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FreeCity

Part I sent by MK Cuf and uploaded on data 12/February/2003 02:38:21


<b>L'Arrivo in città</b>

Il paesaggio che si presentò a Martinera piuttosto normale, la strada che stava percorrendo eradeserta e si estendeva per altri due chilometri in salita primadi sparire dietro il passo.

La strada doveva essere larga almeno10 metri, il che è abbastanza normale, la cosa strana però erache nonostante fosse una strada sicuramente adibita ad un tipo ditraffico veloce ed intenso, Martin non aveva ancora visto animaviva... Ma non fu quello il solo particolare che colpì la suacuriosità; appena giunto in cima al passo di quella grandissimamontagna infatti si soffermò a contemplare ciò che videall'orizzonte: c'era qualcosa che poteva somigliare alla cima diuna cupola di vetro oltre le montagne e la vallata, ma agiudicare dalla sua distanza doveva essere più alta di ungrattacielo. Martin aveva già visto delle costruzioni delgenere, - La sotto deve esserci una città - pensò. - Ma èmolto strano vedere una costruzione tipica di pianeti privi diatmosfera in un pianeta che invece ce l' ha -. A Martin venne iltimore che quella che respirava potesse essere una atmosferatossica. Comunque, il fatto di udire attorno a lui i versi dimolti animali che sembravano in buona salute lo rassicurò unpoco. Si costrinse comunque a non pensarci, dato che sel'atmosfera fosse stata in qualche modo pericolosa ormai sarebbestato tardi per evitarne una qualunque conseguenza. La sua mentetornò a pensare alla cupola: <<Chi o che cosa potevatrovarci la dentro, amici o nemici ? Umani o alieni?>>.

La domanda si formulò quasiautomaticamente nella testa di Martin. Anche su questo non sisoffermò più di tanto, dato che quello era l'unico posto chesembrasse abitato... e lui aveva un disperato bisogno d'aiuto.Tutto sommato, valeva la pena di dargli un'occhiata più davicino. La cima del passo era spoglia di alberi e fu propriograzie a questo che Martin riuscì ad intravedere la cupola, ognitanto qualche boschetto si apriva fuori dai margini della stradaintervallato da zone di terreno incolto che sembrava un vero eproprio deserto. Appena cominciò la sua discesa la cupolascomparve dalla sua vista... Martin non aveva la più pallidaidea di dove si trovasse, ma questo ora come ora, era l'ultimodei suoi problemi, aveva una fame terribile e come se nonbastasse il suo stomaco stava sempre a ricordarglielo. Continuòa camminare per un bel pezzo senza incontrare anima viva, poimentre stava percorrendo un tratto di strada tra un boschetto el' altro udì un sibilo in lontananza che sembrava provenire dalontano. Non poteva capire di che cosa si trattasse ma una cosaera certa: qualcosa stava per raggiungerlo. I nervi di Martinsaltellavano da una parte al' altra del suo cervello e dovettefare uno sforzo enorme per poter controllare la paura. Il rumoresi avvicinava molto velocemente e Martin si rese conto che inquel momento era allo scoperto, non poteva rimanere li... Cominciòa correre lungo il margine della strada sperando di trovare unnascondiglio, o per lo meno un posto riparato. Appena raggiuntoil boschetto, intravide poco più avanti, tra gli alberi e lavegetazione, qualcosa che poteva sembrare adatto al suo scopo.Dietro gli alberi vide uno spettacolo devastante. Quella chestava osservando doveva essere cio che rimaneva di una vecchiacittà. Pochi erano gli edifici ancora in piedi, tutto li restonon era altro che macerie. Dalle dimensioni doveva essere unacittà media di un centinaio di migliaia di abitanti, o forse più.Le strade erano ricoperte di macerie, e con grande ribrezzoMartin vide per le strade anche i resti frantumati di scheletriumani. Questo lo rinfrancò un poco: perchè la presenza di queiresti stava a testimoniare che quel pianeta era una colonia umanaun tempo... Ma lo era ancora? Sembrava quasi che sopra quellacittà fossero passate delle gigantesche macchine schacciasassi.Gli sarebbe piaciuto restare li ad indagare ancora, ma il rumoreche sentiva era sempre più vicino. Si diresse quindi verso unodei pochi edifici ancora in piedi. Era il rudere di un capannoneche doveva avere almeno un secolo, le mura erano ancora in piedied erano incrostate dappertutto di rampicanti. La porta eraancora attaccata ai cardini, sebbene non fosse del tutto interama a Martin non importava, lui aveva bisogno di un nascondiglioper poter vedere bene che cosa era che lo seguiva. Senza pensarcidue volte entrò e notò che il solaio era crollato a terra edora lui camminava sopra quella che un tempo doveva essere lacopertura. Martin pensò che era come se il tetto fosse statosfondato.

