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IL Gladiatore

Part IV sent by Packy and uploaded on data 13/February/2003 02:05:24


Riposto su quel enorme davanzale, avevo un’altra visuale, di solito mi toccava vedere le donne dal basso verso l’alto, Cristina mi aveva infilato tra una tetta e l’altra, mi sentivo scivolare lentamente e così fui costretto ad allargare le braccia, al fine di arrestare il lento movimento verso il basso. Il suo passo molto baldanzoso si trasformava in un tormentoso ballonzolare il quale mi stava causando una leggere nausea. Dal mio punto di vista non ero molto distante dalla sua faccia e approfittai per chiedergli- Ehi, ma cosa hai in mente di fare ora?- lei con un sorriso rispose- Andiamo da Maura, infatti mi è venuta una stuzzicante idea, eh eh eh-.

Cristina entrò in casa e chiamò a gran voce l’atra nipote, le urla mi stordirono letteralmente, lei nel cercare Maura senza nemmeno chiedersi se io fossi collocato bene oppure no, con la mano sinistra si stava divertendo ad toccarmi con le sue enormi dita, la mia preoccupazione era quella di non farmi spezzare le braccia oppure spappolarmi, da un salone echeggiò la possente voce di Maura, Cristina entrò e s’avvicinò e le sussurrò qualche cosa all’orecchio, non mi era ancora chiaro cosa stesse tramando la puttana, in ogni caso il viso di Maura divenne come radioso e il sorriso che poi si trasformò in una risata le si stampò in faccia. Io preoccupato esclamai- Ehi, ma cosa volete farmi, mi supplico io non ho fatto niente di male, perché mi state facendo questo? Cosa vi ho fatto?- Maura protese la sua enorme testa verso il seno di Cristina e disse- Vedi io adoro tutto quello che è vivo, in particolare modo gli animali, ma si deve far pure una differenza, infatti sono sadica e perversa con tutte quelle bestioline  piccole, che camminano su due gambe e poi se sono di sesso maschile ti saluto, sappi che tu corrispondi a questa categoria, voi mschietti siete adorabili quando supplicate pietà non posso e non voglio farci niente, torturarvi lentamente fino alla morte è stupendo, tu non puoi farci niente, e sei destinato a farci divertire, e dovrai impegnarti, perché se no ci fai contente, la tua fine potrebbe essere schiacciante ah ah ah, e non illuderti che la zietta rientri presto a prendere le tue difese- il suo tono da blando si era trasformato in spigoloso e molto rude, il suo sguardo era diventato diabolico, ero terrorizzato, con una pacca sulla spalla di Cristina, Maura le indicò la porta di una stanza adiacente, entrammo era la sala giochi della villa, bar, salotto e tavolo da biliardo, alcuni flipper, bersaglio appeso al muro, ecc. Cristina le chiese- ehi, ma dove hai l’altro moscerino?- Maura pacatamente disse- Aspetta che lo facciamo portare qua da una delle cameriere, lo avevo lasciato in cucina- alcuni minuti dopo Fabiana le raggiunse e da un taschino del grembiule bianco della sua uniforme estrasse il piccolo uomo, mio compagno di sventura o meglio l’ultimo rimasto e lo consegnò a Maura la quale avvicinatasi al tavolo da biliardo allungò il braccio e protese la sua mano con il piccolino ad un’altezza di una ventina di centimetri, per noi circa tre o quattro metri o forse più, Maura teneva con estrema facilità il piccolo uomo al torace esercitando una leggerissima forza opponendo il pollice con il dito medio, abbassò la testa verso di lui dicendogli- Ed ora facciamo una bella partita a stecca eh eh eh…- allentò la presa e la piccola vittima precipitò sul tappeto verde del tavolo, era come vedere un calciatore al centro di un enorme campo di calcio, una sostanziale differenza era che il pallone era sostituito da enormi bocce da biliardo che se scaraventateci contro, sarebbero diventati micidiali proiettili, io capii che il mio compagno se non fosse stato agile abbastanza avrebbe potuto fare una fine atroce, e mi chiedevo perché non mi ci avevano ancora messo al centro del tavolo, Maura voltandosi verso di me disse- Ora tu potrai vedere la partita da una tribuna tutta tua, hai pure la ragazza eh eh eh- poi abbassando il capo verso il disgraziato le arrivò ad alcuni centimetri e rivolgendosi con un tono di scherno gli disse- Allora, sappi che ogni tuo tentativo di guadagnare la salvezza raggiungendo e scavalcando i bordi sarà inutile, e in quanto alle regole del gioco.. eh eh eh … non ce ne sono, se riesci a non farti colpire dalle bocce prima della fine della partita, forse ti lascerò campare ancora qualche ora eh eh- dalla mia postazione sopraelevata udivo le urla di terrore provenire dal