grida improvvise mi fecero sussultare perché in una frazione di secondo risentivo le urla strazianti del poveretto che mia sorella ha…..non voglio nemmeno pensarlo, è una cosa talmente orripilante e irreale che ti fa impazzire. Dopo queste urla rimbombarono dei passi e poi niente più.
“ragazzi, si è svegliato, vediamo come sta!”-giunse una voce-“ E’un po’ stordito ma sembra che stia bene” disse un’altra voce. Aprii gli occhi e vidi tre persone che mi attorniavano abbastanza incuriosite. Una di esse mi chiese: “Allora ragazzo, tutto bene?” ed io replicai: “Bè, sinceramente adesso, l’unica cosa che vorrei è svegliarmi da quest incubo” dissi con la bocca impastata dopo la dormita e quasi senza pensare.

“Mi dispiace, ma questa è la realtà e sembra che ci abbia riservato un crudele destino”- mi disse un signore sulla quarantina d’anni, consumato in volto forse dallo stress e dalla fatica, cosa che notai anche negli altri due. Con me,oltre questo signore, vi era un uomo sulla trentina,alto ed abbastanza magro ed una ragazza che non avrà forse più di 25-26 anni ma, nelle condizioni in cui era sia lei che gli altri, era difficile stabilirne l’età.
“ Cos’erano quelle grida?”-chiesi con un po’ di timore e l’uomo più giovane rispose:” Sono sicuramente i nuovi arrivati, ovviamente stravolti come te per l’accaduto.”

“ Sentite, ho un bisogno urgentissimo di andare in bagno e di mangiare qualcosa” dissi con una certa urgenza e la ragazza mi rispose con tono dispiaciuto:”Qui purtroppo non abbiamo nemmeno la possibilità di questo, ci trattano come bestie e l’unca cosa che abbiamo per i nostri bisogni è quella” mi disse indicandomi in un angolo quello che doveva essere un tappo di bottiglia rigirato a mo’ di secchio. Rimasi allibito. Non può essere, la sorellina pazza ma divertente che conoscevo non poteva arrivare a tutto ciò. Ogni novità mi sconvolgeva sempre più, e a fare tutto ciò era proprio Katia. Non riuscivo di certo a fare i miei bisogni là dentro, ma credo che presto mi ci sarei abituato. Il signore più anziano interruppe i miei pensieri:” Tu come sei finito qui se sei il fratello, o mi sbaglio?” ed io risposi:” E’ vero, lei è mia sorella, ieri sera l’ho vista in camera con due di voi, lei se ne è accorta e….” Alchè la ragazza mi chiese in modo preoccupato e quasi in lacrime:” E…e….non sai se…..bè, vedi,ieri sera non li ha riportati qui……sigh!…..perché non rispondi….dimmi che….che stanno bene!…..nooo!!!…..ti prego, dimmi che stanno bene….”-disse tirando pugni sull’uomo più vicino che poi la abbracciò per consolarla, poiché era in preda alla disperazione. Lei si accorse dal mio sguardo fisso nei suoi occhi e dal mio silenzio che qualcosa era andato storto. L’altro uomo mi sussurrò nell’orecchio, anche lui abbastanza dispiaciuto:” I due che hai visto ieri sono due fratelli, ed uno era il fidanzato di questa ragazza!”Sgranai gli occhi e all’improvviso mi pervase un forte senso di pietà verso la ragazza, che oramai era preda della follia per il dolore.