Non fece in tempo a finire di pensarci,perché il rumore si era fatto troppo vicino, così Martin decisedi appostarsi dietro alla porta per vedere cosa stava accadendodi fuori. Passarono altri secondi prima che riuscisse a vedere lamacchina che stava correndo a tutta birra nella sua direzione.<< Un mezzo di trasporto!>> pensò <<Devofermarlo! Ma non devo trovarmi impreparato nel caso le cose simettano male.>>. E così Martin Prese una spranga di legnotra le macerie e la nascose con il giubotto. Uscì allo scopertoe si precipitò verso la strada agitando entrambe le braccia perfarsi notare. Alla vista di Martin il conducente dell' auto sbandòe sembrò che volesse evitarlo come la peste, quando, vistomeglio il ragazzo, che non sembrava molto pericoloso, cominciò arallentare. L' auto si fermò proprio di fianco a Martin. Era un'auto con sei ruote, tutta scura, vetri compresi, la sua forma erasquadrata come se fosse stata assemblata appiccicando triangolipiù o meno grandi l'uno sul' altro. Martin decise che dopotuttonon era poi così male da vedersi... Il conducente della vetturarestò dentro per alcuni minuti prima di decidersi ad uscire. L'uomo apri lo sportello verso L' alto, uscì con in mano un arma,la puntò dritta verso Martin che sussultò per lo spavento.

Con aria minacciosa l'uomo cominciò -Chi sei tu? e che cosa ci fai nella zona neutrale senza un mezzodi trasporto? - - Zona Neutrale? - disse Martin un po'incuriosito. - Certo, la zona neutrale... Rispondi Forza!-Continuò l'uomo. Prima di Rispondere Martin squadrò ben benequel' uomo che aveva una strana divisa con uno stemma a scudobianco su cui si leggeva la scritta << Squadra diControllo>> stampata sopra. Non aveva mai visto niente delgenere in dosso ai cacciatori Imperiali quindi si rilassò unpoco. L' agente doveva avere almeno una quarantina di anni, avevail viso molto abbronzato, i capelli con qualche segno del tempo egli occhi di un grigio molto intenso. Martin aveva il sospettoche se si faceva riconoscere come un tipo strano quel' uomoavrebbe potuto creargli dei problemi... doveva trovare unostraccio di frottola per giustificare la sua presenza li. l' uomocontinuò con tono un po' irritato - Allora? ti hanno forsemangiato la lingua?- - Certo che no signor agente... vede ilfatto è che stavo viaggiando con la mia auto questa mattina,quando degli strani tipi mi hanno chiesto di aiutarli con la lorovettura che sembrava in panne, poi però...- - ...ti hannobloccato e ti hanno rubato l' auto. Giusto?- Lo interruppe l'agente. - Proprio così signore...- non era proprio quello cheMartin aveva in mente di raccontargli ma poteva andare bene lostesso... forse... - Siamo alle solite, ogni giorno nesuccederanno centinaia di questi episodi, ma tu ragazzo seifortunato, di solito chi subisce un furto come il tuo non ha lafortuna di raccontarlo... però è strano, non ho notato nessunolungo la strada.- - Perché si sono diretti verso quella parte.-si affrettò a concludere Martin indicando la direzione in cuistava andando. - Naturale... -rispose l'uomo che rimise a bordoil fucile. -Scusa per quello - disse indicando la sua arma, - Nonvolevo spaventarti, ma sai, al giorno d'oggi se non vieni con unfucile, dalla zona neutrale è difficile uscire vivi... Dove seidiretto ragazzo? a Free City? - continuò l'uomo. -Proprio li!-rispose Martin sperando che l'uomo non lo avesse messo alla prova.-Daccordo allora visto che io vado proprio da quella parte e chemi fa piacere un po' di compagnia ti ci accompagnerò io...-disse l'agente con tono allegro -La ringrazio moltissimo agente,senza di lei...- -Forse non ci saresti mai arrivato- lointerruppe di nuovo l'uomo.