tavolo, le bocce erano disposte con la tipica configurazione a triangolo e la boccia bianca era in posizione d’inizio gioco, il piccolo uomo si era tirato da una parte, infatti Maura s’apprestava a scoccare il primo tiro e anche se non era una provetta giocatrice, con i suoi possenti muscoli delle braccia poteva scaraventare la boccia bianca ad una velocità tale che tutte le altre sarebbero schizzate come proiettili impazziti su tutto il campo da gioco, con le conseguenze del caso! Infatti i miei timori si tramutarono in realtà, vedevo il piccolo giocatore, o meglio era come un gladiatore nell’arena dei leoni, a gettarsi in qua e in la, il primo tiro non ebbe conseguenze letali, ma dopo alcuni colpi capì che il disgraziato di turno cominciava a manifestare i sintomi della stanchezza, mentre Maura con un mal celato divertimento continuava imperterrita nel suo gioco criminale, e Cristina oltre a coadiuvare la sorella o la cugina, questo non mi era ancora chiaro il loro legame di parentela si divertiva pure a toccarmi con le sue dita, così forse solo per sentire il mio esile corpo, ad un tratto il gioco prese una piega diversa, infatti un rimbalzo del tutto imprevedibile di una palla colpì di striscio il poverino, il quale stramazzò a terra, la risata di Maura echeggiò, a stento si rialzò si teneva il braccio sinistro con la destra, evidentemente lo aveva rotto, e in più camminava in modo claudicante, forse una distorsione o lussazione, insomma non era più nelle condizioni di sopportare quel ritmo, le sue urla di imploro cadevano nel vuoto, finché io esclami- Ferme, ma cosa fate non vedete che non ha più la possibilità di salvezza..- venni interrotto dalla perfida giocatrice la quale mi afferrò e mi estrasse dal seno di Cristina, e al suo cospetto ad alcuni centimetri dal suo volto mi disse- Fai pure l’altruista, sai è una caratteristica nobile, lo vuoi aiutare , e sia, vai però ora dovrai pensare pure a salvarti la pelle, e per noi il gioco diventa più interessante- da quella prospettiva era impressionate lo scenario, un immenso campo rivestito di feltro verde, o simile, le bocce al nostro cospetto erano di un diametro di un metro e cinquanta o sessanta, m’affrettai a raggiungere il ferito il quale disse- Ma tu sei matto, pensa a salvarti, io sono spacciato, non mi lasceranno mai andare, hanno deciso d’uccidermi, io sono diversi mesi che sono loro prigioniero, ho visto cose terribili, questo è niente, comunque grazie..

- la nostra discussione venne interrotta dal colpo inferto alla pallina bianca, questo stava a significare che da li a un momento un enorme proiettile ci avrebbe colpito, non m’illudevo certo che le tue troiette giocassero con lo scopo di fare buca, ma bensì con il chiaro intento di ucciderci quindi a buon intenditore poche parole, il gioco andò avanti fino al punto che Maura, quasi scazzata che non aveva ancora fatto vittime disse a Cristina- Ehi, ascolta…- dopo alcuni istanti in quanto le stava parlando all’orecchio il gioco continuò, ma improvvisamente Cristina allungò una mano e raggiunse il mio compagno il quale si era portato al bordo, e venne bloccato con le braccia aperte, sentii le sue urla di dolore causate dall’enorme pressione esercitata da Cristina, così era diventato un bersaglio facile, senza possibilità di fuga, Maura intanto aveva disposto le bocce in modo che con un tiro lo avrebbe colpito in pieno, il tiro partì, e mentre la pallina stava raggiungendo il bersaglio Cristina si abbassò verso lui dicendogli- Bye Bye- una frazione e di lui resto solo il corpo stritolato, esanime in una pozza di sangue, il corpo stramazzò al suolo, il colpo era stato micidiale e malgrado questo lo sentivo ancora urlare, io mi voltai verso Maura la quale stava sorridendo, e non paga allungò pure un dito verso il corpo martoriato e lo mosse leggermente, io le gridai- Assassina…- lei mi guardò con una smorfia, dalla mia postazione la vedevo dalla vita in su era titanica impressionante, prese il corpicino e lo gettò a terra e poi intravidi solo il movimento dell’anca, tipico di chi spegne un mozzicone poi rivolgendosi a me disse- Bene ora posso dedicarmi a te, eh eh eh, ora inizia a correre ai bordi del tavolo e non fermarti, vediamo se sei veramente il gladiatore che la zia cerca, io ti osservo e se ti fermi mi diverto ancora con le palline eh eh- malgrado io si avevo rallentato il ritmo iniziò a scagliarmi contro le bocce le quali erano quasi finite, ero diventato un bersaglio facile, ad un tratto Cristina rivolgendosi a Maura disse- Ascolta, la zia ci ha detto di non ammazzarlo, lo sai che si arrabbia se non l’ascoltiamo e poi questo è l’ultimo!