Dopo un po’ cadde il silenzio, interrotto solamente da qualche breve singhiozzo della ragazza. Chiesi al signore più anziano:”Da quanto tempo vi tiene prigionieri ? “. E lui:” Oramai sono tre mesi, ma non sappiamo quanto durerà. Lei e le sue amiche fanno quello che vogliono e noi non possiamo fare altro che subire i loro soprusi, tanto sappiamo che ci aspetta la morte.” Queste parole furono un altro pugno nello stomaco. “ E come vivete in queste condizioni ?” Insistetti io e il signore in risposta: “ Vengono due volte al giorno a portarci gli avanzi dei loro pasti sminuzzati per permetterci di mangiare e dei tappi con dell’acqua per dissetarci, anche se a volte o per dimenticanza o per gusto loro ci lasciano intere giornate senza cibo. Anche se non ci danno abbastanza, vogliono comunque tenerci in uno stato di forma accettabile per poter sopportare il più possibile le loro torture. Mi fa ribrezzo dirti queste cose.” Eh, già, fa proprio ribrezzo, pensavo tra me e me, ci trattano come cavie o come carne da macello. I miei pensieri vennero interrotti da un rumore di passi e dalla porta vidi entrare l’enorme figura di mia sorella che vedendomi sorrise. Si avvicinava a lenti passi, adesso la vedevo in tuta bianca e scarpe da ginnastica, con i capelli raccolti in una coda. Mentre lei si avvicinava, non potevo fare a meno di notare la sua magnificenza per la sua grandezza, che mi lasciava senza fiato. Nel nostro primo incontro ero talmente sotto shock che non mi resi conto a pieno di ciò che accadde. Adesso invece la vedevo svettare su di me, coprendo tutto ciò che prima mi appariva davanti. Sembrava quasi che fosse spuntato un grattacielo di fronte a me. S fermò di fronte alla scatola dove io e gli altri eravamo rinchiusi. I due uomini assieme a me che nel vedere Katia rimanemmo sopraffatti, ci spostammo d’istinto nel fondo della scatola. La ragazza invece, ormai non più cosciente, si diresse sul bordo della scatola più vicino a Katia ed iniziò a maledirla in tutti i modi. Noi ci spaventammo sentendo le bestemmie verso mia sorella perché non sapevamo quale fosse ora la sua reazione.
Katia fece una piccola smorfia compiaciuta ed un piccolo sorriso le si stampò sul viso. Intanto la ragazza non smetteva di urlare e mi veniva la pelle d’oca nel vedere quella minuscola creatura paragonata al busto e la testa di mia sorella che sporgeva dalla scatola e ci sovrastava, come se avesse dei piccoli uccellini indifesi in una gabbietta e li guardava curiosa nell’attesa di poterci giocare. Poi Katia parlò e disse: “Caro fratellino, spero che tu abbia fatto conoscenza con gli altri anche se qualcuno fa troppo chiasso”. Lo disse con una tale naturalezza che mi folgorò, come se noi fossimo veramente dei giocattoli per lei, ed oltretutto capii che se c’era una cosa che la faceva impazzire era vederci soffrire. Così allungò una mano verso di me ed io distesi le braccia per protezione. Ma lei, come se le mie braccia non esistessero, mi afferrò con naturalezza e tenendomi saldo nel suo pugno, disse alla ragazza:” Smettila di fare baccano, i tuoi amici vorrano riposare!” . Detto questo le diede un colpetto con un dito dell’altra mano facendola rotolare per un paio di metri e rompendogli di sicuro qualcosa. Allora Katia si girò portandomi con sé nella camera da letto. Una volta entrata e chiusa la porta,mi depositò sul letto e, come se io non ci fossi, si spogliò rimanendo in mutande e reggiseno, tutti e due bianchi così come i calzini di spugna. Poi vidi quell’enorme massa che si mise seduta sul letto di fronte a me così come era seduta l’altra sera, ed io caddi per colpa del movimento del materasso causato da mia sorella. Così io mi trovavo di fronte due piedi enormi e potevo vedere, seguendo le gambe con lo sguardo, le ginocchia, queste molto più in alto poiché aveva le gambe piegate. Proseguendo si vedeva in lontananza la sua mutanda tra la profondità delle sue gambe fino ad arrivare al viso, che in quella posizione mi spaventava, specialmente i suoi occhi. Lei, vedendomi confuso disse: “Cos’è, non ti piaccio?……mmmhh, peccato, perché da oggi dovrai imparare ad apprezzarmi!” Così dicendo allungò un braccio fuori del letto e seguendolo con lo sguardo vedevo che cercava qualcosa alla cieca. Quando si alzò il braccio, aveva la coppia di stivali che indossava prima e li poggiò di fronte a me. Io non capivo, poi lei tirò fuori un piccolissimo pezzo di stoffa che buttò davanti a me e disse: “Ora avrai l’onore di pulire i miei stivali!” Io le dissi: “Ma cosa stai dicendo, sei impazzita?”.
“ Certo che sono pazza…ma guarda il tacco qui è sporco!…oooh!, anche la punta dell’altro! Che peccato, non posso cercare altri vermi come voi in queste condizioni!!