Martin rimase un po' interdetto poicontinuo: -Comunque io mi chiamo Martin Jones e lei?- continuòMartin un po' incuriosito, - Io sono L'agente Scott Baio dellasquadra di controllo di Free City e sono or ora di ritorno da unavisita in veste di messaggero ufficiale alla città di Franmore.-disse L' agente con tono orgoglioso. - Che genere di visita?-Scott accese il motore della sua auto e partì con unaaccelerazione che Martin dovette faticare non poco per nonappiattirsi completamente sul sedile. Dopo la poderosa partenzaScott rispose a Martin - Era una visita ufficiale per confermarela nostra alleanza con... Ma questa strada porta solo a Franmore...e tu dovresti ben saperlo visto che vieni sicuramente da la. -Martin fu preso da un brivido e si sentì fregato, ma ormai erain ballo... - Certo che vengo da Franmore, ma non mi ci sonofermato che per poche ore...- disse cercando di sembrare il piùnaturale possibile... - Capisco... sei... anzi, ERI un mercanteviaggiatore.- disse nascondendo un sorrisetto tra le labbra, -Esatto!- Concluse Martin. - Ma parlami di te, di dove sei? -riprese Scott. Martin sudava freddo, non aveva la più pallidaidea di come si chiamassero le città in quel mondo e non potevatirare ad indovinare, così pensò che poteva inventarsi un nomea caso, puntando sul fatto che Scott non poteva conoscere amemoria i nomi di tutte le città di quel pianeta - La miacittadina natale si trova molto lontano da qui e si chiama NewYork... - - New York?... Mai sentita, è una città del nord? -Continuò Scott. Martin si rese subito conto che quella specie diinterrogatorio avrebbe potuto finire per metterlo incontraddizione, ed allora sarebbe stato nei guai. Decise quindidi sviare il discorso: - Si, ma non vorrei parlarne, ho avuto deiguai la, ed è proprio per questo che sono diventato un girovago- - Guai Legali? - Scott si rabbuiò per un momento, ma Martin lorassicurò - No, Certo! Guai in Famiglia ed anche tra le amicizie.- - Capisco, allora permettimi di dirti che sei fortunato, FreeCity è una città molto accogliente per chi è onesto e si dadafare... vedrai che ti ci troverai bene. - concluse così Scott.-Ci penserò... Ma cosa mi dicevi di Franmore? - Questa volta erafinalmente Martin a fare le domande. Scott si illuminò,evidentemente era fiero di ciò che faceva e non gli dispiacevaaffatto parlarne: - Sono di ritorno da una ambasciata con ilrappresentante di Franmore per motivi... pacifici direi.

Ti spiego: vedi, noi di Free City siamotra i più pacifici del continente, stringiamo alleanze conchiunque sia degno di un po' di fiducia... nel senso che non sideve approfittare della tregua per attaccarci poi in seguito.Comunque che io sappia nessuna città si sogna di attaccarci,perché modestamente noi abbiamo il più numeroso ed efficienteservizio di difesa, controllo ed ordine di tutto il continente...ed io ne faccio parte.- - Fammi capire, siete in guerra si o no?- chiese Martin molto interessato, - Al momento no. Esinceramente non credo che lo saremo per un bel pezzo, dato cheora siamo praticamente al centro di una zona con alleantipiuttosto convinti.. non so se mi spiego... -. A Martin questointeressava, perché era sicuramente molto più facile trovareaiuto in tempo pace che in tempo di guerra. - Nei periodi di pacela gente ha più tempo per pensare agli altri. - Pensò. Ilviaggio continuò così per un paio d'ore, e cioè con Martin chestava attento a non parlare più del dovuto e con Scott cheormai, sentendosi a suo agio, e parlava tranquillamente di tuttociò che gli veniva chiesto.

Quando finalmente arrivarono a Free CityMartin rimase colpito da ciò che vide. La città era costruitadentro una gigantesca cupola di vetro spesso almeno una decina dimetri e che nella parte inferiore era di un nero impenetrabile.Martin cercò di non mostrarsi stupito più di tanto, ma non erafacile. Scott accese la sua radio e cominciò a richiedere ilpermesso di avvicinarsi al portone di ingresso. - Permessoaccordato Agente Baio! Il governatore è ansioso di sentire lenovità che porta da Franmore.- gracchiò una voce alla radio. -Grandi novità! - Rispose a bassa voce Scott e cominciò adirigersi verso il Portone di ingresso che era chiuso ma che eraa dir poco insolito. Martin pensò che quello era di gran lungail più ciclopico portone che avesse mai visto... Alla base delportone si apriva una saracinesca che avrebbe potuto far passarecomodamente due TIR affiancati, Scott si diresse proprio inquella direzione e cominciò a rallentare in fretta. Due agentiin uniforme si avvicinarono all' auto ormai ferma, mentre altridue restavano più indietro a controllare. - Scendete dall' auto!- ordinò il primo dei due. Scott e Martin fecero come disse erestarono in silenzio, - Le sue armi agente Baio. - disse. -Subito signore - rispose Scott muovendo lentamente verso la suaauto. - Forza agente Baio, lei sa perfettamente che in città nonpossono circolare armi..- - Certo signore, Solo un attimo. -Rispose Scott tanto amorevolmente che tutti notarono la punta dirisentimento che c'era nella sua voce. - Questi due non devonoandare molto daccordo - Pensò Martin tra se. - Suvvia, non sioffenda Scott! Sappiamo tutti del suo ottimo curriculum...-rispose l'ufficiale in tono secco. -Chi e?- disse infinecambiando discorso ed indicando Martin, - Nessun problema disseScott, è un mercante al quale hanno rubato tutto-. -E' vestitoin modo insolito per un mercante, hai controllato i suoidocumenti? - Disse l'uomo insospettitosi, - No, non ho potuto.