- Maura quasi arrabbiata con un tono sgarbato disse all’altra nipotina- Bene allora tienilo te, lo so che ci vuoi fare qualche porcata, io vado a farmi una bella passeggiata- uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Cristina s’abbassò verso di me e disse- Ehi, Giorgino, lo sai che ti ho appena salvato la vita, mi sa che per riconoscenza ora mi devi fare un bel servizietto, su dai non fare quella faccina di merda, da misero stronzetto, ora aspetta che salgo sul tavolo, però prima mi devo togliere le pantofole da ginnastica sentirai che aroma!- non tardai a scoprire che malgrado lei si fosse appena lavata i piedi, le sole scarpe emanassero un nauseabondo fetore, infatti le scaraventò sul enorme tappeto verde, rimbalzarono alcune volte fino ai bordi, poi con un gesto ginnico da perfetta atleta, lo sfido con quello stupendo fisico che si ritrovava, montò sul tavolo, lei era seduta in fondo con le gambe aperte, allungò una gamba e mi raggiunse con le punta delle dita dei piedi, io arretrai lentamente e lei m’intimò- Lo sai che è inutile, forse non hai ancora capito, ma io adoro questa posizione di forza, allora toglimi le calze, e dopo ti spiego, su ubbidisci- erano delle calze del tipo spugnose tipiche delle tenniste, iniziai a tirare devo dire che lei mi stava aiutando così solo per accelerare l’operazione, infatti non stava più nella pelle di farmi altri giochino con i sui enormi piedi e devo dire molto molto odorosi, malgrado se li fosse appena lavati, lo scenario era grottesco, io ero seduto a cavallo sopra l’enorme collo del suo piede sinistro e lei ora si divertiva a muovere velocemente le sue bellissime estremità, mi voltai verso di lei e ciò che vidi mi fece sprofondare nell’angoscia, si era allungata una mano la quale aveva sollevato la sua enorme gonna tipo Kilt e scostato le sue enormi mutandine, la faccenda la stava eccitando, non m’illudevo che semplicemente baciargli i piedi con qualche leccatina fosse stato abbastanza, però l’alternativa sarebbe stato una morte atroce, Cristina era stata abile ad allontanare Maura, con la scusa sul fatto che Elise si sarebbe arrabbiata davanti ad una mia prematura fine, questo le aveva permesso di avermi tutto per lei per il resto della giornata. Lei aveva notato la mia espressione e ridendo disse- Su dai la farfallina te la do dopo, prima divertiti con i piedi, sai è adorabile avere un uomo ai propri piedi, lo sai che lecchi bene, la tua lingua è molto sensuale mhmm… a proposito ti piace il profumino -.Inutile dire che visto le proporzioni il servizietto visto dalla sua prospettiva si era tramutato per me in un atroce supplizio, completò l’opera quando intimato di scendere mi disse- Bene ora fammi la pianta, lecca in mezzo al piede li è più delicato e sensibile.- le mie minuscole proporzioni mi permettevano di vedere tutti quei dettagli che normalmente non verrebbero notati da una persona di taglia normale, Cristina aveva il calcagno e i polpastrelli molto ruvidi e composti da una pelle molto spessa, evidentemente dovuti allo sport da lei praticato, ma il dettaglio che mi lasciò di stucco era di come erano già sporchi, questo sebbene lei si era tolto i calzini, o meglio glieli avevo tolti io, quando era già seduta sul tavolo, evidentemente se gli era sporcati così giocando con me sul tappeto verde del tavolo, ero tutto sudato non sapevo nemmeno che ora fosse, ma sicuramente erano alcune ore che sgobbavo per questa diciottenne viziata, le avrei dato uno schiaffo solo avessi potuto, ma questo non mie era possibile, vi voglio vedere a pretendere ragione e rispetto da una titanica fighetta e dal peso di svariate tonnellate, il calvario non era mica ancora finito, io ero ancora alle prese con i suoi enormi piedi, con un leggere movimento mi costrinse contro il bordo, premendo mi stava quasi maciullando, dalle sue risate e moine si stava divertendo la troietta, non potevo quasi respirare. Ad un tratto improvvisamente l’enorme muraglia del piede si scostò da un lato, ero ancora intontito, ma capii che quello che avevo subito era niente al confronto di cosa ora mi stesse per capitare, lei con un sorriso da stronza mi disse- Ecco mi hai soddisfatto, ora però mi voglio togliere un altro sfizio… ti piacciono le mie mutandine? Su dai non fare quella faccia ti voglio allegro su vieni a leccarmi la figa, hai capito l’ordine, te lo ripeto esigo che il mio uccellino venga a soddisfarmi, sarà delizioso avvolgerti nelle mie mutandine bagnate, mhmmm…-.