Su, datti da fare che fra mezzora devo uscire,……o vuoi sentire un po’ di questo?”

Così dicendo mi avvicinò uno dei suoi piedi, perché dopo che lei mi umiliava parlandomi così, non riuscivo spaventato a reagire ed ero fermo. All’improvviso un forte tanfo mi raggiunse ancor prima del piede, evidentemente aveva corso molto, ed io allora presi la stoffa e mi avvicinai allo stivale. Lei allora sorridendo si fermò poggiando il piede dov’era prima e disse:”Da bravo, fai un bel lavoro e ti guadagnerai un premio!” Io non feci caso alle sue parole ed iniziai a lavorare come un matto su quegli stivali. Lei si alzò e mi disse:”Ora vado a fare una doccia, quando torno voglio il lavoro finito! Ed uscì fuori. Sentivo il rumore dell’acqua del bagno e quando si chiuse avevo a malapena lucidato uno stivale e solamente nella parte bassa, poiché mi era impossibile arrivare nella parte più alta. Rientrò mia sorella, che era in accappatoio ed ebbi veramente paura di essere punito, ma lei mi disse:” Io arrivo fra poco, mio dolce straccetto, tu continua pure” Katia andò di sopra e, avvicinandosi alla scatola dove ero stato in precedenza riposto, prese con una certa rudezza la ragazza che prima l’aveva offesa. La trovò distesa e dolorante per il colpo che le aveva inferto prima, e ne provò piacere. Guardando gli altri due, disse:”Voi riposate per bene, mi servite freschi stasera!”. Tornò in bagno con la ragazza che iniziò ad offenderla di nuovo, e Katia:” Adesso facciamo i conti,…mmmmhh!-aveva iniziato a sfiorarsi l’inguine e si stava eccitando-sai, devo cambiare lo spazzolino da denti,poiché è consumato, ma non ne ho uno nuovo e… così…… così, visto che sei stata cattiva e ti devo punire…ooohh! –si stava passando la lingua sulle labbra-sarai tu il mio nuovo spazzolino da denti! E sorridendo, si diresse verso il lavandino, prese il dentifricio e, tappando lo scarico del lavandino vi poggiò la ragazza dentro. Questa iniziò a gridare di nuovo e chiedeva umilmente scusa, ma a Katia questo faceva solamente aumentare il livello di piacere. Allora conl e sue unghie lucide le strappò con accortezza i vestiti di dosso, lasciandola completamente nuda.. Aprì il rubinetto del lavandino con un forte getto in modo da riempirlo subito. Dopo un po’la ragazza, che tentava inutilmente di scappare, scivolò e finìdove c’era lo scarico e l’acqua era più alta. Katia ridendo allungò una mano afferrandola, mentre con l’altra la strofinava per lavarla e ci andava decisamente forte con le dita poiché la ragazza si dibatteva. Così perse la pazienza e le disse: “Trattieni il respiro, muoviti!”E