Mi ha detto che erano assieme alla robache gli hanno portato via... A proposito Martin, descrivi ai mieicolleghi la tua auto, se i tuoi assalitori sono venuti qui devonoper forza averla lasciata nel deposito.- Martin non si aspettavaquesta domanda ma con una dialettica da politico convinse gliagenti che la sua auto era un modello molto comune e che solo luiavrebbe potuto riconoscerla. Si fece quindi portare nel depositoe dopo un' oretta di passeggiate tra tutti i mezzi arrivati quelgiorno disse semplicemente che non era li... Martin era esaustoquando finalmente dopo ore e ore di trafile burocratiche e con lapromessa di andare al più presto a farsi rifare i documenti glidiedero il permesso di entrare in città. Dovevano essere circale sei del pomeriggio e Martin era molto curioso. Voleva cercaredi dare nell' occhio il meno possibile, cominciò quindi la suapasseggiata con l' aria tranquilla e serena del turista. Siaddentrò nella città passando dalla porta della caserma e voltòverso il centro. I palazzi erano strani, la maggior parte di essisembrava voler raggiungere le stelle, tanto erano alti. Altriinvece sembravano normalissime case ma avevano la struttura inacciaio, ed i pilastri erano delle dimensioni di quelli incemento armato.

Questo aumentava la resistenza asollecitazioni in modo smisurato, avrebbero potuto resisterefacilmente ad un terremoto del decimo grado e della durata di unpaio di minuti. Martin pensò che forse erano così per resisteremeglio alle guerre, ma allora non si spiegava la cupola. C'eranoanche molti negozi aperti lungo le strade, e nelle loro vetrineerano esposte merci di tutti i tipi. Martin si fermò più di unavolta a guardarle incuriosito da oggetti apparentemente inutili evestiti raccapriccianti. Tra un a schiera di edifici e l' altra,c'erano delle vie molto larghe e molto strane. Martin scelse acaso una delle vie che sembravano più importanti e si incamminò.La strada era larga una quarantina di metri e c'era una fasciacentrale di circa venti metri di larghezza nella quale nonpassava nessuno. La gente camminava sulle due strisce laterali dicirca dieci metri ciascuna in modo piuttosto disordinato. Ognimezzo chilometro circa, c'era una striscia zebrata trasversale dicirca quattro metri di larghezza che veniva usata dai pedoni perattraversare la strada da una zona pedonale all' altra. Ma c' eraqualcosa che a Martin non tornava: La gente di solito quando è apiedi non si cura molto dei divieti, soprattutto quando in gironon si vede nulla. In questa città invece all' interno delleisole pedonali si camminava in modo piuttosto disordinato mapochissime persone entravano nella zona centrale o attraversavanofuori dalle righe. - Che cittadini disciplinati. - Pensò.

Fino ad ora infatti non aveva ancoravisto una auto in giro, ma non c'era da stupirsi, moltoprobabilmente la città era vietata alle auto e l' enormeparcheggio che aveva visitato poco prima era evidentemente ilposto dove venivano deposte. A sopperire la mancanza diautomobili c'era un efficentissimo, e gratuito sistema dimetropolitane che portavano praticamente ovunque. Martin eracuriosissimo di apprendere tutto ciò che era possibile, mafrancamente non sapeva a chi chiedere e soprattutto, non volevamettersi in mostra. Si incamminò quindi verso il centro dellastrana città sperando di trovare il modo di tornare a casa.Mentre stava studiacchiando le facce che incontrava per vedere sepoteva azzardarsi a fare domande senza venire preso per matto,gli sembrò di udire degli strani tonfi. Erano come dellecannonate attutite dalla lontananza che venivano dalle sue spalle.Quasi subito però si rese conto che quel rumore non era cosìlontano come aveva pensato in un primo momento, così si voltòcercando di individuarne la fonte. Dietro di lui non vedevaancora niente altro che la folla , ma il rumore continuava adavvicinarsi, ed ora sentiva addirittura delle piccole vibrazionisotto i suoi piedi, come se fossero state delle onde d'urto sullastrada. Si fermò e vide un ombra in movimento che proveniva dadietro un palazzo molto alto... - qualunque cosa sia, deve essereenorme.- pensò - Forse è un qualche tipo di Robot... ma non misembrava che questa gente possedesse la tecnologia necessaria perrealizzare una cosa del genere. - Appena vide da che cosa eranoprovocati quei tonfi le gambe lo abbandonarono e si ritrovo asedere per terra. Quello che vide Martin in quel momento era lacosa più bella, terrificante, gigantesca ed allo stesso tempoaggraziata che avesse mai visto...