Mi avvicinai con circospezione, io non perdevo d’occhio lei, e lei me, rideva e ad alcuni metri dalle sue mutande mi disse- Su dai avvicinati, li vedi gli slip? Credo proprio di si, allora voglio che allunghi il tuo braccino fino all’orlo e con tutta la tua forza le scosti, troverai una dolce sorpresina eh eh eh..-, il tessuto del suo intimo era decorato con dei cuoricini rossi a sfondo bianco, dalla mia posizione potevo notare aloni più scuri nel colore dello sfondo, era bagnatissima, la sua eccitazione le aveva inzuppato completamente le sue mutandine, non tardai ad aver conferma, infatti nell’afferrare l’orlo di pizzo, mi venni colpito da uno schizzo, questo a testimonianza di quanto mi stesse per succedere, l’elastico era molto rigido, a causa delle mie minuscole forze fui costretto ad applicarmi al meglio, uno sguardo verso l’alto, stava sorridendo evidentemente era soddisfatta, con un dito lei bloccò da un lato le mutande, io sfinito m’appoggiai alla sua coscia e sconsolato guardai ciò che mi stava davanti, un’enorme vagina, bagnata verso l’alto spuntava da sotto le mutandine una folta peluria chiara, nel toccarsela aveva macchiato pure il feltro verde del tavolo da biliardo, il profumo vaginale era ancora confuso con il profumo del sapone usato in doccia, io ero ancora allibito e non m’avvidi del suo enorme dito indice che nel frattempo m’aveva raggiunto a tergo e che mi stava inesorabilmente spingendo contro, lei entusiasta mi disse- Visto che tu non t’impegni ora ti mostro cosa esigo da te, lurido schiavo di merda, ti voglio far fare il piccolo lecca figa, ti voglio con me per tutto il giorno e se non mi soddisfi questa sera se mi gira ti butto nel cesso e poi tiro lo sciacquone e così non se ne parla più, merda eri e nella merda finirai ah ah ah ha!!! Ora stai li che rimettiamo in ordine le mutandine, ah tu puoi iniziare e se non lavori bene un bel giro in bici non te lo toglie nessuno, pensa che bello, ci vediamo più tardi ciao -, la giornata tipo delle ragazzina viziata non l’avevo ancora inquadrata, una cosa era chiara loro qua era in vacanza, sport, svaghi, giochi perversi e così via, infatti io sebbene fossi completamente avvolto dalla sua vagina e dalle sue mutande non mi era certo impossibile in base ai rumori che io potevo sentire cosa stesse facendo, lettura, TV, musica, certo non si era dimenticata di me, infatti ogni tanto si divertiva con a massaggiarsela, e il pomeriggio passò non posso dire velocemente, ma passò, la pseudo tranquillità fu interrotta dall’arrivo della possente Maura, la quale esclamò- Ehi Cristina, la zia è tornata!- Poco dopo sentii la stupenda voce di Elise, mi toccò subire i convenevoli, io ero ancora bloccato giù in mezzo alle gambe di Cristina, quindi potete immaginare, Elise chiese alle due nipoti- Allora dov’è il mio bambino, chi ce l’ha?- silenzio e poi Maura- Sicché io vorrei dire .. che .. non so, su dai Cristina dove l’hai messo?- io non so cosa stesse succedendo la fuori, ma che Elise conoscesse le sue pollastrelle non c’era dubbio, infatti non tardò a scoprire dove io fossi nascosto, un bagliore, la gonna era stata scostata, una ventata d’aria fresca le mutandine era pure state allargate e dal basso verso l’alto vidi l’imponente Elise che mi guardava esclamando- Eccoti qua, tu non appena puoi subito il porcellino fai, eh eh eh, su ora vieni con me, è il mio turno!