la rimise dove l’acqua era alta. Uscì dal bagno e si recò velocemente in cucina dove trovò un po’ di spago e tornò. Con suo grande piacere vide che la ragazza era quasi affogata e la tirò fuori di lì. Mettendola davanti al suo volto le disse sbeffeggiandola:”Guarda che cos’ ho quiiii!” ed alzò l’altra mano per farle vedere lo spago dondolandolo. Allora distese lo spago a terra e delicatamente vi ci poggiò sopra la ragazza perpendicolarmente ad esso. Katia allora mollò la ragazza per poterla legare, ma questa ne approfittò per alzarsi e scappare. Ma scappare dove? Cosa poteva mai fare un essere così minuscolo rispetto ad una ragazza di dimensioni mastodontiche e che, tra l’altro, voleva torturarla?. Ed infatti la ragazza corse alla cieca,andò verso una parete del bagno e Katia, divertita, la faceva correre, sapendo che per lei non c’era speranza. Arrivata al battiscopa della parete, si rese davvero conto che non aveva speranza. Girandosi lentamente, piangendo a dirotto, la ragazza fu sovrastata dalla gigantesca figura di mia sorella che la raggiunse camminando a cavalcioni, molto divertita. L’aria di mia sorella si trasformò da divertita a seria in un attimo, parlando con una voce calda e dal tono lento.“Hai paura, vero?……mmhhh!….lo sai che qui comando io,no?….-e intintole le porse lo spago dondolandolo davanti ai suoi occhi e, aprendo lentamente la bocca e mostrandogli i denti, disse- …non credi anche tu che hanno bisogno di una passata?……ooooohhhhh!!!….mi stai facendo impazzire, piccoletta!…mmmhh!. Katia si alzò in piedi, la ragazza terrorizzata non si muoveva più e la gigantessa in tutta la sua maestà dispose lo spago a terra,prese la ragazza e la dispose con la schiena appoggiata allo spago in modo da poterla legare e la ragazza riprese a gridare quando le si formò un’altra enorme ombra e Katia disse;” Così…mmmh!!….Così potrò tenerti ferma e non potrai scappare!” L’ombra era quella del piede destro che, sfilandosi lentamente da una ciabatta, si alzò, si inarcò in avanti stendendosi e piegò le punte verso il basso, poggiando poi dolcemente l’alluce sulla pancia di lei. Questo contatto provocò in Katia un forte spasimo di piacere. Infatti, piegandosi verso il basso per poterla legare, disse:”..mmmmhhh!!!!…….non ho mai…ooohhh!….tastato in….in questo modo uno schiavetto….mmmh!…devo farlo più spesso!!!!”. Così, mentre la ragazza continuava a piangere, sotto il piede di Katia,prese le due estremità dello spago e la legò. La ragazza cercava di districarsi ma era impossibile, e prima di alzarsi Katia la tastò un altro po’ con il suo piede.