La ragazza passò al centro della stradacon il passo lento ed orgoglioso che è tipico di chi non hanulla da nascondere, era una bellissima ragazza. Castana, con icapelli mossi e corti, aveva gli occhi verde acqua, indossava uncostume intero di colore bianco sul quale era stampato un simbolomolto simile a quello che aveva visto sulla divisa di Scott.Sopra il costume aveva una mini gonna bianca, ed era scalza.Martin tentò di rialzarsi ma scivolò e ricadde a sedere aterra, poi con la bocca spalancata allungò un dito verso l'altoindicando la ragazza che intanto stava per passare accanto a lui.Non capì bene se stesse per svenire oppure no, ma quando sidiede un pizzicotto per essere certo di non sognare fu quasi sulpunto di urlare di terrore. Si accorse però che nessuno attornoa lui aveva reagito in quel modo. La gente continuava apasseggiare tranquilla come se quella visione fosse la cosa piùnormale del mondo. Anzi, qualcuno si fermò incuriosito aguardare lui... Martin fece uno sforzo enorme per dominare il suoterrore. Cercò di convincersi che personalmente non aveva nullacontro quella ragazza, e che tantomeno lei avrebbe dovuto averequalcosa contro di lui visto che non lo aveva neanche visto... Maera sempre alta più di 95 metri! I suoi "piedini"erano lunghi circa dodici metri ed il suo alluce avrebbe potutonascondere, completamente una persona sdraiata a terra. Martinpensò terrorizzato che se quella ragazza avesse voluto fare unapasseggiata nella zona pedonale, avrebbe fatto una strage senzail minimo sforzo. Fortunatamente non erano queste le sueintenzioni, anzi sembrava piuttosto attenta a dove camminava enonostante le sue misure un "tantino" inquietanti laragazza trasmetteva una certa sicurezza alla gente. Martin rimaseincantato a guardare quella ragazza che dopo essergli passataaccanto si allontanava verso il centro della città. Anche quandoscomparve dietro un grattacielo continuò per alcuni minuti afissare quell' angolo, quasi come se sperasse di vederlariapparire al più presto.

Martin si rese conto che non erano solole dimensioni di quella ragazza ad averlo incantato, infatti, purnon essendo letteralmente una modella, quella ragazza lo avevaaffascinato moltissimo. - E' molto carina, formosa al puntogiusto e senza un filo di grasso. - pensò Martin che in quelmomento era ancora estasiato. - Ma cosa cavolo vado a pensare? -si disse. - Ehi amico! Sveglia! Da ciò che ho visto direi cheNon hai molta simpatia per le M-Girl. Hai forse qualcosa danascondere?- Martin si ridestò dai suoi pensieri in un attimo econ un balzo era già in piedi per guardare chi gli aveva parlato.Era un Ragazzo poco più alto di lui, il suo viso erabianchissimo e stonava da matti con quel paio di occhiali da soleneri che portava, non era molto robusto, era vestito molto benecomunque e la sua voce aveva il tono della classica burla. - Una...che?...- chiese Martin ancora un po' intontito,- Una M-Girl...cavoli amico, ma da dove vieni? da un altro pianeta?- . - Più omeno, ma parlami meglio di questa M-girl-, chiese Martin moltointeressato, - Non venirmi a dire che non ne hai mai vista una! -- No. Mai... Però è Bell... Notevole. -Ho capito. Lei si chiamaLysa, e fa parte della pattuglia di controllo. E' unaPrivilegiata Geneticamente... ma è da tantissimo che esistono leM-Girl,... non puoi non averne mai vista una... a meno che tu nonsia un campagnolo. - - Si infatti... sono un Campagnolo, e vengoda molto lontano... - -Capisco, però è strano lo stesso. Vedi,per via dei banditi, dei mercenari, e delle guerre tra città inostri campagnoli si sono "urbanizzati" tutti efrancamente non sapevo di gente che vivesse ancora nelle zoneneutrali.- -Si, lo so... Ma la mia è una storia lunga...