- dal borbottare delle due stronze capii che la cosa non era loro gradita, ora con chi avrebbero giocato? Per me sicuramente era meglio essere tra le sgrinfie di Elise, malgrado cosa mi avesse fatto era di gran lunga più matura delle due diciottenni, dalla sua broncio capii che non gradiva il fatto che ero così fradicio, mi depose su un tavolino e poi rivolgendosi alle due nipoti aprì un cofanetto che aveva con se, usato normalmente come porta gioie, non vidi l’interno e tanto meno il contenuto, ma udii le urla di terrore e paura provenire da la dentro, evidentemente  Elise aveva catturato altre vittime, quante fossero non capii!Elise nel discutere con le due stronze introdusse la mano all’interno del cofanetto, non curante dei piccoli uomini e disse alle vittime- Se continuate a gridare mi divertirò a spezzarvi le braccina, avete capito maiali?-Maura sorridendo chiese alla zia- Ehi, ma femminucce, non ne porti più? Ormai il mio desiderio non te lo chiedo più, sai a cosa mi riferisco, mi basterebbe solo ad avere tra le mie mani quella stronza che non sopporto più, se solo…., vedresti che purea ci farei- Elise rispose- Si lo so, ma adesso non pensarci, divertitevi con questi insetti, erano di una mia amica, li ho vinti a poker oggi pomeriggio, è per questo che sono già rientrata, sentite sono otto bellissimi esemplari, ma non mi servono tutti, basta che me ne avanzino almeno tre o quattro, il resto disponente, io penso che quello più grosso debba essere pure una leccornia, ora andate e divertitevi, ma per ora non rompete più con quella faccenda della stronza.-

Poi rivolgendosi a me mi diede un fazzoletto di carta e m’intimò d’asciugarmi un poco e poi mi disse- Allora caro Giorgino, sono contenta di rivederti, devo dire che avevo i miei dubbi, sai Cristina è una porcellina, e quindi con lei al massimo avrai subito qualche schifezza, ma Maura è infernale, mi chiedo come tu te la sia cavata fino adesso? In ogni caso danno conferma alle mie supposizioni, devi essere in gamba, e non posso far a meno di guardare il tuo fisico, mi stai tentando..- la sua voce non era come al solito era dolce e sensuale, che stesse nascendo del tenero? Questo era forse la mia ultima speranza per uscire da quella situazione e quindi decisi che l’arte dell’adulazione forse poteva essere la mia ultima spiaggia! Quindi le domandai- Anche tu non scherzi in quanto a fascino e bellezza, devo dire che per una come te potrei fare delle pazzie, sai sei…..- lei con un sorriso- Wow, dici veramente, sei adorabile ti meriti qualche cosa di speciale, SMACK e non finisce qua, SLURP SLURP, ..- io continuai nell’adulazione- Cazzo se lecchi bene, sei stupenda.- nella speranza di non aver esagerato continuai e gli dissi- Non posso nascondere che il tuo profumo mi sta letteralmente inebriando, sono letteralmente in tua balia, e questo mi piace!- Elise sorpresa ribadì- Mhmmm, ma lo sai che potrei letteralmente consumarti con la mia lingua, mi sta pure frullando una stuzzicante idea in testa, poi ne parliamo, ma prima voglio giocare ancora con l’arte sado-maso, mi devi conoscere anche così, devi essere pronto a subire dolore e umiliazioni, e vedrai pure come la tua padroncina è in grado di essere cattiva con i maschietti indifesi eh eh eh!-,io avevo tentato, ma forse una speranza….. , nel frattempo mi ero asciugato per quanto mi era stato possibile, il fazzolettino di carta, che per Elise fosse morbido non c’era dubbio, ma per me il tessuto era spesso quanto un cartonaggio per imballaggi, dopo aver deposto la sua giacca sullo schienale di una sedia m’afferrò di nuovo e m’avvicinò alla sua catenella d’oro che portava al collo e mi disse- Se ti piaccio così tanto afferra la catena e stacci aggrappato, vediamo quando resisti, attento se molli finisci dritto dritto nelle tette e forse più giù, eh eh eh-, alla bene e meglio eseguii!

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