Una volta alzatosi, mia sorella si avvicinò al lavandino, tolse il tappo dello scarico e aprì il rubinetto.Vi ci porse sotto la ragazza scioccata che non si muoveva e che sembrava quasi morta. Katia iniziò a lavarla, dicendo con una certa ironia:” Non posso mica lavarmi i denti se tu ti presenti in queste condizioni!”
La ragazza si riprese dallo shock quando vide un enorme tubetto di dentifricio avvicinarsi a lei, la mano di Katia che lo apriva e sentiva il suono terribile della gigantessa che ingurgitava un po’ di saliva nella trepida attesa. La ragazza fu girata verso il basso. All’ improvviso sentì freddo su tutta la schiena, un peso appiccicoso era depositato su di lei  e sapave cos’era. E Katia, sollevando la ragazza che non poteva muoversi, le sussurrò:” Oh, ma che carina ! Girati dall’altro lato così….mmmmh!!…così potrai vederti nello specchio mentre ti infilo nella mia calda e dolce bocca!…..oooh!!…E..mmmmhhh!!…cerca di fare un buon lavoro!!”

“Noo!!….Noo!! Ti prego! Lasciami andare! Mia…mia…mia regina, ti prego, sarò tua schiava per sempre,ma …sigh!…non farmi questo!…Morirò se mi fai questoo!!..-così la ragazza supplicò Katia per farle cambiare idea, dopoessersi vista nello specchio di fronte a quell’immensa bocca-“Non uccidermi ti pregoo!!”. E Katia, avvicinando sempre di più la ragazza alla sua bocca, rispose:” Forse non hai capito che vederti soffrire e morire, piccolo verme, è proprio quello che voglio fare !”
Così la ragazza continuava nei suoi spasimi,quando la bocca si spalancò ed il piccolo corpo di quella ragazza impattò sulla dura superficie dei denti frontali di Katia. Ora, invece del freddo, la ragazza, che era già coperta di saliva e di dentifricio, sentiva il calore dei sospiri di Katia che godeva da matti. Il dolore iniziava ad essere insopportabile, i velocissimi movimenti avanti e indietro le facevano girare la testa. Inoltre, impattava così in modo molto violento, provocandole forti contusioni miste a grandi ferite provocate dalle parti affilate dei denti. Era piena anche del dentifricio disciolto assieme alla saliva, e prima di fermarsi, Katia le diede qualche leggera leccata sentendo il sangue delle ferite. Ora se la mise tutta in bocca e, abbassando la testa, andò a sorseggiare un pò d’acqua per sciacquarsi. Mise le mani giunte e, sputando nel lavello,fece finire sulle sue mani la ragazza, che in quello stato quasi non si muoveva più.Poi finì di sciacquarsi i denti, sputando addosso alla ragazza il tutto e disse:”Aaaahh!!….ora sono a posto….mmmhh!!…brava, mi hai fatto anche godere un po’…….oooohh!!…è strano che sei ancora viva…..sì, perché devi sapere che il tuo ragazzo- iniziò a dirle, con un tono di voce molto languido e avvicinandole le sue labbra-…mmmhhh!!….SLURP!!…LLLLLLHHH!!!!….oooohhh!!…..anche tu sei saporita!!…” E dopo aver subito un paio di leccate, la ragazza che intanto veniva sciacquata da Katia sotto il getto freddo dell’acqua, la supplicò:”Che cosa vuoi fare? Ti prego,basta!!!” E Katia:…mmmmhhh!!….SLURP!!…non preoccuparti!….aaahh!!….il tuo ragazzo è morto quasi subito quando l’ho masticato….ooohh!!…vediamo se tu non sei da meno, mio dolce biscottino!” Mentre Katia apriva intorno a lei la sua bocca, la ragazza urlava a squarciagola di terrore,e cercava di scappare dal lavandino, ma questi era molto scivoloso e Katia con le mani dietro la schiena si divertiva molto. In quel momento le diede un leggero colpetto con la punta della lingua e la fece cadere. La ragazza, con gli occhi gonfi di lacrime,vide lentamente oscurarsi tutto,sentiva quel terribile ma fresco fiato su di lei, la gigantessa che le disse: “Spero che tu non sia troppo pesante da digerire!!!….MMMHH!!…” In quell’attimo gli si serrarono attorno le gigantesche e rosee labbra, e la lingua la stava assaporando violentemente sul torace. Poi Katia diede una forte succhiata, come se quella ragazza fosse uno spaghetto e la introdusse tutta nella sua bocca senza l’uso delle mani. Si divertiva molto in queste cose. Poi ancora”…mmmmhh!!…..” e quei denti bianchi si chiusero sulla ragazza,diventando per qualche attimo violentemente rossi. Katia si alzò e soddisfatta ingoiò il tutto. E alla fine disse:” E’ ora di chiamare qualche amica, voglio vedere il mio fratellino soffrire un po’!…….mmmmmhh!!…però…saporose queste piccole porcelline!!”

Continua...


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