Lasciamo perdere... Ma tu, continua pure.-disse Martin, ma Ross non sembrava molto entusiasta di parlare: -Senti, non ho la minima voglia di spiegarti gli ultimi 50 anni distoria, se ti interessano così tanto le M-Girl parla con loro,oppure vai in biblioteca e studiati gli archivi storici. Ora peròti saluto perché ho fretta -. -No aspetta - Martin gli corsedietro. Sapeva che quella città gli riservava ancora troppesorprese, quindi doveva prepararsi il più possibile. - Io michiamo Martin Smith e sono arrivato oggi da molto lontano - -Piacere Martin. Io mi chiamo Ross e sto andando allo spaccio percomprare un bel Gelato, vuoi forse scucirmi qualcosa?- -No,Voglio solo qualcuno che mi aiuti a capire meglio dove sonocapitato. Ti prego, dimmi che altro sai sulle M-Girl?- - Che tudovrai starci moto attento. Se prima Lysa si fosse accorta dicome hai reagito al suo passaggio probabilmente a quest' orasaresti al fresco. Ti sei comportato come uno che ha paura dilei, e qui gli unici che hanno paura delle M-Girl sono imalviventi. Ma tu ce l'hai una casa dove andare? - - No. Perché?- Rispose Martin. - Sei un senza tetto... Sei proprio un casodisperato. - disse Ross questa volta in tono serio e continuò: -Per via dei banditi e dei malviventi c'è il coprifuoco, solo chiè in possesso di un permesso può girare la notte - -E se miprendono senza? - Martin era allarmato da ciò che sentiva dalsuo nuovo amico... - Forse non ti faranno niente, forse tielimineranno, o forse ti porteranno in centrale... dipende tuttoda chi ti ferma.- - in che senso dipende? - Martin era moltopallido in quel momento, - Beh! nel senso che dipende da quale M-Girlavrà letteralmente il "piacere di averti tra i piedi"...- disse semplicemente Ross, - Non scherzare, non è divertente. -Martin ora era molto serio. - Non scherzo! Capita spesso lamattina di trovare il corpo spiaccicato sulla asfalto di qualchepoveraccio che viene scambiato per un malvivente... Comunque nonallarmarti troppo, nel 60% dei casi quelli uccisi sono realmentedei malviventi...-. -Già me lo immagino.

Ma del restante 40% dei casi?! Vogliodire 4 innocenti su 10 non mi sembrano una gran bella media! -Martin questa volta non si curò di nascondere la sua agitazione.- Puoi portarmi a casa tua? ti prego, solo per stanotte!- -Ehi!scherzi? mia sorella è una M-Girl! si chiama Wendy e se ti pescalei siamo proprio nei guai, tu non hai idea di quanto sia pignola...e poi non è lei l'unico problema... mio padre è un agente dicontrollo e penso proprio che un ragazzo straniero loinsospettirebbe moltissimo... capisci ciò che voglio dire, vero?-- Afferrato... Allora dimmi, come è fatta tua sorella? così laevito...- - Non credo che ne sarai capace per molto, comunque orate la faccio vedere... è di turno al portone nord oggi...seguimi- disse Ross e si incamminò verso il centro. - O.K.niente scherzi però...- Martin lo seguì un po' intimorito daisuoi discorsi. - Non preoccuparti , non approvo i metodi di miaSorella.- -Che fortuna!-. La strada era molto affollata anche sedi li ad un paio d'ore ci sarebbe stato il coprifuoco. Ross portòMartin fino al portone dove videro tre M-Girl che montavanodistrattamente la guardia; in realtà parlavano tra di loro senzacurarsi troppo del loro dovere. Le ragazze indossavano tutte lastessa divisa, due erano Castane ed una era bionda, da come eranoposizionate Martin capì che due di loro dovevano essereeffettivamente di guardia, mentre la terza doveva essere una"ronda" di passaggio. - Quella Bionda è mia sorella -disse Ross con un tono che sembrava carico di ammirazione.

Martin non rispose, era troppo occupato avedere ciò che accadeva da quelle parti, non gli sfuggìcomunque il fatto che tutte e tre erano notevolmente carine. Leragazze erano disposte quasi in cerchio abbastanza distanti traloro. Occupavano un' area marcata specificamente per loro, enessuno transitava in quell' area per ora. Martin si avvicinò piùche potè a quella zona e notò che una di loro era Lysa. Notòanche che qualche volta guardava a terra tra la gente come percontrollare che tutto fosse in ordine. La sorella di Ross invecenon guardava in basso, si spostava dentro la zona contrassegnatasenza controllare dove mettesse i suoi piedi. Evidentemente Wendyera certa che essendo quella zona vietata nessuno ci sarebbepassato. Mentre Martin aspettava Ross guardando verso le ragazzeun uomo in divisa uscì dalla caserma vicina al gigantescoportone e si diresse con passo sicuro verso le tre ragazze.Doveva essere un ufficiale che andava a dare dei nuovi ordini oqualcosa del genere pensò Martin incuriosito. Passò vicino allasorella di Ross che non lo notò e per sua fortuna in quelmomento non si mosse.

Cominciò quindi ad attraversare la zonavietata dando l'impressione di voler andare proprio avanti a Lysaper darle degli ordini. Martin si trovava nella posizione idealeper vedere ciò che accadeva, aveva Lysa di fronte rivolta versodi lui e tra di loro c'era solo la zona interdetta. Affascinatodalla sicurezza che dimostrava quell' uomo nel passare la inmezzo, pensò che doveva essere un ufficiale di alto grado...oppure doveva essere matto... In quel momento qualcosa tra lafolla dietro Martin attrasse l'attenzione delle tre ragazze. Laprima si girò di circa novanta gradi per controllare meglio,Lysa invece cominciò a muovere un passo in avanti. Martinintanto non si era accorto del piccolo litigio tra amici che siera acceso dietro di lui, ed affascinato, continuava a seguirecon lo sguardo l' agente. Si senti gelare il sangue però quandosi accorse che Lysa stava per muovere un passo verso di lui. Lagola gli si seccò in un attimo e si sentì paralizzato dall'orrore, quando, fatto un breve calcolo mentale, capì ciò chestava per accadere. L' agente quando la prima delle due ragazzesi voltò, ebbe un sussulto, si girò (il che era moltocomprensibile visto che Wendy appoggiò il suo "Piedino"a circa cinque metri da lui), e mosse più in fretta di primaverso il centro della zona vietata. Evidentemente si era resoconto di essere stato imprudente ad avventurarsi in quella zonasenza avvertire le ragazze. Si girò verso Lysa e cominciò amuovere le braccia per farsi vedere, visto che le stava propriodi fronte. Lysa intanto cominciò a muoversi ed evidentemente l'uomo si rese conto di questo perché diventò bianco come unlenzuolo. In quel momento l' agente fu preso dal terrore, smisedi gesticolare e cominciò una corsa scomposta verso la zona dovesi trovava Martin cercando di allontanarsi il più possibile daLysa. Martin che aveva già intuito la traiettoria del passo diLysa ancora prima che l'uomo si mettesse a correre, cominciò adoltrepassare lentamente il limite della zona interdetta. Siaccorse suo malgrado di non riuscire a pronunciare parole strettocome era dalla paura, e non potè far altro che restare li aguardare... L' agente, che aveva compreso bene la situazionecorrendo si girò indietro per vedere dove fosse Lysa, ma facendoquesto inciampò e cadde supino sull' asfalto. Freneticamente,preso dal terrore l'uomo si girò sul dorso e li, si paralizzò.I suoi occhi si spalancarono quando vide il piede di Lysa chemuovendosi lentamente ma inesorabilmente calava con il tallone acirca sette metri dai suoi piedi. L' avanpiede della ragazza erasospeso proprio sopra il suo corpo e lo sovrastava completamente.Lysa evidentemente non si era accorta di lui perché nonfece nulla per fermare il suo passo e continuò ad abbassarelentamente il suo piede su di lui. In quel momento l'uomo aprìla bocca in un grido soffocato, ed allungò le braccia versol'alto come a voler sostenere da solo il peso della gigantescaragazza.

Quella però era un impresa impossibileanche per 100 uomini. Il piede di Lysa infatti continuò a calarelentamente fino a farlo sparire alla vista di Martin, poi il pesodi Lysa cominciò a scaricarsi, e subito dopo Martin udì undebolissimo crack... - Quell' uomo è morto... - pensò Martinimpietrito. Pochissimi oltre a Martin si accorsero di ciò cheera accaduto ma rimasero comunque impassibili. Lysa intanto,ignara di tutto, continuava a guardare tra la gente e mosse ancheun secondo passo. Dopo pochi secondi, decisasi che quello cheaveva attratto la sua attenzione era un falso allarme, salutò lealtre due ragazze e fece per andarsene a fare il suo giro diperlustrazione. In quel momento Ross uscì dal negozio con il suopacchetto di compere... Quando vide Martin Spalancò gli occhi,un urlo gli si gelò in gola, non poteva crederci, scagliò ilpacchetto e corse verso la zona interdetta.

Martin correva verso il centro della zonavietata proprio verso Lysa. Lysa si accorse subito di lui che leveniva incontro, perché stavolta era intenzionata ad andare instrada e li avrebbe dovuto guardare in terra ed essere molto piùattenta di prima. - Ma cosa Cavolo fai!!? - Urlò Martin in piedidi fronte a lei con le braccia aperte. Lysa si fermo sconcertataed incuriosita da quel piccolo omino che le urlava contro come unleone, che però al suo confronto sembrava una formichina con ilmal di gola. Poi si abbassò, piegò le ginocchia e dissesemplicemente: - Perché? - - Perché!?! Ma non ti sei ancoraaccorta di ciò che hai fatto? - Lysa lo guardò come se fosseammattito, poi la sua espressione cambiò da divertita apreoccupata. Si rialzò, girò la testa e guardò dietro in terra.In quel momento Wendy si spostò verso Martin con passo deciso, esi fermo a piedi uniti a meno di un metro da Martin con ariaminacciosa. Appena i giganteschi piedi di Wendy toccarono terraMartin Perse l'equilibrio e cadde a sedere per terra. - Haiqualche problema, Pulce?...

Lo sai che il semplice fatto di essereentrato in questa zona mi potrebbe autorizzare a trasformarti inuna frittata?- tuonò lei. Martin questo non lo credeva, perchése era vero che lei era un agente della sicurezza, non potevacerto andare in giro ad uccidere tutti quelli che le stavanoantipatici, tanto più che li c' era moltissima gente. Non eramolto sicuro di questo suo ultimo ragionamento, ma ormai dovevasperare che le cose stessero così, quindi si rialzò in frettacon aria un po' seccata. Ross intanto era arrivato al limitaredella zona e faceva ogni sorta di gesti a Martin per indurlo alasciare stare. Martin però ormai era convinto che se fossefuggito non avrebbe fatto altro che dare un pretesto a Wendy perSchiacciarlo come un verme, quindi rimase immobile.

In quel momento udì la voce di Lysa chegli sembrò una manna dal cielo: - No! Ferma Wendy! - - Ma che tiprende Lysa Questo impertinente ti... - Wendy non fece in tempo afinire che Lysa le prese un braccio un po' alterata e indicandouna chiazza rossa sull' asfalto le disse: - Guarda... ho uccisoun superiore... e non mi sono neppure accorta... - la sua voceera molto debole e sembrava veramente dispiaciuta. - Mio dio Lysa!questo è un bel guaio, ma avrebbe dovuto avvertire che si stavaavvicinando..., la colpa non è tua. - disse Wendy preoccupata. -Puoi andartene tu... e grazie. - disse Lysa a Martin che eradiventato paonazzo. - Come?! tutto qui? Ma ti rendi conto di ciòche hai fatto? ma ce l'hai un cuore? come puoi prendere tutto cosìalla leggera? - - Cosa vuoi che faccia? microbo! sparisci primache mi dimentichi che Lysa non vuole che ti calpesti - ruggìWendy. Ora Martin aveva veramente paura, ma ancora una volta fuproprio Lysa ad aiutarlo - Lascialo stare Wendy! - la riprese -Si lo so, non è molto, mi dispiace... farò in modo che abbia undegno funerale, di più non posso fare adesso... ora peròlasciami in pace per favore, non mi era mai successo di ucciderequalcuno che non fosse un delinquente... -. Martin la guardò ecapì che stava soffrendo, poi guardò Wendy mentre consolavaLysa e capì che il suo sguardo non prometteva nulla di buono,perciò decise di andarsene. Lentamente abbassò le braccia, fissòper un istante le due ragazze, quando, come di risveglio da unsogno capì dove si trovava: tra i piedi giganteschi di dueragazze di 80 metri che in quel momento non sembravano staremolto attente a dove camminassero.

Si chiese che cavolo ci facesse lui cosivicino a quei due bellissimi colossi, e cominciò ad allontanarsi.- O.K. Me ne vado... Me ne vado... - disse, mentre si dirigevaverso Ross che era vicino al collasso per via della tensione.Martin non potè fare a meno di notare il consistente numero dipersone che il suo "show" aveva richiamato... eraspossato dalla tensione di poco prima e sperava di andarsene alpiù presto da quella confusione. Mentre i due amici siallontanavano arrivarono altre 2 M-Girl ed un folto gruppo diagenti uscì dalle caserme. Quando furono sufficientementelontani Ross prese a bombardare Martin con tutte le imprecazioniche il suo fornito vocabolario gli suggeriva.

Gli sparò un elenco interminabile diregole da seguire d'ora in poi quando avesse incontrato di nuovosua sorella perché c' era la possibilità che si fosse offesa.Intanto vicino al portone alle loro spalle degli ufficialistavano interrogando Lysa, Wendy e gli altri testimoni che eranorimasti li anche dopo l'improvvisata di Martin. Di li a pocotempo gli spiegò Ross, ci sarebbe stato un processo dove sisarebbe stabilita l'incontestabile involontarietà dell' omicidioda parte di Lysa. A quel punto il caso sarebbe stato archiviato eLysa sarebbe stata riconosciuta innocente ed assolta con formulapiena.

Continua...



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